INTERVISTA A GIULIO PERUGI
Ieri il Prof. Callieri durante il suo intervento sul delirio ha detto una cosa molto giusta,a mio avviso, rispetto agli aspetti psicoterapici, cioe� ha detto che il delirio e� curabile dal punto di vista psicoterapico se il paziente e� in grado di comprenderne gli aspetti simbolici�e quindi si puo� prescindere dal contenuto�
Il problema emerso oggi mi pare quello dell�individuare delle terapie farmacologiche, che fanno necessariamente parte di una terapia integrata, che siano il piu� possibile efficaci, mi sembra di capire che, in realta�, siamo molto lontani dall�aver individuato una terapia specifica�� ��Che e� poi un discorso analogo a quello fatto dal Prof. Callieri,: se diciamo che possiamo trattare i deliri solo se il paziente ne comprende il contenuto simbolico del delirio, significa che possiamo trattare solo una parte minore dei deliri, che ha un�aderenza minore al vissuto psichico, perche� se uno e� capace di distanziarlo e di vederne gli aspetti simbolici, insomma, e� un delirante che per lo meno ha una grande parte di se� capace di criticare certi aspetti�lo stesso vale per la terapia farmacologica��
�Ovvero?�
�Ovvero noi abbiamo degli strumenti che possano intervenire, ci sono forme che non sono croniche, che non sono strutturate, che si inseriscono in un certo contesto personale�su cui, se interviene in un certo momento, anche dal punto di vista farmacologico, si puo� avere un intervento, con gli antidepressivi in certe forme, gli SSRIs in particolare, e con gli antipsicotici in certe forme, che puo� essere risolutivo�praticamente la difficolta� della terapia sta nelle forme croniche, radicate�ha provato ha convincere un interista che avrebbe maggiori soddisfazioni se diventasse juventino?...provi a modificarlo con la psicoterapia e con i farmaci,�l�aderenza alle proprie fedi, alle proprie credenze e� difficile da modificare con qualsiasi intervento, quindi non vedo la ragione per cui funzionerebbe meglio un intervento piuttosto che un altro�ed anche, ogni intervento ha il suo spazio d�azione e la sua indicazione in un paziente piuttosto che un altro, probabilmente i due interventi insieme sono sinergici, comunque l�efficacia che abbiamo e� parziale�Si potrebbe anche dire:�Perche� non avete farmaci che curano la demenza?��eh, perche� la demenza e� una malattia che si cura male, per le sue caratteristiche�lo stesso e� per il delirio�
�Ma in futuro e� immaginabile individuare una classe di farmaci specifica?�
�In futuro e� immaginabile tutto�ad esempio prima del 1950 nessuno avrebbe immaginato che esistesse un composto chimico che riduce l�agitazione psicomotoria, pero�, poi si e� usato il Largactil, e da li� e� venuto il resto�ancora oggi per molta gente e� difficile immaginare che ci siano farmaci che cambiano gli stati d�animo, anche se poi quotidianamente noi beviamo ed il vino cambia il nostro stato d�animo�non e� facile dire�in futuro e� possibile tutto,�ci sono delle perplessita��.facevo prima l�analogia con la demenza, che presenta le stesse difficolta��e� difficile, perche� se noi avessimo qualcosa che puo� influenzare il sistema di credenze di un individuo, sarebbe anche piu� pericoloso di quelli che influenzano le emozioni��
�Su questo non c�e� dubbio, ma e� altrettanto vero che noi abbiamo questo povero corpo, per cui e� indubbio che, da qualche parte, un D2, D3, D4...coinvolto c�e���
�Certo, pero� e� difficile immaginare un farmaco con una selettivita� d�azione cosi� specifica��