Saluti di Filippo Bubbico

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3 dicembre, 2012 - 18:37

 

Presidente della Giunta Regionale di Basilicata

 

 

Un breve e doveroso saluto a questo importante appuntamento di preparazione della Conferenza Nazionale sulla salute mentale. Una parte importante della mia esperienza amministrativa è legata anche ad una scommessa che ha riguardato la realizzazione di un obiettivo di civiltà importante nella nostra regione: non solo il superamento dell'ospedale psichiatrico, ma anche la costruzione di una rete territoriale di servizi e di presidi in grado di assumere la tutela psicofisica del cittadino come priorità importante.

Io trovo che, soprattutto con l'approssimarsi della Conferenza Nazionale sulla salute mentale, sia doveroso segnalare il lavoro, la tenacia e l'impegno di un Ministro che ha assunto questa priorità sul piano nazionale e che ha introdotto per la prima volta meccanismi penalizzanti sul piano finanziario per le regioni che non rispettavano la legge e per le regioni che non praticavano un nuovo approccio ai temi della salute mentale. Ovviamente sto parlando del Ministro Rosy Bindi che, a mio parere, ha dato un contributo straordinario in questo tema.

Io credo che, come opportunamente state facendo, e come deduco anche dalle considerazioni del dott. Rocco Canosa, oggi bisogna andare oltre il superamento della dimensione istituzionale della salute mentale; bisogna andare oltre i modelli che pure è stato difficile realizzare perché rappresentavano una conquista importante che è costata fatica, lavoro, superamento di diffidenze, superamento di intralci, anche di natura burocratica oltre che di natura politica e culturale. Bisogna costruire questa rete, bisogna superare le case-famiglia, bisogna superare tutti quei momenti che mantengono ancora una dimensione istituzionalizzante della malattia mentale.

Credo che sia particolarmente importante non solo il chiamare in causa la famiglia e i soggetti che possono, attraverso relazioni umane, culturali e sociali, dare un contributo forte per la gestione di un percorso riabilitativo estremamente efficace, ma trovo particolarmente importante che si sia oggi nella condizione di fare un ulteriore passo avanti, superare la dimensione sanitarizzante della malattia mentale ma, al tempo stesso, chiamare tutti gli operatori sanitari a fare di più e meglio la propria parte.

Voglio sottolineare un dato significativo, che in altre circostanze sarebbe apparso del tutto improbabile: oggi, in questo incontro discutono dei temi della salute mentale i medici della medicina generale, i Sindaci e le amministrazioni comunali. Credo che sia questa la nuova frontiera intorno alla quale mobilitare le nostre risorse.

Io ho molta fiducia e credo che valorizzando il lavoro fatto e le intuizioni che si stanno affermando, che vengono validate e verificate nella pratica quotidiana, noi riusciremo non solo a realizzare obiettivi di civiltà, non solo contribuiremo al benessere psichico di tanti nostri cittadini, ma riusciremo a qualificare lo sviluppo che vogliamo produrre in una realtà come la regione Basilicata.

Proprio in questi giorni ci stiamo occupando dei complementi di programmazione, cioè lo strumento operativo e finanziario per realizzare gli obiettivi indicati nel programma finanziato dall'Unione Europa, e su questi temi noi pensiamo che si possano costruire degli interventi integrati che, partendo dalla questione urbana o dalla condizioni di vita nelle aree più interne, possano combinare più fattori che mobilitino strumenti importanti che oggi abbiamo a disposizione - si pensi ai giovani, alla cooperazione sociale - ma in una dimensione non assistenziale, in una dimensione fortemente in grado di confrontarsi anche con il mercato.

Io credo che la nuova socialità debba essere caratterizzata da valori fondamentali, ma, al tempo stesso, da un lucido disegno perché il benessere possa essere colto da tutti i cittadini, anche quelli che vivono in situazioni che presentano maggiori barriere di accesso e maggiori vincoli nella realizzazione di un sistema sufficientemente adeguato di relazioni sociali, culturali ed economiche.

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