DOCUMENTO DEGLI OPERATORI PROFESSIONALI IMPEGNATI NEL SETTORE DELLE DIPENDENZE

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23 settembre, 2014 - 06:47

NdR. Erit-Italia (Italian Federation for Professionals Working in the Field of Drug Abuse) ha inviato alle Autorità di governo una riflessione per chiedere la costituzione di un Tavolo di consultazione in materia di Dipendenze. L’iniziativa si inserisce nel vuoto di programmazione in cui è stato lasciato il settore negli ultimi anni. L’auspicio è quello di incontrare una classe dirigente aperta e disponibile al dialogo. In questo caso Erit-Italia si dichiara pronta ad offrire il suo contributo. Riportiamo con piacere il documento, firmato da Riccardo Zerbetto Presidente di ERIT ad interim e da Umberto Nizzoli Presidente onorario di ERIT, nella speranza che susciti interesse in tutti gli stakeholder.
Il testo è stato pubblicato come editoriale nell'ultimo numero della rivista "PERSONALITA' E DIPENDENZE".

 

 
Enormi sono i costi individuali, familiari e sociali che derivano dal diffondersi dei consumi di massa di sostanze psicoattive lecite ed illecite che, in tempi recenti, si associa al dilagare di dipendenza comportamentali come il gioco d’azzardo, da Internet, overeating  etc.. L’insieme di questi fenomeni di addiction rappresenta una sfida alla società contemporanea che impone la necessità di ridefinire le politiche di governance in tema di dipendenze patologiche nel nostro Paese. I sottoscritti Operatori professionali, che aderiscono in buona parte alla Associazione ERIT che da oltre trent’anni operano nel campo specifico, intendono offrire la loro disponibilità ad operare come interlocutori delle Autorità di Governo nel disegnare una nuova politica socio-sanitaria di settore che possa andare oltre le difficoltà di interazione con le Autorità di Governo rappresentate sino ad ora dal Dipartimento per le politiche antidroga, a cui pure non disconosciamo grande efficientismo e capacità organizzativa.
ERIT intende, con queste note, anticipare la richiesta per l’apertura di un tavolo di consultazione più allargata che tenga anche conto di altre associazioni scientifiche che compongono il Coordinamento Nazionale delle Società Scientifiche in materia di Dipendenze patologiche con le quali sono stati avviati contatti in tale direzione.
Nel richiedere ai referenti di Governo un incontro di consultazione, i Sottoscrittori del presente documento intendono segnalare preliminarmente, e con carattere di priorità, i seguenti punti:
  1. L’attuale assetto dei Servizi a favore delle persone affette da dipendenza rappresenta il risultato di oltre quaranta anni di lavoro ed affinamento delle politiche sociali e sanitarie sul tema specifico, in linea con analoghe evoluzioni riscontratesi in altri paesi europei e costituisce un patrimonio di acquisizioni e di esperienze che merita di essere preso attentamente in esame di fronte al pur urgente obiettivo di rinnovamento degli stessi servizi come risposta alla evoluzione della società e delle forme nelle quali si esprime il complesso delle dipendenze farmacologiche e comportamentali. Tale considerazione è stata da alcuni anni sostanzialmente elusa; ci auguriamo che una fase di più ampia e democratica consultazione-collaborazione possa essere avviata con il nuovo Governo.
 
  1. L’impostazione “a rete” di un Sistema dei Servizi territorialmente integrato e coordinato con competenze medico-farmacologiche, psicologiche e socio-riabilitative richiede congiuntamente sforzi di carattere normativo, di coordinamento fra politiche nazionali e regionali, di orientamento e formazione continua. Il Sistema a rete dei Servizi offre prestazioni di diversa intensità assistenziale corrispondenti alle differenti fasi ed alle diverse forme di dipendenza. Urgente è altresì la definizione delle forme di integrazione/collaborazione tra servizi per le dipendenze e della salute mentale, le Carceri, i servizi di pronto soccorso e più in generale le strutture ospedaliere.
 
