Stigma, Medical Humanities & Postmodernità
Gli arricchimenti non economici del mondo della psiche
[Teatro] La confutabilità popperiana del Divino ne "La leggenda del grande inquisitore"
![Share this](/sites/all/modules/addtoany/images/share_save_171_16.png)
21 dicembre, 2013 - 19:27
![](/sites/default/files/u6208/201212131814062.jpg)
![](/sites/default/files/u6208/grande-inquisitore-orsini-1.jpg)
Il finale regala ai nostalgici del monologo un saggio della bravura di Orsini il quale simulando una TED conference (le conferenze tenute da personaggi famosi nel mondo dove vengono espresse idee degne di essere diffuse in un tempo massimo di 18 minuti e che trovano il naturale sbocco sul Web) restituisce lo scritto di Dostoevskij "asciugato" come lo stesso attore l'ha definito, preparando il pubblico all'uscita dalla trance dello spettacolo (per chi l'ha seguito).
Nel complesso la scrittura della piece teatrale apre punti di discussione senza naturalmente risolverli, scava nelle coscienze di chi è abituato all'insight e tramite un vocabolario accuratamente selezionato riesce a costruire una bolla culturale di circa novanta minuti. A ben vedere lo spettacolo ha un climax invertito rispetto ai canoni soliti della drammaturgia: inzia con un finale e termina con un esposizione tematica statica. Non ci rimane che applaudire l'esperimento di scrittura e considerare che l'appellativo di "attore pensante" dato a Orsini da Carmelo Bene calzi come un guanto.
La leggenda del grande inquisitore da Fratelli Karamazov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Regia: Pietro Babina
Cast: Umberto Orsini E Leonardo Capuano
drammaturgia Pietro Babina, Leonardo Capuano, Umberto Orsini
scene Federico Babina, Pietro Babina
costumi Gianluca Sbicca
musiche Alberto Fiori
video effects Miguel Derrico
sound design Alessandro Saviozzi
scenotecnico Filippo Lezzi