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15 gennaio 1979: Franco Basaglia ospite di Maurizio Costanzo

26 Feb 23

A cura di chiclana

Il 15 gennaio 1979 Basaglia è ospite di Maurizio Costanzo, che si fa portavoce della necessità di formazione e aiuto delle famiglie, nella trasmissione “Acquario” di RAI 1. In quell’occasione aveva rivendicato la natura di frutto di una lotta collettiva della Legge 180 e, costretto a dare due definizioni di normalità e follia, aveva fatto coincidere la prima con la situazione nella quale «ci troviamo chiusi»; la seconda con «un modo di esprimere dei bisogni che non possono esprimersi in maniera diversa (…) una domanda di essere con gli altri». Aveva criticato la psichiatria nella quale si era formato, dove tutto era dato schematicamente per vero e inamovibile; mentre entrando nell’ospedale psichiatrico ha scoperto che niente di ciò che gli era stato insegnato era vero; la psichiatria reale, quella vissuta dalla maggiorana dei malati, era tutt’altra cosa. Il potere – prosegue Basaglia – interviene a rabboccare il sapere quando questo non arriva ad appropriarsi del tutto della realtà. Il risultato più importante del movimento antiistituzionale è stato quindi rompere l’omertà che l’ospedale psichiatrico consentiva.
Pare in difficoltà ad adattarsi al format del talk show: la televisione di Costanzo non è più quella garbata, riflessiva, grave di Zavoli, il ritmo è già più rapido, si avverte già una certa aggressività nel porre le domande, una tendenza a rendere tutto banale per consentire al pubblico di digerirlo più facilmente, anche se certo siamo ancora distanti dagli eccessi che si sarebbero conosciuti in seguito.
Entra in studio Orsini, e i due si dividono le parti nella vicenda della Legge 180. Basaglia rivendica il fatto che il movimento antiistituzionale abbia stimolato l’opinione pubblica e il mondo politico a una riflessione sull’ospedale psichiatrico e mostrato sul piano tecnico che una gestione diversa della malattia mentale era possibile. Perciò: «la legge riflette in gran parte il lavoro che abbiamo fatto (…). Questa è una legge che nasce da una pratica». Mentre Orsini insiste sul ruolo dell’apparato medico-scientifico, e del Parlamento. Del resto, osserva, le leggi non hanno padri e hanno tutte una stessa madre: la repubblica. Tentato ad andare come sempre alla nuda realtà delle cose, Basaglia pone a quel punto domande impertinenti: come gli psichiatri abbiano potuto tollerare l’ospedale psichiatrico e perché i politici non stessero implementando una legge che pure erano stati essi stessi a volere. E Orsini, che appartiene all’una e all’altra categoria, ridimensiona entrambe le accuse.
Basaglia spiega, ancora, perché è importante che il presidio psichiatrico dentro l’ospedale sia un servizio di dimensioni limitate e non un reparto come gli altri, per consentire che attraverso di esso entri nell’ospedale il sociale e con esso la realtà nella quale vive la persona, non più oggettivata come la voleva allora la medicina. Chi conosce i suoi scritti ne riconosce una a una le parole, ma certo non sono questioni facili da spiegare con una battuta a chi non è dentro il dibattito. Emergeva già, a soli otto mesi dalla legge, il problema drammatico della carenza di strutture e la madre di un paziente milanese entra in studio a dare la sua drammatica testimonianza. Nessuno dei due psichiatri esce bene dall’intervista, e Costanzo ha buon gioco a dimostrare quella che pare dall’inizio la tesi: che tecnici e politici discutono tra loro dei massimi sistemi, mentre malati e famiglie erano soli prima di fronte al manicomio, e continuano a esserlo ora che è chiuso. La trasmissione è visibile digitando le parole "Basaglia Costanzo Acquario" su un motore di ricerca, o andando al link e merita senz'altro di essere vista integralmente.

Nel video allegato: la mia intervista alla giornalista Sara Tagliente sul volume "Ritorno a Basaglia?" alla trasmissione "Teniamoci compagnia" su TeleGenova, al quale Riccardo Dalle Luche ha dedicato recentemente una recensione su questa rivista (vai al link).

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