D. L'intervento che ha fatto all'inaugurazione era dedicato alla figura di Golgi, di cui nel 2006 ricorre il centenario del conferimento del premio Nobel. Questa figura nasce nell'ambiente austro-ungarico e viene a contatto con tutti i più famosi neurologi del tempo. Sarebbe interessante approfondire il significato dell'importanza della neurologia a cavallo dell'inizio del XX secolo e come Golgi si inserisce all'interno di queste figure della neurologia.
R. Golgi nasce nella Lombardia austriaca nel 1843, studia e si laurea a Pavia, ed immediatamente dopo l'unità d'Italia vive questa epoca di grande rinascita culturale del paese che ha a Pavia un punto focale con la presenza di scienziati quali C. Lombroso, professore di clinica delle malattie nervose e mentali, di cui Golgi diventa rapidamente assistente, e di Bizzozzero che fu la persona chiave nello sviluppo delle scienze medico-biologiche in Italia nella seconda metà dell'ottoccento. Ora Golgi acquisisce da Lombroso l'interesse per il Sistema Nervoso e da Bizzozzero i metodi attraverso cui arrivare allo studio del Sistema Nervoso. Nella sua vita ha la ventura di realizzare un'invenzione straordinaria che aprirà la scatola nera del Sistema nervoso. Prima di Golgi quando si guardava alla struttura fine del Sistema Nervoso non si riuscivano assolutamente a vedere elementi dotati di significato di coerenza. Vi era un guazzabuglio di corpi cellulari immersi all'interno di una matrice che alcuni descrivevano come amorfa, altri come fibrillare, ma non vi era un metodo che permettesse di ricostruire tridimensionalmente la reale struttura dell'encefalo e del midollo spinale. Il suo metodo realizzò in un colpo solo questo avanzamento. Fu un avanzamento tecnologico fondamentale che diede poi origine alla rivoluzione neuroscientifica che diventerà dominante alla fine del secolo e che passerà dall'Italia attraverso tutti i paesi Europei, in particolare i paesi di origine tedesca a cui Pavia era rimasta legata anche dopo l'unità di Italia. Golgi innestò questa rivoluzione scientifica permettendo alla scienze neurologiche di conoscere le strutture fini dell'encefalo e permettendo che queste conoscenze si trasferissero nell' ambito della neurologia clinica. Per altro Golgi fu anche un neurologo clinico e per primo descrisse le alterazioni istopatologiche della Corea di Hungtington. Identificò il depauperamento neuronale e la gliosi reattiva tipica di questa malattia nei nuclei della base e le alterazioni a livello frontale che causano la demenza che accompagna la Corea di Hungtinton.
D. Che importanza ha studiare storicamente lo sviluppo del pensiero neurologico per un neurologo di oggi.
R. Penso che sia comunque importante perché sapere da dove si arriva serve a capire dove si va. Ci sono elementi nella scienza dell'ottocento e del primo novecento che hanno riflessi anche nel periodo contemporaneo. Ad esempio quattro anni fa pubblicai un articolo su Nature in cui mettevo in relazione delle recenti osservazioni fatte con l'ausilio della RMN funzionale con alcuni dati storici. La realizzazione durante l'attività onirica di alcune importanti scoperte legate al nome di personaggi importanti.
D. Chissà cosa ne avrebbe pensato Freud.
R. Per Freud il sogno è la realizzazione di un desiderio. Non penso che questo si possa interpretare in senso strettamente Freudiano. Penso che questi studi di neuroimaging dimostrino come durante il sogno vengano riattivate aree che erano attive durante la veglia. Lewy ha l'idea di un esperimento che lo porterà a scoprire la natura chimica della la sinapsi durante il sogno, ma è chiaro che lui stava già lavorando al problema e tutti i tasselli si mettono insieme durante il sogno. Un altro esempio noto è quello di Mendeleev che ha l'idea della tavola periodica degli elementi durante il sogno. Un ulteriore esempio è quello di Kekule che in sogno vide l'immagine di un serpente che si mordeva la coda ed intuì così la struttura del benzene.
D. Freud direbbe che la soluzione era sepolta nel preconscio di queste persone e che dovevano solo liberarla.
R. Non so se i compartimenti della mente ideati da Freud abbiano ancora un significato reale dal punto di vista delle neuroscienze. Come strumenti metaforici e concettuali possono avere ancora una sostanza, ma dal punto di vista neuroscientifico e della RMN funzionale mi pare che queste metafore non siano riconducibili in questi termini. Io avevo messo in relazione questi tre casi con i recenti studi di tipo neurofisiologico e un successivo lavoro su Nature ha confermato i miei dati. Questo può essere un esempio in cui la storia della scienza può avere anche un'influenza diretta su ricerche in corso. La storia delle neuroscienze come storia della cultura e come storia di un settore che ha forti connotati di tipo filosofico è un arricchimento culturale ed è anche una forma di forte motivazione a chiunque si avvicini al fascino del cervello per continuare a sviluppare i suoi studi con entusiasmo, sapendo che si avvicina ad un organo che è unico nell'universo conosciuto.
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