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Si vota per l’Ordine degli Psicologi o si vota per la Psicologia?

8 Gen 14

A cura di luigidelia

Lo premetto subito: non sono una voce super partes, tutt’altro, pur essendo fuori dal “giro” da qualche anno rimango pur sempre uno dei fondatori di AltraPsicologia (AP), compagine che da circa 9 anni si batte per il rinnovamento della vetusta classe dirigente degli psicologi e il rilancio qualitativo della professione. 

La mia visione è dunque partigiana.

Sogno una categoria più selettiva e riservata a chi effettivamente lavora, che cresce in proporzione alla domanda sociale e non per ipertrofismo accademico; una categoria più qualificata e preparata, più attiva nella società e più riconosciuta dalle istituzioni, più poliedrica nei suoi campi applicativi (e non solo nella clinica) e più in grado di dialogare con tutti, più attenta alle nuove frontiere della professione, più in grado di darsi rappresentanza politica nelle istituzioni nazionali.

Se la Psicologia in quanto scienza e campo di innumerevoli saperi è potenzialmente ovunque, di converso gli psicologi sono invece al momento relegati a ruoli del tutto marginali, soprattutto per proprie responsabilità. C’è dunque molto lavoro da fare.

Detto ciò, cominciamo col dire che sono in corso in questi giorni le elezioni per il rinnovo degli Ordini regionali degli psicologi (e di conseguenza di quello Nazionale), e solo qualche mese fa ci sono state le elezioni per gli organi direttivi della cassa di previdenza professionale (ENPAP) che hanno visto una svolta storica con la vittoria di AP (maggioranza assoluta nel CDA e relativa nel consiglio di indirizzo), e tale rinnovo già in questi primissimi mesi sta già producendo un cambio di passo sensibilissimo e tangibile in questa istituzione la cui gestione precedente, ricordiamo mestamente, s’era chiusa con lo scandalo dell’acquisto del palazzo di Via della Stamperia, sul quale il precedente presidente Arcicasa è tutt’ora indagato. Ma siamo solo a metà del guado.

Purtroppo le misere percentuali di voto che si registrano invariabilmente in queste elezioni coincidono col disinteresse crescente e il disincanto dei colleghi i quali, non senza ragioni, considerano gli Ordini in generale dei retaggi di epoche passate e quello degli psicologi come particolarmente inutile in quanto la sua presenza nella vita professionale di ciascuno si risolve nel riscuotere la tassa annuale, tenere l’Albo aggiornato e istruire qui e là delle pratiche deontologiche che per la maggior parte si risolvono con archiviazioni. E poi ogni tanto arriva un noiosissimo bollettino che rimane incellofanato e cestinato, o una newsletter che viene al massimo letta distrattamente. Incidenza quindi asintotica allo 0. Ergo, si pensa, potremmo benissimo risparmiarcelo. In sostanza l’Ordine appare nei resoconti dei colleghi come un’entità astratta, lontana, talora anche ostile, buona solo a garantire l’entourage che lo sostiene e a pagare i gettoni e gli stipendi ai suoi dipendenti.

I nemici giurati dell’Ordine devono però purtroppo rassegnarsi: la Psicologia è, ci piaccia o no, per la legge italiana una disciplina del comparto sanitario e qualunque futuristica riforma che potrebbe riguardare l’organizzazione o l’abolizione degli ordini professionali in Italia (a mio parere assai remota), non andrà mai a toccare la legislazione sanitaria per cui mettiamoci l’anima in pace, lasciamo i nostri sogni sulla possibile riorganizzazione anglosassone-liberista nel cassetto, e guardiamo avanti: l’Ordine degli Psicologi è quindi prevedibilmente destinato a rimanere ancora per un bel po’.

Cosa possiamo dunque fare per migliorarlo?

Ed ecco il motivo della nascita di AltraPsicologia. AP nasce proprio sull’idea che ciò che la legge non proibisce, consente, aprendo la possibilità per gli Ordini di diventare istituzioni realmente rappresentative dei colleghi in grado di svolgere non solo la stretta burocrazia, ma anche azione politica di sviluppo, tutela, promozione, immagine, dialogo con i media, servizio, etc.

