GALASSIA FREUD
Materiali sulla psicoanalisi apparsi sui media
di Luca Ribolini

Aprile 2015 II - Saperi e legami

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21 aprile, 2015 - 07:13
di Luca Ribolini

CI SEPARIAMO? MA SÌ TANTO BASTANO 16 EURO 
di Francesca Marsico, lagazzettadelmezzogiorno.it, 8 aprile 2015

Bastano sedici euro e il matrimonio è cancellato. Anche all’ufficio anagrafe di Cassano è possibile scegliere di porre fine al proprio matrimonio con una spesa di «diritto fisso» in caso di decisione consensuale. In verità, almeno fino ad oggi, le coppie che scoppiano a Cassano non sono tantissime. Secondo i dati Istat riferiti sino al 1 gennaio 2014 i divorziati sono 214 su 7.718 coniugati. Forse che la facilità (e l’economicità) delle nuove procedure comunali incentiverà la voglia di porre fine al matrimonio? Chi può dirlo…
 
Segue qui:
http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/homepage/ci-separiamo-ma-si-tanto-bastano-16-euro-no807507


DIAZ: PSICOANALISTA, EVENTO CHE HA SEGNATO UNA GENERAZIONE
di Redazione, ansa.it, 8 aprile 2015

“Un evento che ha segnato una generazione, quella dei ragazzi che erano li, e che è come se fosse qualcosa che è ancora vivo. Qualcosa che ha colpito direttamente un gruppo di individui e appartiene per questo all’intera collettività”. Così Antonello Colli, psicoanalista della Spi (Società psicoanalitica italiana) e professore associato di psicologia dinamica all’Università degli studi di Urbino, descrive quanto accaduto alla scuola Diaz di Genova nel 2001…
 
Segue al link:
https://www.ansa.it/saluteebenessere/notizie/rubriche/stilidivita/2015/04/07/diaz-psicoanalista-evento-che-ha-segnato-una-generazione_b965de3b-a3e2-4531-8767-37e5bb93f3d9.html

SCOPATE REALI 
di Umberto Silva, ilfoglio.it, 8 aprile 2015

Di suo padre mormorano, dicono, invidiano, scrivono, proclamano, condannano, sghignazzano, che si è scopato millecinquecento donne, la qualcosa necessariamente avrà influito sul carattere del giovinetto Filippo ora re di Spagna, inerme spettatore del composto dolore della madre, la deliziosa principessa greca Sofia, che pure avrà amato quel Juan Carlos assai piacente, almeno in gioventù, quando era innamorato di Sandro Pertini e ascoltava rapito gli insegnamenti di una vita senza accorgersi che erano scientifiche mosse di scopone. Il figlio di un padre libertino ha due strade aperte: diventare gay per far piacere a mamma o ripercorrere la paterna rotta di coureur de femmes. Fin dalla prima giovinezza Felipe fu costretto a una terza strada: grazie al suo rango toccò a lui essere rincorso dalle ragazze, lo statuto di re offre notevoli comodità che, come ogni facilitazione, possono trasformarsi in handicap.
 
Segue qui:
http://www.ilfoglio.it/la-politica-sul-lettino/2015/04/08/scopate-reali___1-vr-127508-rubriche_c105.htm


SE IL SOGNO È… “DOPPIO” 
di Maurizio Bonanni, opinione.it, 9 aprile 2015

Il “Doppio Sogno” di Arthur Schnitzler. Ne esiste una versione filmica (Eyes Wide Shut del 1999) di Stanley Kubrick e, oggi, una sua versione teatrale, per l’interessante regia/rivisitazione (che conserva il titolo originale) di Giancarlo Marinelli, in scena (fino al 19 aprile) al Teatro Quirino di Roma. Lo spettacolo opera una sorta di merge-sort (che rappresenta, in campo informatico, un algoritmo di ordinamento delle sequenze di dati) tra il racconto originale di Schnitzler e la successiva rappresentazione di Kubrick.
Demoniaco; reale; fantasmagorico e onirico: questi gli ingredienti di uno spettacolo per gusti raffinati che sanno scuotere la polvere dai calzari degli stereotipi freudiani, così tanto abusati, per immergersi, come un cristiano catacombale dei primi esordi della fede, nelle pratiche più sublimi della psicoanalisi e dell’interpretazione dei sogni.
 
