Dicembre e’ stato il mese che ha visto finalmente la pubblicazione da parte del National Institute of Clinical Excellence (NICE) (http://www.nice.org) delle tanto attese linee guida per il trattamento della schizofrenia.
Il NICE e’ un’agenzia fondata nel 1999, e parte del NHS, per implementare la clinica basata sull’evidenza e fornire linee guida sul trattamento medico che siano uniformi in Inghilterra e Galles, facendo in modo che la terapia prescritta sia "uguale per tutti" e sopratutto basata sulla migliore evidenza disponibile.
Da qualche anno nel Regno Unito il dibattito e’ acceso all’interno del servizio sanitario nazionale (NHS), sul trattamento farmacologico e non della schizofrenia. I maggiori punti di dissidio sono stati in questi anni l’uso degli antipsicotici cosiddetti tipici (alloperidolo e simili) a paragone degli atipici (olanzapina, risperidone, etc.).
Nel 1999 le "linee guida per la schizofrenia" pubblicate dal Royal College of Psychiatrists suggerivano che gli antipsicotici tipici dovessero essere usati come prima scelta nel trattamento, sulla base che in studi clinici gli antipsicotici atipici erano più efficaci rispetto ad alte dosi di neurolettici tipici e che il loro costo era maggiore rispetto a questi ultimi.
All’interno della comunità scientifica le opinioni sull’uso degli antipsicotici di nuova generazione sono contrastanti. Negli Stati Uniti l’uso di questi ultimi e’ molto maggiore rispetto ai tipici. Nel Regno Unito solo una minoranza di pazienti ricevono antipsicotici atipici e spesso questi vengono usati contemporaneamente ai neurolettici classici.
Una differenza importante inoltre esiste nel trattamento tra diverse aziende ospedaliere, dovuto sopratutto alle risorse economiche di ogni azienda, dato il costo maggiore dei nuovi antipsicotici.
Le linee guida pubblicate la settimana scorsa comprendono raccomandazioni per il trattamento della schizofrenia acuta e cronica da parte di servizi generici e specialistici. Rilevano degli aspetti che sono stati giudicati fondamentali per chiunque si occupi di trattamento della schizofrenia, dopo una revisione dell’evidenza disponibile da parte di un gruppo di soggetti affetti da schizofrenia e professionisti del settore salute mentale.
Una delle prime raccomandazioni e’ che ogni professionista del settore "deve lavorare in collaborazione con pazienti e familiari offrendo aiuto, trattamento e supporto in un’atmosfera di ottimismo e speranza". Molto peso si da’ in questo senso alla necessità di una decisione in merito al trattamento che sia informata e nasca da una collaborazione col paziente.
Le linee guida tengono conto anche della difficoltà, insita nella natura stessa di questa patologia, di prendere decisioni o essere parte del processo decisionale, consigliando però al clinico di fare ogni sforzo possibile per consentire al paziente di dare un consenso informato e di comprendere la natura del trattamento, prima che questo venga istituito.
Viene anche data grande importanza alla famiglia del paziente, dando a questa informazioni sul trattamento e sulla malattia.
Riguardo agli antipsicotici atipici, il loro uso per via orale ed a dosi moderate, viene raccomandato nei casi di nuova diagnosi di schizofrenia come farmaci di prima scelta. Ciò sopratutto come risposta alle polemiche sull’uso dei nuovi o vecchi antipsicotici. Viene anche consigliato l’uso di un solo antipsicotico, da usare in dosi moderate. Circa la metà dei pazienti trattati con neurolettici infatti riceve più di un farmaco contemporaneamente. L’evidenza dimostra che ciò non aumenta però l’efficacia clinica.
La psicoterapia, ad indirizzo cognitivo-comportamentale e interventi che coinvolgono la famiglia sono descritti nelle linee guida come una parte indispensabile del trattamento di ogni paziente con schizofrenia.
E’ sicuramente troppo presto per sapere quale sarà l’impatto che le linee guida avranno sul modo di fare clinica di ogni psichiatra del paese, ma sicuramente il dibattito è sempre più acceso su quale sia il trattamento di scelta e più facilmente realizzabile per la schizofrenia.
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