Fino ad oggi l’occupazione militare alla quale abbiamo assistito non solo s’è limitata allo strettissimo necessario indicato dalla legge, ma l’ha svolto svogliatamente, sciattamente, passivamente, burocraticamente, arroccandosi e allontanandosi sempre più dalla base (sempre più giovane e precaria), finendo per diventare enclave clientelare e lobbistica degli interessi prevalenti non dei colleghi, ma solo di una parte ristrettissima di essi: psicologi sanitari (leggasi AUPI, il 4% del totale), lobby delle scuole e scuolette di specializzazione (tutte ammucchiate ed indistinguibili), psicologi del mondo accademico. Come spessissimo accade anche nella politica nazionale, una minuscola minoranza, ma ben organizzata, orienta con strumenti non sempre leciti, pacchetti di voti e con percentuali di 2-3% di clientes riesce a portarsi a casa tutto il bottino elettorale, parassitando di fatto tutta la categoria e riconfermando all’infinito le politiche ultra-conservatrici e gattopardesche di sempre.

AltraPsicologia ha già rappresentato una forte discontinuità rispetto a questo miserevole andazzo: le scorse elezioni ha con le sue sole forze conquistato l’Ordine Lombardia (e questi sono i risultati concreti dei primi 4 anni) e con la vittoria ENPAP già citata.

Nel giro di pochi anni (9) una nuova generazione nata dal nulla, proveniente dalla libera professione e auto-convocatasi per formarsi 365 giorni all’anno come classe dirigente, sta segnando un ricambio generazionale che non è solo un passaggio di testimone tra “parenti e affini” come spesso accade, ma un vero e proprio rinnovamento ideologico discontinuo che guarda molto lontano.

Scenario elettorale

Per la maggior parte dei colleghi che in genere non votano o che vanno mal volentieri a votare solo perché conoscono questo o quello o che, come detto sopra, non sentono nella loro vita professionale alcuna incidenza della presenza di un Ordine come il nostro, vorrei provare a fornire il mio personale scenario delle compagini in campo attraverso POCHE ESSENZIALI INFORMAZIONI.

A) La maggioranza degli Ordini regionali è DA SEMPRE in mano al sindacato AUPI che rappresenta solo il 4%  corrispondente ai colleghi del comparto sanitario, che non ha alcuna vision sulla libera professione, né alcun interesse a promuoverla. 
ATTENZIONE! Non troverete liste "AUPI" in quanto si presenta sotto mentite spoglie con nomi fittizi estemporanei in ogni regione. Troverete quindi liste "fungine" dove sono inseriti candidati del servizio sanitario. 

B ) Le altre compagini a carattere nazionale o quanto meno interregionale che rappresentano in prevalenza liberi professionisti (il 96%) sono AltraPsicologia, Cultura e Professione e SIPAP (poi ci sono anche liste locali su cui non mi soffermo).

C) L'unica compagine che funziona da sempre come un gruppo democratico a carattere nazionale che si è data la mission di rinnovare la classe dirigente vecchia e impotente attuale è AltraPsicologia, che lavora 365 giorni l'anno da circa 9 anni. E' l'unica compagine che presenta candidati che si sono formati all'interno del gruppo e che vengono presentati solo in funzione dei contributi portati nonché della motivazione condivisa orientata al rinnovamento e al servizio.

D) Le altre liste libere-professionali che rappresentano le lobby accademiche e delle scuole di specializzazione si costituiscono nell'immediatezza delle elezioni attraverso il prevalente metodo della COOPTAZIONE attraverso accordi di rappresentanza e di crocevia di interessi da portare nell'Ordine. I candidati sono quasi tutti dei perfetti parvenue, delle assolute comparse che vengono mosse dai soliti noti e che non hanno alcun interesse al rinnovamento. ESATTAMENTE COME AVVIENE NELLA POLITICA NAZIONALE COL FAMOSO PORCELLUM

E) Se volete dunque avere garanzie di rappresentanza, cambiamento e spirito di servizio non ci sono al momento nel panorama nazionale realistiche alternative al gruppo di AltraPsicologia in tutte le regioni in cui si presenta: Piemonte (si è appena finito di votare), Puglia (9-10-11 Gennaio), Lombardia, Lazio. Veneto, Abruzzo, Campania (10, 11, 12 Gennaio). Nelle Marche s’è già votato e AP s'è già affermata, in Sicilia ha eletto due consiglieri di minoranza, in Toscana s'è affermata una lista collegata ad AP. In Emilia Romagna si vota tra qualche mese.

F) Il voto ha senso SOLO SE ESTESO A TUTTI E 9 I COMPONENTI DELLE LISTA di ogni regione. Voti spezzettati non permettono governabilità.

Chi vuole un ordine che va all’attacco e vuole votare per la Psicologia non ha attualmente realistiche alternative.

P.S.: piccola appendice: il video che vedete qui  è uno dei tanti promo dei vari gruppi regionali per le elezioni… ma questo è il più divertente.

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