Segue qui:
http://www.opinione.it/cultura/2015/04/09/bonanni_politica-09-04.aspx

 

IL GENERE DELLA VIOLENZA, GLI ORRORI HANNO UN SESSO. Guerre, devastazioni, stupri privati e pubblici di interi popoli li ha fatti il sesso maschile. Dagli uomini che ne sono lontani ci si aspetterebbe che almeno si ponessero il problema 
di Lea Melandri, ilmanifesto.info, 9 aprile 2015

È vero che non tutti gli uomini ucci­dono, che la cul­tura maschile da secoli non ha semi­nato solo morte, ma dato vita anche a opere sublimi di civiltà; è vero che l’amore, la soli­da­rietà, il paci­fi­smo non le sono estra­nei. Forse è per que­sto che esi­tiamo a nomi­nare alcune verità. La prima è che la vio­lenza, dalle guerre tra Stati alle guerre civili dovute al fana­ti­smo o a pro­blemi sociali, alla per­se­cu­zione delle mino­ranze, è stata pra­ti­cata dal sesso maschile, sia pure con l’aiuto e la com­pli­cità delle donne. La seconda con­si­de­ra­zione è che l’amore e l’odio, con­si­de­rate pul­sioni con­trap­po­ste, non si danno mai iso­la­ta­mente, vin­co­late come sono l’una all’altra.
Ad Albert Ein­stein, che in una let­tera del set­tem­bre 1932 gli chie­deva «metodi edu­ca­tivi», «modi di azione» per fre­nare la «fata­lità della guerra», Freud rispon­deva: «…la pul­sione di auto­con­ser­va­zione è cer­ta­mente ero­tica, ma ciò non toglie che debba ricor­rere all’aggressività per com­piere quanto si ripro­mette. Allo stesso modo la pul­sione amo­rosa, rivolta ad oggetti, neces­sita di un quid della pul­sione di appro­pria­zione, se vera­mente vuole impa­dro­nirsi del suo oggetto. La dif­fi­coltà di iso­lare le due spe­cie di pul­sioni nelle loro mani­fe­sta­zioni ci ha impe­dito per tanto tempo di rico­no­scerle». (Freud, “Il disa­gio della civiltà e altri saggi”, Bol­lati Borin­ghieri 1987, p. 93).
Come è pos­si­bile che ancora oggi, dopo tanto par­lare di patriar­cato e di maschi­li­smo, non si rie­sca a scal­fire la maschera di neu­tra­lità che impe­di­sce di rico­no­scere ai respon­sa­bili di tanti orrori l’appartenenza a un sesso? Che cosa impe­di­sce agli uomini sin­ce­ra­mente con­vinti di dover ope­rare per la pace nel mondo di inter­ro­garsi sulla matrice “virile” della vio­lenza? Per­ché, a loro volta, le donne sono così poco inclini a chie­dersi quando e come un figlio, un marito, un amante pas­sano dalla tene­rezza alla violenza?
 
Segue qui:
http://ilmanifesto.info/il-genere-della-violenza-gli-orrori-hanno-un-sesso/


SENZA PADRE 
di Paolo Gervasi, doppiozero.com, 9 aprile 2015 

Nel luglio 2014 Matteo Renzi parlava a Strasburgo della necessità da parte dei giovani italiani di riconoscersi come la “generazione Telemaco”, la generazione di coloro che devono “meritarsi l’eredità”. Il Presidente del Consiglio non citava Omero, bensì rimasticava un libro dello psicoanalista Massimo Recalcati, Il complesso di Telemaco (Feltrinelli, 2013). La riflessione di Recalcati sulla ricerca della funzione paterna si inseriva in un più ampio progetto di individuazione di una sintomatologia sintetizzata nella metafora della “evaporazione del padre”, che emblematizza la dissoluzione dei limiti, dei legami, dei principi di mediazione prodotta dal capitalismo contemporaneo per assicurare campo aperto al godimento compulsivo del consumo. Variamente declinata a partire da alcuni assunti lacaniani, questo tipo di analisi del presente si è imposta come dominante nel dibattito culturale e politico attuale, affermando la necessità di opporre alla deriva del godimento un tentativo di riformulazione del Nome del Padre che consenta nuove forme di contrattazione del desiderio. Proprio a queste conclusioni, e alla forma di riduzione della politica a psicologia che le rende possibili, Paolo Godani muove una critica serrata nel suo libro Senza padri (DeriveApprodi, 2014), additando la strisciante tentazione di restaurare la funzione simbolica del Padre come un’attitudine reazionaria e conservativa. Nell’ottica di Godani la dissoluzione dei legami sui quali si fonda l’esistente andrebbe semmai accelerata e assecondata in quanto premessa per la creazione di una comunità di uguali. Il legame, il vincolo, è esattamente quello che il capitalismo contemporaneo utilizza per controbilanciare le proprie spinte disgregatrici, e quindi per conservarsi e riprodursi.
 
