“Ti amo e ti temo” è l’ultima fatica letteraria di Carlo Rosso. Descrive, come dice lui stesso, “il paradosso dell’amore ai tempi dell’individualismo”. Il testo è diviso in due parti: “La passione amorosa” e “L’amore duraturo”. Tutti noi siamo certi di voler essere amati, ci auguriamo di trovare l’amore o abbiamo paura di perderlo, se pensiamo di averlo tra le mani. Ma se in questo momento qualcuno ci chiedesse di raccontargli le qualità di ciò che sentiamo e chiamiamo amore, avremmo qualche difficoltà. Quanti significati diamo alla parola amore? C’è l’amore fraterno, filale, coniugale, mercenario, ecc. Ma i filologi ci insegnano che quando un temine viene inteso in molti modi, quando ha bisogno di appoggiarsi ad un aggettivo, è una parola debole. Igor Sibaldi nel suo Eros e Amore ci spiega che nell’Europa Meridionale l’origine del temine è latina: amor, che a sua volta risale dal sanscrito kama. Amor e kama indicano il desiderio sessuale. Nell’Europa settentrionale il tedesco liebe, l’inglese love e il russo ljiubov indicano l’amore non sensuale, l’”avere caro”.
Stendhal (Dell’amore), ispirato ad una sua infatuazione, respinta, ci racconta di quattro forme d’amore: la passione, esemplificata dal Werther di Goethe; il capriccio, in cui scegliamo un amante tenendo conto delle opinioni degli altri; il sesso; la vanità, per aumentare la nostra stima. Nella passione ci sono addirittura cinque stadi: l’ammirazione, l’aspettativa, la speranza, l’infatuazione, la cristallizzazione. Tutte le qualità più belle del mondo convergono sull’amato. Lo ritroviamo anche in Flaubert: “il mondo per lui stava tutto racchiuso nell’ampiezza delle sue gonne di seta” (Madame Bovary); “Ella, il punto luminoso verso cui tutte le cose convergevano” (L’ educazione sentimentale). Ma la gioia dell’essere contraccambiati si accompagnerà sempre di più al terrore di essere rifiutati. Per Rosso quindi esiste un sesto stadio, quello del dubbio: “la certezza dell’essere corrisposti segna il declino dell’innamoramento, perché solo nel dubbio ci fissiamo sull’immagine anziché sulla realtà dell’amato”.
Sempre per Stendhal la trama fondamentale nel tessuto dell'innamoramento è la fantasia: l'innamorato deve essere catturato dall'immagine della persona amata, dall'immagine della felicità se corrisposto, del dolore se rifiutato. "Possiamo quindi immaginare l'innamoramento come una costruzione attiva che trasforma un essere umano sino a poco prima di scarso significato … in una persona di assoluto fascino. Innamorarsi significa prima di tutto creare con la fantasia un oggetto d'amore unico ed ineguagliabile".
Non c’è innamoramento in assenza del sentimento dell’attesa. L’attesa è un concetto articolato fatto di sentimento, azioni e tempo. Il semiologo francese Roland Barthes, nel suo “Frammenti di un discorso amoroso”, la descrive come un “tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi, appuntamenti, telefonate, messaggi, ritorni.” Ricorda Flaubert, in “L’educazione sentimentale”: “Decideva di andare a trovarla, ma quando raggiungeva la porta aveva paura di suonare. Sentiva dei passi , la porta si apriva e alle parole <la signora è fuori> provava un senso di sollievo…” Proust, Alla ricerca del tempo perduto, “E’ questo l’amore: lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore”.
Solo chi aspetta può definirsi innamorato. Anche per questo l’innamorarsi oggi non gode di buona fama, soprattutto nelle nuove generazioni. La velocità delle comunicazioni ha collassato le attese temporali.
“Le due grandi rivoluzioni occidentali”, ci ricorda Rosso, “ la guerra d’indipendenza americana prima e la rivoluzione francese poi, portarono in dote ai loro contemporanei, tra le altre, l’idea della realizzazione individuale: il diritto di scegliere chi essere, cosa pensare, seguire la propria inclinazione.. anche in amore. “
Ma… “Nell’amore dobbiamo andare oltre il nostro individualismo”. E qui arriva forse la vera frase choc del testo: “ L’amore non è per tutti”. “L’amore non è per tutti, al contrario dell’innamoramento la cui esperienza è piuttosto diffusa tra gli uomini”.
