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Nessuna depressione, nessun suicidio: la storia di Mario Biondo, un amante di domani

30 Apr 15

A cura di rossana.putignano

Mi hanno accolto nella loro casa, mi hanno fatto accomodare e sedere al loro tavolo. La cucina era piena di foto, grandi foto, tutte ritraenti il loro amato figlio, il secondo dei tre. Mario. Quella che sto per raccontarvi è la triste vicenda di un giovane, un cameraman siciliano il quale ha avuto la fortuna, o se vogliamo, la sfortuna di incontrare una donna che lo ha sposato e portato a Madrid. La loro casa coniugale, in Calle Magdalena n.4, si è trasformata nel teatro di uno dei più ingiusti delitti. Sposati a Taormina nel lusso e nel folklore siciliano, erano da sempre sotto i riflettori, in quanto personaggi della tv. Lui cameraman, lei giornalista. I flash non sono mai mancati. Soprattutto a lui, bello come il sole e bravo. Insomma, l’uomo e il figlio che tutte le donne e tutte le mamme vorrebbero. Questi flash per lui sono finiti il 30 Maggio 2013, per lei no. Si è rifatta presto una vita, lontano dalla famiglia di Mario ma non è in questa sede che voglio discutere di faccende familiari, anzi, è mia intenzione parlare di Mario e, per quel che mi compete, di una depressione mai esistita. Noi psicologi conosciamo bene i segni clinici della depressione. A tal proposito cito Il DSM-IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) che definisce perfettamente l’ episodio depressivo maggiore come presenza di almeno 5 sintomi tra cui:

“ *l’umore depresso per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno […]
*marcata diminuzione di interesse o piacere per tutte, o quasi tutte le attività per la maggior parte del giorno, quasi ogni giorno
*significativa perdita di peso,senza essere a dieta, o aumento di peso oppure diminuzione o aumento dell’appetito quasi ogni giorno
*insonnia o ipersonnia quasi ogni giorno
*agitazione o rallentamento psicomotorio quasi ogni giorno (osservabile dagli altri)
*Faticabilità o mancanza di energia quasi ogni giorno
*Sentimenti di autosvalutazione o di colpa eccessivi o inappropriati (che possono essere deliranti),   quasi ogni giorno
*ridotta capacità di pensare o di concentrarsi, o indecisione, quasi ogni giorno
*pensieri ricorrenti di morte,ricorrente ideazione suicidaria senza un piano specifico, o un tentativo di suicidio, o l’ideazione di un piano specifico per commettere suicidio” ( DSM-IV, Masson,2005)
 