Continua qui:
http://www.doppiozero.com/materiali/bioslogos/senza-padre


QUEL COPILOTA SENZA IL PADRE 
di Glauco Maria Genga, culturacattolica.it, 10 aprile 2015

«Qui beatum nuntium non perfert recedat»
«Chi non reca una buona notizia torni indietro»: così si legge sulla facciata di una villetta in Città Studi, a Milano. Un’iscrizione singolare, esibita dai residenti a mo’ di difesa. Ma non basta! Vorremmo affidarci a qualche certezza più solida di un auspicio dal sapore scaramantico, senza considerare che oggi le cattive notizie arrivano dal web, cui siamo sempre connessi. Come distinguere le buone dalle cattive notizie? E che c’entra questo con la strage attuata dal copilota che definisco “senza il padre”, anche se il papà l’aveva? C’entra. Qualcuno ha perfino scomodato Amleto: «C’è del marcio nelle parole e non è la Danimarca…». (1) A ciascuno, dunque, il compito di orientarsi con prudenza nella ridda di frasi lette o udite in questi giorni. Per parte mia, mi atterrò alla versione finora più accreditata dai media, tralasciando altri scenari, terribili e fantasiosi, che sono stati affacciati.
La vignetta di Altan e il commento di Contri
Altan ha scritto: «In fondo è tutto più semplice di quello che temiamo». (2) E G. B. Contri l’ha subito citato sul suo blog, aggiungendo questo commento: «Che cosa ha fatto il copilota dell’Airbus? Ha trattato i passeggeri fisicamente raggruppati o assemblati nell’aereo come nient’altro che un insieme matematico (“niente di personale”). Non è una novità: in guerra la parola “nemico” non è davvero esatta, i tali cui sto sparando non sono miei nemici (neppure li conosco), sono oggetti del tiro a segno cui sono associato, la loro similitudine con me è quella di sagome, sono un gruppo assemblato come un insieme matematico (…) Quel copilota ha operato un passaggio personale, ossia ha fatto passare la ragion matematica a ragion pratica, etica: questa operazione è tradizionalmente nota come “conversione”, che è conversione del pensiero come dice il suo corrispettivo greco antico, metà-noia.» (3)
Una simile conversione, tutta all’incontrario di come la si intende di solito, merita attenzione. Nella normalità psichica (normalità è parola da usare senza virgolette: o la si ammette come possibile e a volte reale, o è da ricusare tout-court), pensieri e affetti non conducono mai a considerare gli altri alla stregua di pure sagome da colpire.
Nel narcisismo, invece, pensieri e affetti si volgono all’incontrario. E giustamente Freud ha definito il suicidio un caso di omicidio rivolto contro se stessi. (4)
 
Segue qui:
http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=516&id_n=37094


I SOGNI? Espressione della nostra pazzia. Il neurologo Roberto Mutani spiega le caratteristiche e i misteri di questo fenomeno psichico che ha ispirato scienziati e letterati di ogni epoca 
di Claudia Carucci, lastampa.it, 10 aprile 2015

