È giudizio degli storici che, durante a prima metà del XX secolo, in nessun altro paese come in Italia antropologi ed etnologi avessero aderito spontaneamente, senza esitazioni o contrasti all’imperativo coloniale e alle politiche che ne derivarono. In particolare, durante il ventennio fascista, pur dovendosi distinguere fra «gli scienziati del regime e gli scienziati che lavorarono sotto il regime», e a prescindere da molte differenze che senza dubbio vi furono, resta nondimeno innegabile una sorta di comune pensiero riguardo ai fondamenti della teoria razziale. Di tale pensiero era postulato essenziale che l’umanità di dividesse in una serie di gruppi naturali, da intendere in senso zoologico: pertanto, gruppi individuabili anzitutto per mezzo dei caratteri fisici, senza tuttavia trascurare quelli mentali e morali, che si riteneva fossero connessi in vario modo ai primi. ( L’ossessione della razza- Antropologia e genetica nel XX secolo, Edizioni della Normale, 2005, p.169)
Fra gli studiosi italiani degli anni del Fascismo si distinse Mario Canella (1898-1982), naturalista e medico; libero docente in Anatomia comparata e Antropologia, incaricato di Biologia delle razze alle Università di Ferrara e Bologna dal 1938 al 1943, redattore e poi direttore de la «Rivista di psicologia», professore di Zoologia a Ferrara nel secondo dopoguerra, autore di Razze umane estinte e viventi (1940), Principi di psicologia razziale, Sansoni, Firenze, 1941, Lineamenti di Antropobiologia (1943). Nel 1972 fu premiato con la Medaglia d’oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della scuola, della cultura e dell’arte.
Nel suo Lineamenti di Antropobiologia dedica un capitolo alla Fisiologia razziale, in cui tratta anche dell’argomento dell’ Odore di razza (pp. 178-180). L’odore di razza deriverebbe dalle secrezioni delle ghiandole sudorifere del cavo ascellare, della regione genitale e perineale. In particolare:
L’odore dei Negri, anche dei Negri che si lavano tutti i giorni, è ben noto: è un odore grassoso, acre, di rancido, che può riuscire veramente intollerabile ad altre razze, anche di colore, come agli amerindiani della Guayana. Gli stessi Negri americani ne sono consapevoli ché un loro vecchio motto dice: «Dio ama molto il Negro lo riconosce dal suo odore». L’odore delle Negre è spesso paragonato a quello del caprone o a quello dell’ammoniaca. Va notato che le ghiandole apocrine dei Neri, specie quelle dell’ascella, ma anche quelle della regione genitale delle Negre, sono assai voluminose. L’odore dei melanesiani non differirebbe da quello dei Negri africani.
Odor caratteristici sono stati rilevati nei Vedda di Ceylon, nei Polinesiani, negli Australiani, Cinesi e Pigmei africani odorano di muschio. Gli Amerindiani, in generale, e questo sarebbe un loro carattere distintivo […] sarebbero invece inodori. Inodori o quasi anche i Giapponesi nei quali le ghiandole del cavo ascellare, all’opposto di quelle dei Negri, sono assai piccole; secondo Ishikawa, le donne giapponesi mancherebbero di ghiandole sudoripare nella regione genitale.
Quanto agli Europei, purtroppo, se essi non sembrano accorgersene, sia per effetto dell’abitudine, sia per il loro olfatto poco acuto, emanano, a quanto pare, un odore che alle razze di colore non riesce affatto gradito, o può riuscire addirittura ripugnante, come ai Giapponesi, che lo hanno definito un odore piccante o rancido, con una sfumatura, a seconda degli individui, ora di dolciastro ora di amaro. […] I primitivi sanno spesso riconoscere solo all’odore la presenza di un Bianco. […]
Gli Ebrei non di rado odorano tutt’altro che gradevolmente: Fishberg ricorda come nel medio Evo si parlasse di foetor judaicus eliminabile con il battesimo (più verosimilmente mediante un semplice bagno!).
Canella concludeva che
L’odore di razza è un carattere che certamente non favorisce la simpatia fra i popoli! A tutti è noto, del resto, quanto sgradevole riesca la vicinanza di una persona che […] odori male, ciò che può rendere assai difficili i rapporti sociali e familiari.
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NUMERO
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NUMERO ANTIDISCRIMINAZIONE
E’ possibile chiamare 24/7 per lamentasrsi di ogni forma di discriminazione, che durante questa estate si moltiplicano anche grazie a titoli disgraziati come quelli di questo post.
Meravigliosa notazione storica.
L’ho già citata per stigmatizzare un altro articolo in cui si parlava male della maternità artificiale di madri single in Danimarca, usato come spunto per elucubrazioni omofobe e misogine.
D’altra parte, ogni affermazione psicologica o medica usata per maltrattare qualche gruppo sociale o individuo è di per sè oscena.
Lo scopo della Medicina, e quindi della Psicologia e della Psichiatria, è di migliorare e promuovere lo stato di benessere, non di maltrattare le persone per la propria condizione esistenziale!
Grazie per questo studio veramente lucido e divertente.
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