  1. Il positivo rapporto costruitosi in questi decenni, non senza difficoltà e forti resistenze iniziali, tra rappresentanti del settore pubblico e del privato sociale rappresenta un’importante acquisizione a favore degli utenti e delle loro famiglie perché implica una più ampia possibilità di scelta tra le diverse forme di intervento anche all’interno di percorsi terapeutici complessi. Va pertanto rafforzata la collaborazione tra operatori appartenenti ai diversi ambiti istituzionali realizzando un equilibrio sinergico senza sbilanciamenti “di principio” a favore di uno o dell’altro settore in gioco. 
 
  1. La recente revisione della legge “Fini-Giovanardi” riporta finalmente l’assetto normativo del nostro Paese più in linea con quello degli altri paesi socialmente e culturalmente evoluti, superando una impostazione che non si è dimostrata adeguata ad affrontare il fenomeno nel suo complesso ed ha peggiorato le condizioni di migliaia di persone. Notiamo comunque che l’assetto legislativo di settore, ha mantenuto nel tempo, sebbene con modifiche successive, un impianto nato negli anni ’70 con la Legge 685/75. Detto impianto, nei suoi intendimenti generali e nella sua applicazione, meriterebbe una revisione profonda, proprio perché creato in relazione a fenomeni ed a situazioni non più corrispondenti con le attuali.  
 
  1. Numerose sono le discipline implicate nella possibilità di comprensione ed intervento correttivo sul complesso fenomeno delle dipendenze sia a livello individuale che sociale. Ne deriva che l’approccio deve essere multidisciplinare ed integrato (tra gli aspetti medico-tossicologici, psicologico - psichiatrici, antropologico - culturali, socio-economici, repressivo - giuridici, educativi e di comunicazione). Una impostazione a prevalente indirizzo medico-biologico quando finisce per considerare le azioni necessarie solo nell’ambito di una “clinica medica della cronicità” con un conseguente riduzionismo nell’offerta strutturata dei Servizi, nei criteri selettivi del personale e delle figure apicali, e delle azioni preventive e di intervento precoce attuabili, è destinato a risultare limitato e, quindi, poco efficace nell’affrontare il problema nella sua complessità.
 
  1. Appare urgente un adeguamento normativo che sostenga la evoluzione dei Servizi per le Tossicodipendenze (SerT) in Servizi per le Dipendenze (SerD), modificando i livelli essenziali di assistenza (LEA), attualmente riguardanti solo le tossico – alcoldipendenze,  ed adeguando le competenze ed i processi operativi alla prevenzione ed alla cura di tutte le dipendenze patologiche senza trascurare quelle da sostanze legali come alcol, tabacco e farmaci e quelle comportamentali. Nell’apprezzare l’iter di approvazione del testo unico sugli interventi relativi al gioco d’azzardo (GAP) che, finalmente, anche in Italia è stato riconosciuto come patologia specifica, segnaliamo la totale mancanza di provvedimenti che permettano di affrontare adeguatamente e con le risorse necessarie  la prevenzione e la cura nei confronti di altre forme di dipendenze comportamentali (es. da Internet, da mezzi tecnologici, da sesso, da shopping, ecc) che pur non considerate dal SSN, si stanno diffondendo in modo consistente. 
 
  1. Anche in riferimento alla diffusione di sempre nuove sostanze d’abuso, spesso di origine sintetica e non necessariamente illecite, e dei “nuovi modi di utilizzarle” (uso più diffuso, più integrato nel normale tessuto sociale, meno relegato ad ambiti contro-culturali, con abbassamento dell’età di ingresso, mescolanza con l’uso di alcolici e di diverse sostanze lecite ed illecite) va tenuto conto che si è in presenza di un fenomeno riscontrabile in tutti i paesi occidentali. Ne consegue che vanno ricercate politiche di contenimento del fenomeno in linea con indirizzi adottati anche in altri paesi d’Europa e non solo nel nostro Paese, a meno di non imboccare politiche fortemente repressive la cui efficacia si è dimostrata scarsa e la cui sostenibilità implica un forte investimento di risorse in attività di repressione e reclusione che potrebbero essere meglio e più efficacemente investite in  interventi di prevenzione non repressiva nonché di cura e riabilitazione. 
 
