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Presentazione / Introduzione

24 Mag 14

A cura di maurizio.pompili

Il suicidio è un fenomeno complesso che ha attirato l’attenzione di 
filosofi, teologi, medici, sociologi ed artisti nel corso dei secoli. E’ 
difficile spiegare perché alcuni individui decidano di suicidarsi mentre 
altri in situazioni simili o persino peggiori non facciano altrettanto. 
Sappiamo però che la maggior parte dei suicidi può essere prevenuta. Il 
suicidio è attualmente un problema grave nella salute pubblica nella maggior 
parte delle nazioni. E’ una delle prime cause di morte nel mondo 
soprattutto tra i giovani. Affligge profondamente gli individui, le famiglie, 
i luoghi di lavoro, la comunitá e la societá nel suo complesso. 
L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ogni anno nel mondo sono 
circa un milione gli individui che commettono il suicidio. Questo dato 
rappresenta una perdita di vite umane più alta rispetto alla perdita di vite 
causata da guerre ed omicidi ogni anno; tre volte la perdita di vite umane 
registra nella tragedia dello Tsunami nel sud-est dell’Asia nel dicembre 
del 2004; inoltre ogni giorno muoiono a causa del suicidio l’equivalente 
delle vittime causate dall’attacco alle torri gemelle di New York l’11 
settembre del 2001. E’ dunque un fenomeno che non può essere ignorato e vi 
è la necessità di infrangere quel silenzio e quel composto, ma deleterio, 
sviamento dal tema attuato quotidianamente.
La formazione di addetti alla salute in genere e a quella mentale in 
particolare rappresenta un obiettivo importante per identificare, valutare e 
gestire la persona con intento suicida nella comunitá. Nonostante la 
complessitá e la gravitá del problema, la prevenzione del suicidio non può 
essere vista solo come responsabilitá degli esperti, piuttosto la 
prevenzione del suicidio dovrebbe riguardare tutti.
Ci sono tre caratteristiche nello stato mentale della persona suicida:
1.        Ambivalenza: la maggior parte delle persone hanno sentimenti 
contraddittori circa l’idea di suicidarsi. Il desiderio di vivere e quello 
di morire si alternano nell’individuo suicida. C’è sempre il bisogno di 
risolvere il dolore psicologico, sotto il quale si nasconde il desiderio di 
vivere. Infatti, molte persone suicide in realtà non vogliono morire; ma 
sono afflitte da un tormento psichico che, se risolto, fa allontanare i 
pensieri e i propositi suicidari.
2.        Impulsivitá: il suicidio è un atto impulsivo. Come ogni altro impulso, 
quello di commettere il suicidio è transitorio e dura da minuti ad ore. E’ 
generalmente innescato da eventi negativi nella vita di tutti i giorni. La 
risoluzione di queste crisi, apre la strada alla possbilitá di poter 
risolvere alla base l’impulso suicida.
3.        Rigiditá: quando gli individui sono suicidi, il loro pensiero, i loro 
sentimenti e le loro azione sono ristretti. Pensano costantemente al suicidio 
e non sono in grado di considerare altre soluzioni al problema. Hanno 
pensieri drastici. Molti individui suicidi comunicano il loro intento. Spesso 
inviano segnali, e affermano di ‘voler morire’, ‘sentirsi inutili’ o 
cose simili. Sono tutte richieste di aiuto che non devono essere ignorate.
Ognuno può far qualcosa per aiutare a ridurre il numero delle persone che 
tentano di risolvere il loro dolore con il suicidio. Dal momento che il 
suicidio è causato dall’interazione di molti fattori, può essere 
combattuto in molti modi diversi. C’è bisogno che ognuno di noi condivida 
una parte di responsabilitá nella prevenzione del suicidio. Abbiamo bisogno 
di un informazione corretta che dia a tutti strumenti pratici per 
riconoscere, gestire o indirizzare all’esperto un individuo con crisi 
suicidaria.
Spesso, molti individui, sentendo chi afferma ‘Sono stanco di vivere’ o 
‘Non c’è motivo di vivere’ sono stupefatti e riferiscono esempi di 
persone che si sono trovate in situazioni peggiori. Nessuna di queste 
risposte aiuta l’individuo suicidario.Il primo contatto con la persona 
suicida è molto importante. Spesso il contatto avviene in un ambiente 
ospedaliero affollato o in casa, luoghi dove non si ha la possibilità di 
avere un colloquio tranquillo e privato. Spesso il soggetto a rischio di 
suicidio si presenta con pensieri identificabili con le seguenti espressioni: 
essere tristi, depressi, ‘Vorrei essere morto’, solitudine, ‘Non riesco 
a fare nulla’, ‘Non posso più andare avanti così’, ‘Sono un 
perdente’, ‘Gli altri staranno meglio senza di me’. Tutti dovrebbero 
riconoscere i segnali d’allarme per il suicidio. Colui che minaccia di 
farsi male o di uccidersi, oppure lo desidera ed è in cerca di mezzi come 
armi da fuoco, farmaci o altro e che parla della morte, cosa insolita per 
tale persona, dovrebbe indurre la considerazione di un alto rischio di 
suicidio.
La prima cosa da fare è trovare un posto adatto e tranquillo dove poter 
parlare. E’ necessario poter dedicare del tempo, a volte più di quello 
preventivato. Il compito più importante è quello di ascoltare 
efficacemente, cioè rendersi disponibili ad ascoltare il dolore che affligge 
l’individuo suicida. Lo scopo è creare un contatto che porti alla 
riduzione della sfiducia, della disperazione e che possa dare speranza alla 
persona nella possibilitá di cambiare in meglio le cose. Per facilitare la 
comunicazione è richiesto un approccio calmo e accogliente senza esprimere 
giudizi. E’ molto importante atteneresi ai suggerimenti elencati nella 
tabella 1.

