Intervista a Bruno Callieri

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28 novembre, 2012 - 19:17

l titolo del convegno riguarda proprio l'eventuale utilita del delirio, e questo rimanda ad un concetto che Lei ha accennato, ossia il problema del passaggio dalla Wahnstimmung, dallatmosfera delirante, al delirio. Nella mia esperienza clinica in realta, pare che per il paziente sia estremamente piu angoscioso il momento della Wahnstimmung che del delirio. In qualche maniera sembra che il delirio venga vissuto dal paziente in maniera, per cosi dire, piu egosintonica rispetto alla Wahnstimmung, che invece, viene vissuta in maniera veramente strana, e che il delirio, in fondo venga vissuto in maniera piu convincente, almeno per il paziente. Cosa ne pensa?

‘Mi sembra si possa assolutamente da aderire alla sua visione, al modo in cui ha impostato il problema, perche’ cio’ che noi chiamiamo Wahnstimmung, ossia intonazione d’animo al delirio, espresso nella psicopatologia fenomenologica, indica la perdita, il dissolversi delle categorie di significati: i significati ci coinvolgono, siamo immersi in questa invisibile rete di ragno di significati. Or bene, nella Wahnstimmung questi si dissolvono, e noi non abbiamo un punto su cui porci. Il delirio,il costruirsi della tematica delirante, sia essa un dubbio, sia una certezza improvvisa, sia una illuminazione, ci fanno tirare un respiro di sollievo:’ahhh, adesso ho capito perche’ ero cosi’ angosciato, adesso, finalmente, ho recuperato la chiave dell’enigma’!’, e quindi traggo un respiro di sollievo, entro in questo delirio che, dall’esterno potrebbe essere visto come una galleria oscura e senza ritorno, ma visto dal lato del paziente non e’ una galleria senza ritorno, ma un’apertura al senso vero della sua vita. Qui allora si pone la problematica dell’ermeneutica: c’era gia’ prima in luce il desiderio ad una personale qualificazione del mondo, o questa e’ solo il frutto della mia, come avrebbe detto Sartre, ‘imagerie’, fantasia patologica?...Questo e’ il mistero, e preferisco tenerlo tale!!’

Nel Suo intervento ha parlato del suo paziente, Paolo, che si e suicidato: si potrebbe affermare che, in alcuni casi, la cura, e quindi leliminazione di quellubi consistans delirante, riporti i pazienti allangoscia precedente?

‘Assolutamente si’!e se lei ha colto con attenzione la vibrazione emotiva che ho avuto nel rievocare l’incontro con Paolo, avvenuto tanti anni fa, ha capito che mi coinvolge perche’ lo sentii come una scommessa perduta’’

 

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