LA FORMAZIONE E LA CURA
Seminario permanente su l' "Ordine del Discorso"
L'INTIMITA' COME REGIME DEL NOI
26 novembre, 2014 - 11:35
PROFONDITÀ E CHIAREZZA.
Voglio segnalarvi il nuovo saggio del sinologo e filosofo François Jullien "Sull'intimità. Lontano dal frastuono dell'Amore" (Cortina).
L'intimità viene concepita da Jullien come regime del NOI. Davvero un percorso originale, antagonista rispetto alla tradizione "egoica" occidentale: la Cina, in questo saggio profondo e raffinato, non è immediatamente visibile. Funziona, direi, come efficace operatore nascosto. Scrive FJ: "La Cina vi agisce ancora, non piú tematicamente, ma sotterraneamente: come punto di ripiego e di appoggio. Forse, soprattutto, per poter o s a r e" (p. 9). Osare nel coniugare due dimensioni dell'intimità apparentemente opposte, contrastanti: l'intimità come ció che vi è di piú essenziale, ritirato e segreto, e al tempo stesso l'intimità come ció che ci "unisce piú profondamente all'Altro e porta alla condivisione con esso" (p. 20). Jullien realizza, qui, un contrasto - direi meglio: una SINTESI DISGIUNTIVA - che mette in scacco la tradizione di matrice cartesiana della sovranità dell'Ego (dell'autosufficienza del Cogito) e che sconvolge "i tradizionali rapporti tra DENTRO e FUORI" (p.21). L'Ego, qui, apre le porte al Noi.
É questo "l'INAUDITO dell'intimitá", che ci aiuta a "sondare quel NOI che essa ci rivela" (p. 29).
L'intimità viene concepita da Jullien come regime del NOI. Davvero un percorso originale, antagonista rispetto alla tradizione "egoica" occidentale: la Cina, in questo saggio profondo e raffinato, non è immediatamente visibile. Funziona, direi, come efficace operatore nascosto. Scrive FJ: "La Cina vi agisce ancora, non piú tematicamente, ma sotterraneamente: come punto di ripiego e di appoggio. Forse, soprattutto, per poter o s a r e" (p. 9). Osare nel coniugare due dimensioni dell'intimità apparentemente opposte, contrastanti: l'intimità come ció che vi è di piú essenziale, ritirato e segreto, e al tempo stesso l'intimità come ció che ci "unisce piú profondamente all'Altro e porta alla condivisione con esso" (p. 20). Jullien realizza, qui, un contrasto - direi meglio: una SINTESI DISGIUNTIVA - che mette in scacco la tradizione di matrice cartesiana della sovranità dell'Ego (dell'autosufficienza del Cogito) e che sconvolge "i tradizionali rapporti tra DENTRO e FUORI" (p.21). L'Ego, qui, apre le porte al Noi.
É questo "l'INAUDITO dell'intimitá", che ci aiuta a "sondare quel NOI che essa ci rivela" (p. 29).