PRECONGRESS WORKSHOPS
Il PTSD: dal Vietnam alle Twin Towers
Il simposio ha avuto una notevole affluenza a conferma dell'attualita' dell'argomento che suscita forte curiosita'.
Sono intervenuti il prof. Aguglia, la dott. Silvestrini , la prof. Dall'Osso e il prof Muscettola che hanno affrontato il PTSD (Post Traumatic Stress Disorder) da punti di vista diversi. E' stata portata un'ampia letteratura che ha fornito un quadro dinamico, in cui dalla nascita della diagnosi di PTSD negli USA negli anni '80 (riguardante i reduci della guerra del Vietnam), ne e' stato fatto un escursus fino ad oggi ( agli eventi dell'11 Settembre 2001 di New York), per poi prendere in considerazione la comorbilita' del quadro con l'abuso di sostanze e con altre patologie (nello specifico con i disturbi d'ansia, la depressione maggiore e le fobie, sociale e semplici).
Infine e' stato affrontato dal prof. Muscettola il delicato problema della terapia di questa sindrome ed, in base agli studi effettuati, conclude che la priorita' di scelta viene data alla psicoterapia, ritenuta generalmente piu' efficace e con minori drop-out rispetto a quella farmacologia. Per la terapia farmacologia si parla Sertralina e Fluoxetina, anche se gli studi controllati sono pochi, ed un accenno viene fatto agli equilibratori dell'umore, che per esperienza clinica risultano efficaci, ma sui quali non e' stata effettuato alcuno studio.
In conclusione emerge chiaramente come sia rilevante, per poter impostare una qualsiasi terapia, valutare il cluster sintomatologico prevalente in un dato paziente, e, quindi, lo studio tramite algoritmi anche per questo quadro.
Sembra poi da questo incontro che, come rileva il prof. Bogetto, “il PTSD stia uscendo da una zona d'ombra” e stia prendendo corpo anche con correlati biologici che la differenziano dall'ansia e dalla depressione.
Il prof. Aguglia, sollecitato dal prof. Pancheri, precisa come sia necessario rivedere la diagnosi in funzione della tipologia e dell'entita' del trauma, nonche' della durata dell'esposizione allo stesso, per differenziarlo adeguatamente dai disturbi dell'adattamento eda altre diagnosi con overlap sintomatologico con altre categorie diagnostiche.