CORSO D'AGGIORNAMENTO INSUFFICIENZA VEGETATIVA:DIAGNOSI E TRATTAMENTO
Moderatori
P. CORTELLI (Bologna) – G. VITA (Messina)
MALATTIE CON CORPI DI LEWY
A. ALBANESE (Milano)
ATROFIA MULTISISTEMICA
A. R. BENTIVOGLIO (Roma)
NEUROPATIE VEGETATIVE
G. VITA (Messina)
TERAPIA DEI DISTURBI CAUSATI DA INSUFFICIENZA VEGETATIVA
P. CORTELLI (Bologna)
Il Dott. Albanese ha analizzato il tema delle malattie con corpi di Lewy inserendole come componenti eziopatogenetiche del PD; inizialmente ha fatto dei cenni storici sugli studi sui Corpi di Lewy. Continuando introduce quello che e' la disautonomia nei parkinsonismi monogenici e sulla possibile eziopatogenesi della alfa-sinuclein nel PD.
Inoltre cita studi precedenti riguardanti il PD dove si afferma che la neurodegenerazione non inizia, come comunemente sostenuto, nella sostanza nigra.
Importanti sono gli accenni sul dolore non distonico presente in un paziente affetto da PD e l'interazione di questo con la malattia.
In conclusione afferma che tutte le sinnucleopatie sono associate alla disautonomia la quale e' implicata nel processo degenerativo che determina la sintomatologia parkinsoniana.
La Dott.ssa Bentivoglio analizza, riallacciandosi all'intervento precedente, il concetto di disautonomia inserendolo come elemento comune tra Atrofia multisistemica(MSA) e PD e come efficace elemento di diagnosi differenziale. Proseguendo elenca quelli che sono i criteri diagnostici per quanto riguarda la MSA ed il PD aggiungendo come elemento differenziale i disturbi del movimento che identificano esclusivamente il PD; le disfunzioni urinarie che compaiono nelle fasi piu' tardive del PD ed invece possono costituire il primo sintomo nell'MSA; le disfunzioni respiratorie del sonno dove maggiore grado di severita' lo hanno nell'MSA.
In conclusione l'inquadramento diagnostico precoce della disautonomia riduce considerevolmente l'errore nelle diagnosi differenziale.
Segue l'intervento del Dott. Vita il quale illustra le neuropatie vegetative suddividendole in forme acute/subacute e forme croniche :
Acute/Subacute Neuropatie autonomiche disimmuni
Sindrome di Guillain-Barr�
Neuropatie paraneoplastiche
Neuropatie da farmaci
Neuropatie tossiche
Porfiria
Diabete mellito
Uremia
Alcolismo cronico
Epatopatia cronica
Patologie respiratorie croniche
CIDP
Neuropatie infettive
Patologie del tessuto connettivo
Amiloidosi Familiare
Neuropatie ereditarie
Deficit di Dopamina beta-idrossilasi
M. di Anderson-Fabry.
Infine il relatore introduce all'argomento che tratta successivamente il Dott. Cortelli e parla infatti di ipotensione ortostatica enunciando i fattori scatenanti, di disturbi vasomotori e sudomotori, gastrointestinali, urinari e della funzione pupillare.
Inizialmente il Dott. Cortello introduce la problematica dei trattamenti farmacologici dei disturbi del SNV causa la sola presenza di terapie sintomatiche per la bradicinesia, la rigidita' e per il tremore. Successivamente riprende l'argomento introdotto dal relatore precedente quale l'ipotensione ortostatica e lo correla all'ipertensione supina.
Tratta poi l'argomento della prevenzione della IO indicandone fasi e modalita'; nella prima fase, definita educazionale riabilitativa, spiega di come deve essere posta l'attenzione sull'interazione dei farmaci; nella seconda fase indica la dieta appropriata portando come esempio l'introduzione di liquidi(2-2,5l/die), sali, carboidrati (per contrastare la L-Dopa), piccoli pasti proteici durante il giorno, l'assunzione di dolci e o alcool la sera prima di andare a dormire, l'utilizzo di calze elastiche essenziali quando vi e' uno scompenso ortostatico; nell'ultima fase s' interessa dell'attivita' fisica costante attraverso esercizi aerobici soprattutto in acqua.
