Domanda: nel suo intervento ha parlato di prevenzione aspecifica, di cosa si tratta precisamente?
Risposta: con prevenzione aspecifica intendo il trattamento e la valutazione di tutti quegli aspetti economici, politici, familiari che incidono su una causa. Nella mia relazione espongo una strategia che ho chiamato "programma preventivo aspecifico critico permanente".Il programma prevede un impegno di 30 anni nella comunità argentina e in altri paesi latinoamericani, che si può realizzare con poco impegno economico, e con l'aiuto di un'equipe che lavora nella comunità. Gli obbiettivi sono due: formare un agente preventivo moltiplicatore e la trama sociale. Parlo di trama sociale perché come direttore del maggiore ospedale psichiatrico dell'America latina penso che la difficoltà di reinserire un paziente nel sistema di produzione risieda nella trama sociale, nel mondo del lavoro, nella situazione abitativa. Per quanto si possa essere bravi come psichiatri o psicoanalisti ci si scontra con questi tre fattori. Il programma preventivo aspecifico permanente punta a rinforzare la trama sociale e l'agente preventivo moltiplicatore da intendersi come una persona che vive all'interno della comunità, che può essere un compagno di studio, un commerciante, una casalinga, e l'altro punto è cercare di creare dentro la comunità ma al di fuori delle istituzioni il "Centro di Attenzione di Crisi di Orientamento" per evitare di stigmatizzare il paziente.
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