  1. Vanno promossi e sostenuti programmi di ricerca clinica e sociale di settore, coordinati negli obiettivi generali con una particolare attenzione all’interdisciplinarietà ed alla multidimensionalità degli approcci verso temi che sono, più che in altri campi, in dinamica mutazione. Anche l’inquadramento dei fenomeni andrebbe integrato con capacità di osservazione in grado di costruire quadri previsionali dinamici della loro evoluzione. Ciò a servizio della prevenzione e dell’organizzazione degli interventi. Troppo spesso, infatti, solo emergenze costituite da fenomeni ormai emersi hanno visto, purtroppo quindi in ritardo, interventi commisurati alla loro gravità.
 
  1. Ineludibile si rende, quindi, un  incremento dei fondi disponibili per tali forme di intervento di intervento senza frazionare ulteriormente le risorse destinate ai trattamenti ambulatoriali e residenziali attuali che, per inciso, vanno anche mirati in modo diversificato ad affrontare le nuove forme di dipendenze non-farmacologiche. La difficoltà a reperire risorse dal Fondo sanitario nazionale rende necessario, come già avvenuto in molti paesi evoluti, attingere agli introiti che afferiscono allo Stato dalla tassazione di alcol, fumo e gioco con vincite di denaro  ma va considerata anche la possibilità di una compartecipazione ai costi da parte di Utenti che spesso sono nelle condizioni economiche di poter contribuire, almeno in parte, ai costi della loro assistenza liberando risorse indispensabili per mantenere standard assistenziali adeguati a favore anche dei meno abbienti.
 
  1. Al di là di competenze specialistiche di carattere medico-tossicologico, il fenomeno delle dipendenze, nelle sue diverse forme, investe in modo pervasivo e con aspetti di crescente allarme la società tutta e, in tal senso, va affrontato con occasioni di riflessione, proposte di partecipazione ed intervento che coinvolgano anche le amministrazioni locali, il volontariato, il mondo della educazione, della cultura, dello sport e della comunicazione al fine di poter prendere in considerazione nel suo insieme i temi del disagio, della ricerca di evasione, di socializzazione ma anche della alterazione degli stati di coscienza nei quali le sostanze psicoattive sono state da sempre implicate.  Una particolare attenzione andrà dedicata allo sfruttamento a fini commerciali dell’induzione di comportamenti additivi nelle persone. Fenomeno, questo, che porta a consumi e comportamenti compulsivi, motivati da bisogni indotti, aprendo la strada a situazioni di dipendenza patologica in una preoccupante sinergia tra mercati leciti ed illeciti.
 
  1. urgente l’avvio di un numero telefonico unificato sul tema delle dipendenze con indicazione del sito web da cui trarre le informazioni utili per il reperimento dei servizi esistenti a livello pubblico e di privato-sociale
  2. Se un’azione di Governo forte e coordinata tra i vari Dicasteri interessati è necessaria sono del pari auspicabili  iniziative di stimolo e coordinamento da un lato a livello europeo e dall’altro con le Regioni che sono lo strumento di gestione delle politiche in oggetto. A tale proposito risulta utile la formazione di Commissioni di carattere scientifico sui diversi aspetti del complesso compito assistenziale alle diverse forme dipendenza in una visione globale e bilanciata che certo non può divenire di pertinenza esclusivamente politica o demandata a consulenti che rappresentano un aspetto settoriale, per quanto interessante, nel complesso del panorama assistenziale sulle tossicodipendenze nel nostro paese. 

 

 

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