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Questa settimana posto un articolo che non può non far discutere gli addetti ai lavori.
E' di questi giorni un servizio delle Iene che lascia sconcertati e certo non mette in buona luce la categoria professionale alla quale appartengo.
Mi sono chiesto se scrivere qualcosa oppure se fosse più opportuno tacere.
Ho deciso per la prima ipotesi pensando che una professione matura deve anche sapere affrontare con serenità e chiarezza le proprie eventuali zone d'ombra.
Nonostante perplessità e preoccupazione dunque suggerisco ai lettori di guardare il video per farsi personalmente una opinione.
Come ben comprensibile nella comunità professionale c'è fermento e indignazione e nelle mailing list la totalità dei colleghi con toni che vanno dal "garantista" al "giustizialista" chiedono che L'Ordine intervenga con tempestività.
A chi non è operatore del settore valga questo video a ricordare che la nostrà comunità non omette di interrogarsi su ogni pratica che possa apparire "strana", anche se messa in atto da professionisti formalmente accreditati.
credo valga la pena
credo valga la pena discuterne qui
Sono d’accordo. C’è già una
Sono d’accordo. C’è già una grande sfaccettatura di tecniche psicoterapeutiche, con approcci diversi, che possono creare qualche disagio nel paziente, specie da chi è andato da specialisti con differenti formazioni. Ma il rispetto verso chi cerca aiuto non può mai essere messo in discussione. Servizi del genere aiutano tutta la categoria a riconoscere e segnalare quando c’è malpractice ma anche a riflettere sul proprio comportamento, ricordando di non dare mai nulla per scontato.
Naturalmente di fronte a
Naturalmente di fronte a testimonianze, peraltro così bene documentate, quale quella qui riportata, i commenti di natura “giustizialista” si sprecano. Vorrei però riflettere con i colleghi più avveduti sugli aspetti meno immediatamente evidenti del caso. Ad esempio mi chiedo se la collega con queste sue tecniche non ortodosse sia riuscita ad aiutare qualcuno, o al contrario abbia seriamente danneggiato qualcuno. Mi chiedo anche, poichè per diventare psicoterapeuti occorre oltre la laurea un quadriennio di specializzazione, quali siano stati i suoi maestri e quale il modello base di riferimento. E infine rifletto sulla mia diretta e personale conoscenza di colleghi molto noti per essere veramente bravi nel trattamento psicoterapeutico di pazienti con disturbi francamente psicotici… E sul fatto che tali conoscenze spesso mi abbiano portato a pensare che esista una contiguità tra la personalità del terapeuta ed il tipo di disturbo che egli tratta… Sono un povocatore, lo so… ma credo che questo, tra colleghi, sia il luogo giusto per esserlo…
credo che “l’incontro” tra
credo che “l’incontro” tra paziente e terapeuta sia un unicum che può dare frutti se si declina in maniera armonica però dal lato terapeuta al di là della provocazione di Rolando credo ci debba essere sempre una adeguata preparazione e un adeguato percorso formativo.. Semmai è vero che nel nostro mestiere gli spazi per i guru si sprecano essendo infinite le vie della disperazione per il male psichico
Concordo pienamente e
Concordo pienamente e aggiungo che diffido molto delle verita’ mediatiche.. Credo che chi si occupera’ sul piano deontologico della vicenda dovra’ riuscire a mantenere rispetto ai media la giusta distanza.
Evidentemente il caso è
Evidentemente il caso è mostruoso. Se le cose stanno così, c’è una psicologa che oltre a vendere mercanzia di pessima qualità, ne induce il bisogno in persone che per nessuna ragione avrebbero mai pensato di rivolgersi a lei.
Una volta accertata la situazione, è evidente che si deve fare tutto il possibile per tutelare i clienti che ci son cascati e quelli che potrebbero cascarci. E per tutelare quelli di noi che lavorano con un po’ più di criterio e che non vorrebbero essere confusi con questa roba.
Detto questo: è indice di coda di paglia se gli psicologi, smascherati e resi evidenti le manipolazioni e i trucchi di questa donna, dicono due parole anche sui trucchi usati in trasmissioni come queste per creare indignazione a comando?
L’inseguimento del cattivo (perché il buono è ovviamente quello a piedi, gravato di microfono e troupe, ansimante, mentre l’altro ha almeno due ruote), con la suggestione che il fiatone dell’inseguitore è proporzionale alla cattiva coscienza dell’inseguito, è un trucco bieco. Quando ci troviamo davanti allo schermo a fare il tifo per quello e a pensare “acchiappalo, acchiappalo!” non siamo meno manipolati di quella compagnia adorante convinta di parlare con gli angeli.
Cosa ci aspettiamo? Davvero uno può pensare che esista una possibilità che quella donna si fermi per la strada a spiegare a uno che la assedia con la telecamera la sua teoria sugli angeli?
Se uno insegue qualcun altro, il minimo che può succedere è che quello scappi. Usare questo come dimostrazione di qualcosa è manipolazione.
Oppure, semplicemente, quell’inseguimento in mezzo alla piazza della città e a quella mediatica è un gioco crudele, come fa il gatto col topo; è una punizione, la rivincita dei tartassati sui furbastri, dei buoni sui cattivi. E se è così, è un imbroglio. Noi la prendiamo per informazione, ce la vendono per informazione dalla parte dei cittadini: ma gioca sporco su uno slittamento di contesti. La telecamera qui non è il mezzo di informazione al servizio degli innocenti, è lo strumento di punizione del colpevole.