Tabella 1 ‘ Suggerimenti per la gestione della crisi suicidarla

Come comunicare
‘         Ascoltare attentamente, con calma
‘        comprendere i sentimenti dell’altro con empatia
‘        emettere segnali non verbali di accettazione e rispetto
‘        esprimere rispetto per le opinioni e i valori della persona in crisi
‘        parlare onestamente e con semplicità
‘        esprimere la propria preoccupazione, l’accudimento e la solidarietà
‘        concentrarsi sui sentimenti della persona in crisi

Come non comunicare
‘        interrompere troppo spesso
‘        esprimere il proprio disagio
‘        dare l’impressione di essere occupato e frettoloso
‘        dare ordini
‘        fare affermazioni intrusive o poco chiare
‘        fare troppe domande

Domande utili
‘        Ti senti triste’
‘        Senti che nessuno si prende cura di te’
‘        Pensi che non valga la pena di vivere’^
‘        Pensi che vorresti suicidarti’

Indagine sulla pianificazione del suicidio
‘        Ti è capitato di fare piani per porre fine alla tua vita’
‘        Hai un idea di come farlo’

Indagine su possibili metodi di suicidio
‘        Possiedi farmaci, armi da fuoco o altri mezzi per commettere il suicidio’
‘        Sono facilmente accessibili e disponibili’

Indagine su un preciso lasso di tempo
‘        Hai deciso quando vuoi porre fine alla tua vita’
‘        Quando hai intenzione di farlo’

La sfida della prevenzione del suicidio dovrebbe essere intrapresa dalla 
collettività. Gli addetti alla salute mentale e tutti gli operatori che 
entrano in contatto con la popolazione generale per fornire servizi di 
assistenza, consulenza e supporto dovrebbero essere coloro che veicolano 
informazioni chiare e precise sul riconoscimento e sulla gestione del 
soggetto suicida. Campagne di sensibilizzazione a livello nazionale proposte 
dalle autorità competenti dovrebbero essere estese a tutta la popolazione 
rispettando le guidelines proposte ai mass-media per la diffusione di servizi 
e reportage riguardanti il fenomeno suicidario.

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