Ma allora, cosa possiamo fare perché il nostro amore duri? “L’amore va deciso e dichiarato. Questo è un passo ineludibile, perché simboleggia il momento in cui il caso deve essere fissato e si dà inizio a una durata”. Alan Badiou, nel suo “Eloge de l’amour”, 2009, ci dice: “L’amore è una costruzione di verità”. “La dichiarazione d’amore è il passaggio dal caso al destino”.
“Ti amo e ti temo” è un ponte tra filosofia, letteratura e clinica. Lo possiamo leggere come un saggio, ma anche come un manuale per psicoterapeuti, che ci aiuta a riconoscere e a superare le trappole del desiderio che invischiano le nostre coppie di pazienti.
Stendhal (Dell’amore), ispirato ad una sua infatuazione, respinta, ci racconta di quattro forme d’amore: la passione, esemplificata dal Werther di Goethe; il capriccio, in cui scegliamo un amante tenendo conto delle opinioni degli altri; il sesso; la vanità, per aumentare la nostra stima. Nella passione ci sono addirittura cinque stadi: l’ammirazione, l’aspettativa, la speranza, l’infatuazione, la cristallizzazione. Tutte le qualità più belle del mondo convergono sull’amato. Lo ritroviamo anche in Flaubert: “il mondo per lui stava tutto racchiuso nell’ampiezza delle sue gonne di seta” (Madame Bovary); “Ella, il punto luminoso verso cui tutte le cose convergevano” (L’ educazione sentimentale). Ma la gioia dell’essere contraccambiati si accompagnerà sempre di più al terrore di essere rifiutati. Per Rosso quindi esiste un sesto stadio, quello del dubbio: “la certezza dell’essere corrisposti segna il declino dell’innamoramento, perché solo nel dubbio ci fissiamo sull’immagine anziché sulla realtà dell’amato”.
Sempre per Stendhal la trama fondamentale nel tessuto dell'innamoramento è la fantasia: l'innamorato deve essere catturato dall'immagine della persona amata, dall'immagine della felicità se corrisposto, del dolore se rifiutato. "Possiamo quindi immaginare l'innamoramento come una costruzione attiva che trasforma un essere umano sino a poco prima di scarso significato … in una persona di assoluto fascino. Innamorarsi significa prima di tutto creare con la fantasia un oggetto d'amore unico ed ineguagliabile".
Non c’è innamoramento in assenza del sentimento dell’attesa. L’attesa è un concetto articolato fatto di sentimento, azioni e tempo. Il semiologo francese Roland Barthes, nel suo “Frammenti di un discorso amoroso”, la descrive come un “tumulto d’angoscia suscitato dall’attesa dell’essere amato in seguito a piccolissimi ritardi, appuntamenti, telefonate, messaggi, ritorni.” Ricorda Flaubert, in “L’educazione sentimentale”: “Decideva di andare a trovarla, ma quando raggiungeva la porta aveva paura di suonare. Sentiva dei passi , la porta si apriva e alle parole <la signora è fuori> provava un senso di sollievo…” Proust, Alla ricerca del tempo perduto, “E’ questo l’amore: lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore”.
Solo chi aspetta può definirsi innamorato. Anche per questo l’innamorarsi oggi non gode di buona fama, soprattutto nelle nuove generazioni. La velocità delle comunicazioni ha collassato le attese temporali.
“Le due grandi rivoluzioni occidentali”, ci ricorda Rosso, “ la guerra d’indipendenza americana prima e la rivoluzione francese poi, portarono in dote ai loro contemporanei, tra le altre, l’idea della realizzazione individuale: il diritto di scegliere chi essere, cosa pensare, seguire la propria inclinazione.. anche in amore. “
Ma… “Nell’amore dobbiamo andare oltre il nostro individualismo”. E qui arriva forse la vera frase choc del testo: “ L’amore non è per tutti”. “L’amore non è per tutti, al contrario dell’innamoramento la cui esperienza è piuttosto diffusa tra gli uomini”.
Ma allora, cosa possiamo fare perché il nostro amore duri? “L’amore va deciso e dichiarato. Questo è un passo ineludibile, perché simboleggia il momento in cui il caso deve essere fissato e si dà inizio a una durata”. Alan Badiou, nel suo “Eloge de l’amour”, 2009, ci dice: “L’amore è una costruzione di verità”. “La dichiarazione d’amore è il passaggio dal caso al destino”.
“Ti amo e ti temo” è un ponte tra filosofia, letteratura e clinica. Lo possiamo leggere come un saggio, ma anche come un manuale per psicoterapeuti, che ci aiuta a riconoscere e a superare le trappole del desiderio che invischiano le nostre coppie di pazienti.
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