Presentazione di Poesie Visive
di Sandro Gronchi
INTEGRALE
( particolare del ciclo composto da venti opere )
cm.40×40
1999
QUADERNI DI SCRITTURA SIMBIOTICA
( particolare di una pagina del quaderno )
cm.30×40
2000
Le immagini presenti in queste pagine, sono líindice della linea di ricerca che stò svolgendo nellí ambito della Poesia Visiva.
Le investigazioni del linguaggio segnico, sia esso appartenente allí alfabeto grafico-pittorico, o alla scrittura stessa, è líelemento centrale di questa esperienza.
Ho deciso di affrontare tale lavoro allo scopo di ampliare líorizzonte della comunicazione visiva, adoperandomi nellí individuare i vari punti che traspaiono dallí incontro delle espressioni non verbali.
Eí necessario svelare líinvisibile, ampliando gli schemi operativi tradizionali del fare artistico, assumendo le caratteristiche della ricerca fenomenologica.
La composizione visiva è determinata dal controllo delle operazioni mentali, ed è proprio allo studio delle facoltà cognitive che tutto questo fa riferimento.
MORFOLOGIE DEL DIVENIRE
( particolare dellí istallazione )
cm.40×30
2000
IL LINGUAGGIO
METAFORA DELLí ESSERE
Per molto tempo si è ritenuto che la parola fosse una conseguenza del pensiero, ma in realtà questa distinzione tra pensiero e parola non può essere sostenuta: noi pensiamo parlando ed ineriamo alla funzione costruttrice del linguaggio, in quanto "esseri intenzionali".
Il nostro agire linguistico non avviene in un "dominio di astrazioni, ma nella corporeità dei partecipanti ".
Parlando noi siamo la parola e la nostra coscienza si fa linguaggio mutando su piani di realtà non ordinaria.
Il linguaggio è descrivibile come uní unità autonoma, "aperta ad ogni sorta di modulazione".
Durante il dialogo infatti, la struttura-linguaggio viene abitata
ed attraverso líinterazione ricorsiva, ne determiniamo lo sviluppo.
Dobbiamo prendere coscienza che il concetto di realtà deve essere messo "tra parentesi" poiché è una costruzione dal nostro sistema cognitivo.
Principalmente possiamo fare una distinzione nel nostro modo di elaborare le informazioni sensoriali: mediante líanalisi dei nostri atteggiamenti mentali si può determinare lí esistenza di una "percezione di tipo mentale" o di una "percezione di tipo corporeo".
Con "percezione mentale" intendiamo definire un tipo di elaborazione puramente speculativa, distaccata dal presente, facendo chiaro riferimento ad uno sviluppo cognitivo basato su schemi di economizzazione mentale e di elaborazione stereotipa dellí informazione percettiva.
Alla "percezione corporea" invece, attribuiamo una partecipazione cosciente da parte dell'osservatore, la quale va ben oltre ogni tipo di riduzionismo psicologico, poichè prevede l'essere consapevole ed integrato nell'esperienza, con tutto il proprio organismo.
" Essere gettati nel mondo ", senza alcuna distinzione tra soggetto e oggetto, ma vivendo qui ed ora come "carne del mondo".
POESIE ELETTRONICHE
( particolare del ciclo composto da dieci opere )
cm.20×30
2000
IL LINGUAGGIO
FENOMENOLOGICO
Quando utilizziando líespressione segnica ci riferiamo a qualcosa che non sia il segno stesso ( relativizzando il linguaggio allíassunzione ideale di una realtà oggettiva ), líorigine connotativa del linguaggio viene messa da parte in funzione di una concezione mentale meccanicista strettamente legata allíapparenza della comunicazione, la quale impone alla composizione visiva, alla copia dal vero, alla fotografia, al video, o più in generale allíimmagine, di manifestarsi come "copia della realtà" e non dunque come struttura linguistica autonoma costruita dai partecipanti. In questo modo il soggetto, illusoriamente, si separa dal mondo durante líatto creativo penalizzando ogni tentativo di affermare visualmente líesperienza individuale, mediando líespressione attraverso luoghi comuni ed atteggiamenti stereotopi, dove il concetto di stereotopia compare in quanto si fa, si dice o si pensa una cosa in relazione a conoscienze adottate a priori, dunque distanti dal proprio vissuto.
Questi sono i presupposti su cui si basano enunciati del tipo:
" IO PARLO DEL MONDO "
determinando una separazione tra soggetto/oggetto e relegando al mondo una categorica oggettività.
Mentre se ci poniamo in maniera costruttiva di fronte allíatto creativo, entriamo in opposizione allíatteggiamento che abbiamo sopra analizzato:
"IL MONDO Eí LA CONSEGUENZA DELLA MIA ESPERIENZA"
dunque il soggetto e líoggetto non sono più distinti, ma parti integranti ed attive nella costruzione della percezione.
Esistono varie possibilità di porsi rispetto allíatto creativo: ad un attenta osservazione, troviamo da un lato che líuso predominante dei segni "descrittivi" tende alla stereotopia dellíespressione, dall'altro i segni "costruttivi" si aprono alla manifestazione creativa, fenomenica, che vede líuomo integrato
nel dominio del proprio agire. Infatti nella costruzione del linguaggio il controllo di questi due atteggiamenti, che possiamo ricondurre allíatteggiamento pratico ed allíatteggiamento estetico a cui fanno capo i Dinamismi Attenzionali, porta a differenti manifestazioni.
i segni descrittivi
potranno essere ricondotti alla forma apparente del linguaggio,
segni che stanno per qualcosíaltro,
descrivendo il mondo separandosi da esso.
( DILLO COME Eí )
possiamo parlare attraverso un liguaggio "schizoide" se consideriamo noi stessi divisi dal mondo , dove líorizzonte dellí opera díarte risiede nella oggettivazione dei nostri enunciati in funzione di qualcosíaltro.
i segni costruttivi
saranno ricondotti alla funzione del linguaggio, a segni come cosa in se, in un rapporto realizzato attraverso un processo "integrante", dove ad ogni tracciato verrà riconosciuto un peso ed una apparteneza alla vita stessa, allí origine fenomenologica dellíesperienza
percettivo-linguistico-espressiva
( Eí COME LO DICI ).
Eí Attraverso questi presupposti che si presenta a noi il paradigma della responsabilità: "se desideri vedere, impara ad agire" , poiché la percezione non è altro che una conseguenza della nostra interazione con il mondo. Non dobbiamo più distinguere tra uníopera díarte verista o astratta poichè questa distinzione può sussistere solamente se consideriamo noi stessi divisi da ciò che stà fuori, mentre dobbiamo vivere il segno, líimmagine, il colore, la materia come aspetti diversi della stessa cosa, ( perché anchíessi sono determinati solamente dalla nostra predisposizione a separare ). Dobbiamo intendere líarte come una forma di comunicazione molto più ampia di come è stata considerata fino ad adesso dove la struttura linguistica comprenderà, nel dialogo con líaltro, anche forme precedentemente catalogate come rumori, accidenti, scarabocchi. Qui ha origine il linguaggio fenomenologico. Il campo della comunicazione visiva dovrà estendendersi in risonanza con líintera struttura biologica dellíuomo.
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