Il più grande desiderio che finalmente si realizza. Un inseguimento all’ultimo respiro come in un film di James Bond. L’immagine terrorizzante di una belva feroce che ci divora. Sono migliaia le trame e le sequenze visive che accompagnano il sonno di umani ed animali e che da secoli cataloghiamo sotto la voce «sogno». Sganciato, ma per nulla estraneo al mondo della realtà e della veglia, quello dei sogni affascina da sempre comuni mortali e illustri studiosi convinti che, dietro il curioso e complicato fenomeno, si possano trovare indizi importanti per spiegare scientificamente inclinazioni psicologiche e problematiche organiche degli esseri viventi.
Dai padri della psichiatria come Freud e Jung, ai maestri della letteratura come Dante e Shakespeare, le menti più argute e preparate hanno offerto un loro personale affresco dell’universo onirico, diventando spesso punti di riferimento per nuove ricerche e approcci terapeutici. Per sapere qualcosa di più sull’incredibile fenomeno psichico chiamato «sogno», abbiamo consultato il Professor Roberto Mutani, Emerito di Neurologia dell’Università di Torino, per anni Direttore del Dipartimento Assistenziale di Neuroscienze, Città della Salute.
 
 Professor Mutani, che cos’è il sogno?  
«È una condizione ciclica fisiologica che si verifica ripetutamente nel sonno di ogni notte e che, nonostante sia fisiologica, è caratterizzata da una serie di elementi psicopatologici: inconsapevolezza di stare dormendo (chi sta sognando pensa di essere sveglio); allucinazioni visive e di movimento; scenari detti onirici, cioè bizzarri, fuori dalla logica, dal tempo, dagli spazi noti; deficit di capacità di ragionamento e giudizio, di volontà e memoria; intensa emozionalità. Se tali episodi si verificassero nella veglia sarebbero senza alcun dubbio espressione di una condizione psicopatologica. Kant ha, infatti, scritto che “il pazzo è un sognatore sveglio».
 
Segue qui:
http://www.lastampa.it/2015/04/10/scienza/benessere/i-sogni-espressione-della-nostra-pazzia-vdZuJfa8ddHKplsSaa5H2K/pagina.html


UN CIRCUITO VIRTUOSO TRA PULSIONI E MARXISMO. Scuola di Francoforte. Occultati nel ventennio postbellico per opportunismo politico e teorico, questi saggi miravano a introdurre nell’orizzonte filosofico del marxismo altre discipline, e soprattutto la lezione di Freud, per potenziare la capacità di lettura critica del presente 
di Stefano Petrucciani, ilmanifesto.info, 12 aprile 2015

La vicenda edi­to­riale dei saggi di Hor­khei­mer tito­lati, in due volumi, Teo­ria cri­tica è sin­go­lare: scritti tra il 1932 e il 1941 e pub­bli­cati sulla rivi­sta dell’Istituto fran­co­for­tese per la Ricerca Sociale, con­ten­gono una delle pie­tre miliari del pen­siero della Scuola di Fran­co­forte. Vi si trova, tutto squa­der­nato, il pen­siero della prima fase della teo­ria cri­tica, che si con­cluse con la guerra mon­diale, quando la visione dei fran­co­for­tesi subì una radi­ca­liz­za­zione e un appro­fon­di­mento il cui pro­dotto venne rac­colto nella Dia­let­tica dell’illuminismo di Hor­khei­mer e Adorno, datata 1947.
Inten­zio­nal­mente dimen­ti­cati nel ven­ten­nio post­bel­lico, que­sti saggi si dovrebbe piut­to­sto dire che furono nasco­sti e occul­tati. Come ha rac­con­tato Haber­mas molti anni dopo, nel periodo post­bel­lico dell’Istituto fran­co­for­tese (una fase carat­te­riz­zata, non va dimen­ti­cato, dalla guerra fredda e da un pos­sente anti­co­mu­ni­smo in Ger­ma­nia occi­den­tale), le annate d’anteguerra della Rivi­sta per la Ricerca sociale (Zei­tschrift für Sozial­for­schung), con­te­nenti i saggi hor­khei­me­riani, erano rele­gate in una cassa custo­dita nelle can­tine dell’Istituto, alla quale era scon­si­gliato avvi­ci­narsi, quasi fosse mate­riale radioat­tivo.
 
