I DIRITTI DEI SOFFERENTI PSICHICI
Come possiamo organizzare leggi, istituzioni, associazioni e SSN per garantire l'emancipazione
di Manlio Converti

DIRITTO alla VITA

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11 agosto, 2015 - 16:24
di Manlio Converti

Battaglia inutile la mia, da queste pagine ignorato nella mia presuntuosa saccenza, ripartita in due codici virtuali, uno alla moda e questo negletto, in cui a goccia a goccia, come il sangue sfilato via dal corpo condannato, cerco di costruire una possibile visione alternativa a quella della Psichiatria contemporanea, basata sul fastidio, per rifondarla sul concetto antropologico di emancipazione.

Battaglia persa in quest'estate di gravissimi lutti e depressioni, in cui sullo stesso piano metto i ragazzi morti per abusi e sballi e giovani psicotici abusati e morti.

In entrambi i casi la mancata assunzione di responsabilità nei confronti del disagio, adolescenziale o del sofferente psichico che sia, spiegatemi che cambia, ha portato allo stesso fine, la condanna a morte, per mano farmacologica, in entrambi i casi, ancorché meccanica in alcuni di questi.

Un ragazzo schiacciato in una caverna dove sono sparati milioni di decibel contro fragili pareti di roccia, autorizzate da qualcuno.
Uno psicotico sparato dopo due colpi di avvertimento mentre stava massacrando a sua volta un carabiniere che lo aveva inseguito e placcato, essendo a sua volta il paziente un ex carabiniere e palestrato di dimensioni notevoli e atletiche.
Una ragazza morta da sola in spiaggia per un'ultima pillola della felicità.
Un altro psicotico ucciso per soffocamento, anche lui gigantesco, ma obeso, senza forze e gravi patologie metaboliche e respiratorie.
Un ragazzo ucciso anch'esso dalla prima pillola della felicità che lo ha raggiunto.
Tanti altri rimasti anonimi uccisi civilmente perche ricoverati a vita in manicomi privati e lentamente, a goccia a goccia, privati di umanità da terapie sempre più imponenti, per renderli impotenti.
Tanti altri rimasti anch'essi anonimi uccisi dalle proprie stesse mani, non quelli assurti agli onori della cronaca, che ne hanno abusato e diffamato il reale disastro personale, ma quelli davvero sofferenti e abbandonati da sempre dall'assistenza sociale e da qualche anno anche dai Centri di Salute Mentale, ridotti ormai ad ambulatori diurni.

In tutti questi casi prevale come direbbe Foucault un percorso che dal basso delle relazioni familiari costruisce aporie e dinamiche di asservimento, esclusione e quindi eliminazione, che sono poi progressivamente accolte e reificate dal sistema sanitario, tagliato e dissanguato, e quindi dai politici, goccia a goccia, per scelte regionali e nazionali sempre più feroci e disumane.

La mancata assunzione di responsabilità da parte della società, dal nucleo familiare alla ASL, dai Comuni alle Regioni, dal Governo ai Mass Media, produce morte e trasforma il disagio in disastro, la paura in angoscia, il bisogno in disperazione, l'emozione in allucinazione.

L'attuale sistema sociale, familiare, mediatico, politico e sanitario, tutti obiettivamente liquidi, virtuali ma non virtuosi, Baumanici, ovvero da Bauman criticati con asprezza e risentimento ancorché da lui meglio che da altri descritit, Nemesi Mediche, ovvero incubi paradossali, come criticato da Illich nel suo omonimo saggio visionario, creano emergenze e le risolvono aumentando il disagio e quindi la gravità dell'emergenza, secondo uno schema proprio del tossicomane in crisi d'astinenza, lo stato italiano in tutte le sue articolazioni semplicie e complesse, tutte tese a negare il Diritto alla Vita.

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