Seminari 1999

10 Ott 12

Di FRANCESCO BOLLORINO

Il Seminario è aperto a tutti gli operatori della salute mentale e si svolge nell'ambito dell'insegnamento di "Psichiatria integrata" della Scuola di Specializzazione in Psichiatria dell'Università degli Studi di Milano.

Attraverso la presentazione e la discussione di casi clinici presentati dai partecipanti, degli psicoanalisti chiedono di confrontarsi con chi lavora nello stesso campo anche al di fuori di una formazione analitica. Lo scopo è quello di mettere alla prova la capacità e la specificità della psicoanalisi nel far emergere la verità nell'esperienza della clinica.

Vi saranno quindi casi presentati da analisti e da non-analisti interessati a interrogare e valutare la propria clinica.

L'intento non è quello di arrivare a tradurre dei linguaggi privati. Per uscire dalla Babele delle lingue e giungere ad una reale integrazione, facciamo l'ipotesi che si debba arrivare a valutare quanto un lavoro in rete sia in grado di isolare e di trattare il reale della clinica.

Intendiamo come reale ciò per cui non basta la pratica, ciò che della patologia non è riducibile né all'alterazione di una funzione naturale e neppure all'interpretazione del vissuto.

Ci proponiamo quindi un compito praticamente impossibile, quello di imparare a scrivere (diagnosi) qualcosa di ciò che il simbolico della funzione e l'immaginario del corpo non esauriscono: quel resto che è del soggetto. Il metodo per arrivare alla struttura del soggetto è l'ostensione e la verifica del lavoro dell'operatore.

Il Seminario è coordinato da Carlo Viganò, Ambrogio Cozzi, Giovanna Di Giovanni e Silvia Pozzi.

L'ultimo incontro sarà dedicato ad un dibattito, a cura di Carlo Viganò e Salvatore Freni, sul tema della diagnosi.

L'esposizione del caso terrà conto della griglia già sperimentata lo scorso anno:

 

1. Il punto di vista istituzionale.

La storia e la rete sociale che ci portano ad incontrare il soggetto verranno costruite su questi due assi:

a. Le narrazioni (del soggetto, delle istituzioni, della famiglia)

b. I tentativi di definizione sociale della malattia.

 

2. La dinamica.

Introduce nella logica della clinica una nuova dimensione, la "dialettica" della verità soggettiva. A questo punto il racconto diviene costruzione del caso (da esporre) e la definizione della malattia ricontrattazione del sintomo:

a. Le aspettative soggettive

b. L'operatore e il posto dell'interlocutore

c. La costruzione nel gruppo di lavoro (come premessa della valutazione e condizione per l'integrazione)

d. Le identificazioni

e. Individuazione dei nodi sintomatici con cui il soggetto si può rappresentare.

f. Scansioni cliniche e riformulazioni del progetto terapeutico.

 

3. Verifica e valutazione.

Verrà in particolare evidenziata la dinamica dei seguenti elementi:

a. Diagnosi (DSM e ICD) e sue eventuali modificazioni nel corso dell'osservazione e del trattamento.

b. L'uso dei farmaci.

c. Eventuali interventi sulla famiglia e di altre strutture.

d. Come si è creata la garanzia dello spazio clinico (atto).

 

Ospedale Policlinico, Guardia Seconda, il 29 gennaio, 26 febbraio, 26 marzo, 23 aprile, 28 maggio 1999, dalle ore 11 alle 13.

Per informazioni: tel. 025453369/025460384 fax 0289404419

Su richiesta verrà rilasciato un attestato di partecipazione a cura del Direttore della Scuola di Specializzazione

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