Per continuare:
http://ilmanifesto.info/un-circuito-virtuoso-tra-pulsioni-e-marxismo/


AUGIAS TRA PSICHE E ATTUALITÀ 
di Redazione, estense.com, 13 aprile 2015

Santa Maria Maddalena. Il famoso scrittore e conduttore ha presentato al teatro don Gino Tosi di Santa Maria Maddalena il suo ultimo romanzo. Teatro gremito e sala in video conferenza interna con posti esauriti già ben prima delle 21. Era il quinto incontro di Parole d’autore, la rassegna letteraria del Comune di Occhiobello organizzata in collaborazione con Cuore di carta. Corrado Augias racconta del libro, in cui protagoniste sono due donne, Clara e Wanda. Ma anche un romanzo che passa attraverso i misteri dell’inconscio, con un viaggio nella psicanalisi, di cui Sara è studentessa appassionata. Quindi lo scrittore parla di Charcot e delle sue famose isteriche, del testimone passato a Freud: sono tutti gli studi di Sara, che si confronta, invece, in un doppio salto mortale, con un “caso” vero quello della sottomessa Wanda. Sottomessa al suo uomo che vuole indurla alla prostituzione.
 
Segue qui:
http://www.estense.com/?p=452884
 

PARLA GILLO DORFLES. Il decano dei critici d’arte e pittore ultracentenario dice la sua sul secolo passato e sul futuro. E della sua vita racconta: «Vivere troppo a lungo mi pare una cattiva idea»
di Valentina Cavera, insideart.eu, 13 aprile 2015 
 
Con il suo fare da professore entra ed esce da casa, un palazzo signorile nei pressi di corso Buenos Aires, a Milano. Si muove per le strade del suo quartiere da solo, senza sentire realmente il peso dei 105 anni che compirà a breve, il 12 aprile per la precisione. Capelli bianco neve, sguardo sveglio, indagatore, critico, curioso, Gillo Dorfles si prepara così a festeggiare il suo nuovo compleanno, forse con un bicchiere di grappa e qualche cioccolatino, prelibatezze che suole offrire a chi lo intervista. Osservare nei suoi occhi è come guardare un secolo intero con i suoi mutamenti, le sue trasformazioni storiche, culturali, artistiche. Della vita privata non ama parlare perché vuole che rimanga intima, segreta. Cosa dovrebbe dire, in fondo? «Chi mi ha schiaffeggiato la prima volta? Quale donna ho baciato per prima? In cento anni di vita ci saranno altrettanti episodi. Dovrei ricominciare dai cinque anni e ripercorrerli tutti… Posso dire solo che ho studiato per diventare professore all’università. Ho fatto il docente di estetica per tutta la vita. La mia carriera universitaria è stata la cosa più importante che ho fatto», sottolinea.
 
Segue qui:
http://insideart.eu/2015/04/13/parla-gillo-dorfles/
 

Audio

RECALCATI A WIKIRADIO SU LACAN

di Redazione e Massimo Recalcati, Wikiradio, 13 aprile 2015
Il 13 aprile 1901 nasce a Parigi Jacques Lacan. Con Massimo Recalcati.
Repertorio: estratti da un documentario del 1983 dal titolo: Incontro con la Psicanalisi, Jacques Lacan (Archivi Rai).
Brani musicali: Le can can de Lacan, Francesco Cusa “Skrunch”
Vai al link:
http://www.wikiradio.rai.it/dl/portaleRadio/media/ContentItem-3a37e516-d222-43bb-b736-f841f1a6a99d.html
 
Video

MASSIMO AMMANITI A “PANE QUOTIDIANO”

da rai.tv, 9 aprile 2015
I primi nove mesi sono un noi che ci congiunge alla madre. Poi la nascita ci sorprende come individui. Da quel momento, tutta la nostra vita sarà una continua dialettica tra solitudine e socializzazione. Lo psicoanalista Massimo Ammaniti indaga questa condizione umana, dalle relazioni infantili al contagio sociale, per scoprire che l’individualismo è destinato al fallimento di fronte alla forza del noi.
 
Vai al link:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-dda93fe2-3376-4b14-a2d6-2a8bffcdf0e8.html 

 
I più recenti pezzi apparsi sui quotidiani di Massimo Recalcati e Sarantis Thanopulos sono disponibili su questo sito rispettivamente ai link:
 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4545
 
http://www.psychiatryonline.it/rubrica/4788 
 
(Fonte: http://rassegnaflp.wordpress.com
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