Abbiamo detto che alcuni strumenti di valutazione tendono ad essere "reattivi", modificano cioè il comportamento che vogliamo indagare soltanto per il fatto che il soggetto sa di essere sottoposto a valutazione. In generale, questo effetto è da evitare e perciò si tende, in vario modo, a rendere per quanto possibile "non-reattivi" gli strumenti di valutazione standardizzata. Questo può essere ottenuto adottando particolari tecniche di valutazione, ma esistono anche le cosiddette misure non intrusive, che evitano la reattività da parte del soggetto, valutandolo senza che questi se ne renda conto. Questo può essere fatto misurando i risultati del suo comportamento (contando, ad esempio, i mozziconi di sigaretta, misurando la quantità di vino rimasta, valutando la quantità e/o la qualità del lavoro svolto, eccetera) od osservando direttamente il comportamento attraverso specchi unidirezionali. In alcuni casi possono essere usate informazioni raccolte in altre circostanze e per altri fini (il registro delle presenze scolastiche, ad esempio, può fornire informazioni sull'impegno scolastico, il registro del Pronto Soccorso ci può dire se il paziente ha avuto ricadute e quante e così via).