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Nozioni coloniali per le donne italiane-2

20 Mag 14

A cura di Luigi Benevelli

 
Nozioni coloniali per le donne italiane 2

È evidente che la politica di difesa della razza potrà dirsi veramente riuscita solo quando si sarà risolto il problema della donna in Colonia.
Il problema non consiste esclusivamente nella soddisfazione degli istinti sessuali dell’uomo. Se così fosse non difficile riuscirebbe la soluzione. Ma, in Africa più che altrove, […] la donna ha la funzione sociale di essere, innanzi tutto, la compagna dell’uomo nel senso più alto e più nobile dell’espressione.   […] Le donne possono, per un certo ordine di lavori, trovare utilmente impiego in Africa come  dattilografe, telefoniste, contabili, insegnanti, ecc. […] E il prestigio della donna in colonia potrà ancora essere accresciuto ove si provveda a inviare solo elementi sceltissimi e in nessun caso le naufraghe della vita. . […] I più insigni antropologi nostri hanno dimostrato che l’elemento conservatore del sangue è la donna, vincolo e quasi simbolo della continuità della razza. La donna come depositaria delle caratteristiche etniche, è capace di equilibrare persino e  neutralizzare, nella generazione, gli elementi decadenti o inferiori del maschio, e quindi è in grado di risanare le generazioni nuove. […]

Bisogna evitare un eccessivo commercio dei nostri bambini con quelli indigeni: a parte che il bianco deve sempre sapersi tenere a un livello di gran lunga superiore, sta il fatto che la troppa promiscuità costituisce un pericolo permanente di contrarre malattie infettive numerose e gravi. Il bianco stia da sé: è questione di decoro e di igiene.
 
Da Nozioni coloniali per le organizzazioni femminili del Partito nazionale fascista, Trento, 1939
 pp. 117-19, 164 passim.

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