Lo scopo del trattamento farmacologico non e' quello di ridurre i valori pressori ma rendere l'IO asintomatica. Continua affermando che l'utilizzo dell'acqua come elemento terapeutico puo' essere di beneficio in termini di aumento della pressione nei pazienti con disautonomia anche se questo vale per i primi 20 minuti circa successivi all'assunzione di almeno 0,5l di acqua.
Infine elenca e tratta i principali farmaci in commercio e non, mettendo particolare attenzione anche alla classe di appartenenza.
Grazia Torella
Marinella Gambineri
SIMPOSIO
GESTIONE DELL'INSONNIA (CRONICA) E MALATTIE NEUROLOGICHE
Relatore: G.L. Gigli (Udine)
L'insonnia, difficolta' ad iniziare o a mantenere lo stato di sonno, e' un disturbo comune della popolazione generale, e frequentemente associato ad altre condizioni patologiche, spesso di interesse neurologico.
Le linee guida si propongono di affrontare le problematiche legate al sonno e alla gestione dei disturbi del dormire, patologia importante perch� condiziona gravemente la qualit� della vita di tutti i giorni, perch� � pi� frequente di quanto si pensi tra la popolazione e perch� spesso si presenta in concomitanza con altre patologie. L'Associazione Italiana di Medicina del sonno (A.I.M.S.) ha stimato che circa il 42% dei pazienti che si presentano dal medico, soffre di insonnia. Esistono variabili nelle cause di insonnia di carattere psicologico e sociale.
Bisogna puntare l'attenzione anche sui problemi generati dall'insonnia riconducibili alla sicurezza sul lavoro, alla guida, all'assenteismo nel luogo di lavoro e ai familiari che vivono accanto al paziente, soprattutto se bambino o anziano.
Non esiste un tempo per addormentarsi, ne' una durata del sonno, il sonno e' altamente soggettivo. L'insonnia si caratterizza per sintomi diurni (astenia, sonnolenza, memoria, ansia, irritabilita', ecc.) e notturni definiti indicatori dell'insonnia (qualita' e quantita' del sonno).
L'insonnia acuta e' meglio stroncarla al manifestarsi perche' tende a cronicizzarsi.
Si puo' classificare l'insonnia di livello 1, senza disfunzioni diurne e di livello 2, con disfunzioni diurne, i dati italiani del 2006 riferiscono una percentuale del 20% per il liv. 1 e del 44% per il liv.2.
L'insonnia puo' inoltre influenzare il decorso di patologie concomitanti.
Nel paziente insonne si rilevano:
– difficolta' ad addormentarsi
– disturbi diurni
– risvegli notturni con difficolta' a riaddormentarsi
– risveglio precoce al mattino con difficolta' nel riaddormentamento
Gli elementi rilevanti e considerati necessari per un'accurata diagnosi dell'insonnia sono: distinguere l'insonnia dalle altre patologie del sonno; distinguere i sintomi diurni e quelli diurni, le complicanze e le comorbilita'; identificare alcune forme di insonnia da altri disturbi del sonno come ad es. la sindrome delle gambe senza riposo, sindrome delle apnee ostruttive; identificare l'insonnia come elemento che influenza la prognosi delle patologie concomitanti. La corretta diagnosi dell' insonnia cronica e' la prima possibilita' di trattamento.
Il clinico deve trattare l'insonnia come disturbo primario e non come conseguenza di altre patologie. Sono possibili terapie specifiche che possono ridurre i sintomi.
I trattamenti terapeutici per l'insonnia cronica, si possono ricondurre a:
– terapie cognitive e comportamentali;
– farmaci.
Per quanto riguarda la terapia farmacologica esistono 3 farmaci approvati da USA FDA, quali: zolpidem, remelteon, eszopiclone. Quest'ultimo farmaco e' l'unico testato nel 2005 per uso prolungato sui 12 mesi, che non ha evidenziato problemi di assuefazione dopo l'interruzione del trattamento.
Purtroppo questi farmaci non sono ancora in commercio in Italia e si spera vengano introdotti presto in commercio.
Stefania Lupo
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