Dai colloqui avuti con la famiglia, del tutto informali, non emerge nulla di tutto ciò, nulla che possa accostare Mario a una persona depressa, inoltre, aveva una progettualità a breve termine: avrebbe ospitato a giorni la propria famiglia in Spagna. Non fu suicidio e questo è chiaro a tutti da un pezzo, soprattutto per la Procura di Palermo la quale indaga oggi per “omicidio volontario premeditato”. Tante sono le inesattezze in questa vicenda a partire dalle foto della scena criminis, allo stato dell’arte, del tutto assenti. Come da verbale della polizia e come trasmesso dalle tante reti televisive che si occupano di cronaca nera, Mario sarebbe stato trovato nella sua abitazione impiccato ad una mensola,oltretutto, abbastanza leggera da poter reggere il peso di un ragazzo di sana e robusta costituzione. Inoltre, la posizione è quella che i medici legali chiamano di “impiccagione incompleta” riferendosi alla parziale sospensione del corpo e al contatto delle estremità distali degli arti inferiori con la superficie. Anche l’orario della morte è  ancora un mistero e, se si tiene conto dei residui di cibo rinvenuti durante la seconda autopsia eseguita dal Prof Procaccianti (a seguito della riesumazione) essi vanno ad anticipare nettamente l’orario della morte, rispetto alla cronologia dichiarata dalla polizia. E’ giusto puntualizzare che il Prof. Procaccianti rilevò in situ lo stomaco e  i residui del cibo in esso contenuti; questo dettaglio, non irrilevante, avvalora l’idea che lo stomaco di Mario sia rimasto indenne durante la prima autopsia. Sia la prima autopsia (spagnola), sia la seconda eseguita dal Prof. Procaccianti, terminano con l’ipotesi di “suicidio” . Sin dal primo momento la famiglia non ha mai creduto all’ipotesi di suicidio: a loro avviso, Mario non avrebbe mai compiuto un gesto anticonservativo!  La moglie, per contro, avrebbe dichiarato alla polizia che Mario  era mutevole e depresso  avvalorando l'ipotesi  del suicidio; dichiarò, altresì, che Mario facesse uso abituale di cocaina, ipotesi del tutto sconfermata alla luce dell’esame “negativo” del tossicologico eseguito sui capelli a seguito della riesumazione del corpo. Il 5 giugno  2013 la moglie  cambierà la sua prima versione dichiarando  che  Mario  aveva progetti  per il futuro  e  che  sicuramente  si è  trattato  di  un  incidente. In questa faccenda la realtà appare completamente stravolta, probabilmente, taciuta o mistificata da chi ha voluto depistare, così come si evince dal primo “Informe de la policia”. Quello che sconvolge maggiormente l’opinione pubblica è che un ragazzo come Mario, trentenne giovane e bello, possa essere stato tradito per aver amato e seguito la sua compagna, tradito dalla Spagna in tutti i sensi, quella Spagna che non apre ancora il procedimento per omicidio premeditato! Questo sarà il prossimo obiettivo della famiglia. Mario ha avuto fiducia nel suo futuro e nel paese che l'ha accolto dandogli una residenza. Ora è la famiglia che, con grande sacrificio, vuole riporre fiducia nella Spagna. Il caso deve essere riaperto. Ora ci sono delle novità e la Spagna non può fare a meno di vederle. La  nuova perizia medico-legale eseguita dal Prof. Livio Milone confuta pesantemente quanto dichiarato nella prima CTU spagnola e asserisce che “come rilevabile, l’ispezione esterna in fase di sopralluogo e l’autopsia madrilena sono state condotte in maniera assolutamente pedestre, indegna da parte di uno specialista in Medicina Legale e tale da non poter essere considerata validi ai fini medico-legali!!!”
Infatti, all’epoca dei fatti, non fu eseguito alcun esame di neuroimaging e non fu rilevata l’emorragia sub-aracnoidea denunciata invece dal Prof. Milone. Si profila, quindi, l’ipotesi di  una aggressione al capo. Senza contare il rilevamento, durante la prima autopsia, di residui di cibo, nello stomaco di Mario, che anticipa l’orario della morte; altresì, le ipostasi dietro la schiena ci raccontano molto della posizione di Mario nel momento dell’aggressione, verosimilmente supina ( Mario sarebbe stato stordito e reso inerme nella sua camera da letto o sul divano). Ricordiamo che le ipostasi sono dovute al deposito di sangue nei piani declivi del corpo, ovvero a contatto con la superficie d’appoggio;  nell’impiccagione, queste macchie rossastre si concentrano nelle estremità distali degli arti inferiori e superiori (ipostasi a guanto e a calzino). Questo tipo d' ipostasi non sono mai state rilevate, poiché, sono assenti proprio quelle foto relative alle mani e ai piedi di Mario, foto che avrebbero potuto dimostrare l’assenza delle ipostasi de quo. Ancora un altro elemento rilevato dal Prof. Milone, è costituito dalle lesioni morbide, verosimilmente prodotte dalla pashmina: esse sono accompagnate da un altro tipo di lesioni prodotte da un tipo di legatura più rigida. In ultima analisi, le foto diffuse dai piu’ noti settimanali che si occupano di cronaca nera, mostrano il corpo di Mario trasportato in lettiga e un rigor mortis in posizione orizzontale, incompatibile, dunque, con la posizione descritta e diffusa dai media, ovvero quella di Mario genuflesso dinanzi alle mensole. La perizia medico-legale del Prof. Milone esclude totalmente l’idea di una posizione eretta di Mario durante il ritrovamento del corpo! Come è possibile che quanto riportato dalla polizia spagnola non trovi un riscontro medico-legale?
Questa triste vicenda ci fa riflettere su quello che la famiglia di una vittima è costretta a vivere dopo il reato: deve sopravvivere alla morte del proprio congiunto, alla mancata elaborazione del lutto, tollerare a fatica quel senso di sospensione e di non vita, inoltre, deve svolgere le sue indagini in maniera parallela alla procura, autofinanziandosi le spese senza alcun appoggio da parte dello Stato e, contestualmente, deve occuparsi della Giustizia che spesso mostra falle imperdonabili. Avrà mai giustizia terrena Mario se queste sono le condizioni da affrontare e gli ostacoli da sormontare? La famiglia riferisce che Mario era cristiano e aveva dei valori spirituali che portava in tutte le sue relazioni. Era un amante dell’amore, un amante di domani. In uno dei suoi video canta con voce pulita e aperta: “nessun dio ci potrà mai punire” se si ama. Questo era il messaggio che Mario trasmetteva in vita. Non bisogna temere nulla se si ama e la famiglia vuole crederci. Vuole infondere nei  loro sostenitori gli stessi valori trasmessi a Mario. Mario ha attivato un circolo d’amore e solidarietà non indifferente. Dio non può punirlo due volte! Mario ha già pagato con la vita il prezzo dell’amore per il suo lavoro e per la sua donna ma chi lo conosceva sapeva che non avrebbe potuto fare altrimenti.
 
 
                                                                 “nessun dio ci potrà mai punire
                                                                       lui sa che non c'è un amore
                                                                               che vale meno
                                                                 noi siamo gli amanti di domani”

                                                                                 (Gli amanti di domani, Mario Venuti)

Fonti
*DSM -IV TR (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Masson, 2005)
* Consulenza tecnica di parte medico-legale Prof. Livio Milone
* JDO, Instruccion n.21, Madrid, DILIGENCIAS PREVIAS, 2988/2013-D, “Informe de Autopsia” , 31 Maggio 2013
* Direccion General de Policia, Ministerio del Interior, “Atestado 34290/13 Dependencia MADRID-  CENTRO- OF DENUNCIAS” , 30 Maggio 2013
 

 

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