Il Poppante Saggio
Blog ferencziano
di Gianni Guasto

BION

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25 settembre, 2014 - 11:15
di Gianni Guasto
Confesso di avere molte difficoltà con il pensiero di Wilfred Bion, perché si presenta in modo seducente, misterioso, esageratamente ellittico, affascinante, perentorio, e mai del tutto convincente.
Ė qualcosa che non si capisce fino in fondo ma che si percepisce come molto prezioso. È come quel frammento della Civitas Dei che si salvò dalle fiamme in un racconto di Borges. Quel frammento racconta che Platone "insegnò in Atene che alla fine dei secoli, tutte le cose riacquisteranno il loro stato anteriore, e che egli in Atene, davanti allo stesso uditorio, insegnerà tale dottrina" (J. L. B., I Teologi, nella raccolta l'Aleph). Quel frammento, prosegue il racconto, divenne oggetto di una forma speciale di devozione, dando luogo al formarsi di sette religiose che avevano come loro credo l'Eterno Ritorno e come simbolo la Ruota al posto della Croce. Ma i loro adepti ignoravano che nel testo originale da essi venerato, Agostino aveva esposto la dottrina per meglio confutarla.
Così, di fronte alle parole di Bion le cui premesse (il)logiche mi sono sconosciute, sono tentato dalla Fede, tanto più che Lui la raccomanda. L'unica  ragione che mi fa esitare sulla via della Dottrina è la certezza che Bion non sarebbe affatto contento di tutto ciò, di me suo chierico indegno, e forse addirittura della sua Creazione. Salvo disconoscerne come fa quell'Altro, la versione blasfema fornita dai Suoi interpreti.
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Commenti

Ho avuto la fotuna in gioventù di conoscere Wilfred Bion di persona. Era la fine degli anni settanta a Roma nella sede dei gruppoanalisti romani in Salita del Pollaiolo in una calda giornata di fine estate. Ciò che mi colpì ero tanto giovane allora fu l'attesa messianica degli astanti la semplicità dei modi del maestro che aveva l'aspetto di un sergente coloniale inglese la sua dichiarazione quasi perentoria che non sia era praticamente mai occupato di gruppi in termini di terapia psicoanalitica il suo dichiarato amore per la terapia degli spicotici il suo parlare molto alato e pieno di immagini evocative proposto a noi in traduzione dalla figlia, Penelope che viveva da anni in Italia.
Rimasi pure molto colpito dalla reazione gruppale al suo discorso: Bion aveva il carisma per eliciatre dimensioni molto profonde della mente una dote naturale che non so qunato si colga nei suoi difficili scritti ma che credo adoperasse a piene mani nel suo lavoro terapeutico e di supervisione


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