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Quando l’iscrizione al tuo Ordine sale a 200.000 euro. Le intimidazioni di una classe dirigente al tramonto

5 Mar 16

A cura di luigidelia

 I fatti

A fine 2013 ci sono le elezioni per il rinnovo del consiglio degli Ordini regionali. In Sicilia, unica regione in Italia, viene raggiunto il quorum in prima convocazione grazie al massiccio utilizzo del voto postale.

Alcuni candidati di una lista (AltraPsicologia) notano varie stranezze nelle procedure di votazione per via postale da parte di un’altra lista (AUPI, gli psicologi del servizio pubblico) che risulterà vincente. Ne nasce un ricorso elettorale e un esposto in Procura della Repubblica per sospetti brogli elettorali.
Ascoltate questo audio e capirete la natura dei sospetti e i motivi dell'esposto e del ricorso. Su questi fatti non c’è ancora un pronunciamento della giustizia e si attendono responsi.

La capolista di Altrapsicologia, Gaetana D’Agostino, dopo quasi un anno dalle elezioni pubblica questo articolo di cronaca sulla decisione del tribunale ordinario di affidare il caso al tribunale amministrativo. 

A seguito di tale articolo, assolutamente informativo, l’Ordine siciliano con delibera e voto favorevole di 13 consiglieri su 15, decide di chiedere sia ad AltraPsicologia che a Gaetana D’Agostino 200.000 euro di risarcimento per diffamazione, utilizzando il più lungo e costoso rito civile anziché quello penale, che probabilmente sarebbe stato più breve e facilmente si sarebbe risolto in nulla.
 
Solidarietà a Gaetana

È francamente improbabile rintracciare nell'articolo di Gaetana elementi, seppur remoti, di diffamazione. Eppure le viene richiesto un risarcimento di 200.000 euro. Possiamo desumere da questo comportamento un atto aggressivo o un’intenzione intimidatoria? 

Non si era mai visto un Ordine professionale agire per conto di tutti i propri iscritti e probabilmente con l’assistenza legale dell’istituzione (quindi pagata da tutti gli iscritti) nei confronti di un proprio iscritto e chiedergli un risarcimento di tale entità. Specie per fatti che attengono al diritto di informazione e di opinione, racconti di un ricorso elettorale ancora oggetto di indagine e in attesa di sentenza e per un articolo di pura cronaca. Un maldestro tentativo di imbavagliamento?

Questi fatti vengono recentemente diffusi e corrono velocemente sul web e della richiesta di risarcimento vengono a sapere tanti colleghi che, sconvolti da questo comportamento dell'Ordine, esprimono sui social network, e non solo, solidarietà e vicinanza alla collega.

Intanto l’Ordine siciliano con questa nota ribadisce la legittimità del proprio operato dove dice, tra le altre, due cose inquietanti, una relativa all’entità del risarcimento richiesto: 

"La collega in questione può stare decisamente tranquilla, e lo sa bene, perché – qualora il Tribunale dovesse condannarla – a lei verrà richiesto soltanto il risarcimento che verrà determinato dal Giudice".

La seconda relativa ai brogli:

"IN SICILIA NON VI SONO STATI BROGLI ELETTORALI E IL CONSIGLIO È STATO LEGITTIMAMENTE ELETTO"

Dire ad una collega a cui si chiede un risarcimento di 200.000 euro di stare tranquilla tanto decide il giudice è davvero singolare. Forse è superfluo rivolgersi ad uno psicologo per saper interpretare un comportamento del genere…

Ed infine anticipare il finale di un procedimento legale ancora lungi dal poter esprimere un esito come se fosse già sentenziato è qualcosa che fa davvero specie. Soprattutto se a farlo sono persone direttamente coinvolte. E se per farlo usano i mezzi comunicativi dell'istituzione su cui pende il ricorso elettorale.
 
Viale del tramonto

In sostanza, una vicenda giudiziaria che concerne dubbie modalità elettorali ed attualmente in valutazione presso un tribunale (che ancora non si è pronunciato), si è trasformata in una grottesca bagarre legale, una guerra fratricida tra psicologi, dove un gruppo politico professionale (AUPI), storica dirigenza della psicologia,  utilizzando probabilmente il servizio legale di un Ordine regionale, cioè di tutti gli iscritti, agisce contro una sua iscritta appartenente ad un gruppo rivale emergente (AltraPsicologia), chiedendole un risarcimento spropositato e ingaggiandola in un procedimento lungo e costoso.

Sullo sfondo di questa penosa vicenda, si cela in realtà la progressiva scomparsa di una classe dirigente (nonché la scomparsa ed il fallimento dello psicologo nei servizi pubblici, specie in via di estinzione e senza ricambio) e il suo agonizzante tentativo di ritardare l’inevitabile tramonto e il ricambio generazionale sul versante della rappresentanza politico-professionale aggrappandosi a maldestri espedienti legali.

Basta guardare a quanto sta accadendo in questi ultimi anni nell’avvicendamento nella guida della Cassa di Previdenza (ENPAP) dove questo ricambio è già avvenuto e dove la precedente classe dirigente (la stessa che muove azioni legali per diffamazione) si è fatta notare agli occhi della opinione pubblica per i noti scandali della compravendita del palazzo di Via della Stamperia – su cui pendono un processo per truffa e un procedimento alla Corte dei Conti – mentre l’attuale dirigenza (oggetto di intimidazioni) è invece al centro dei plausi di tutta la stampa economica per le innovazioni introdotte in pochissimo tempo. Un salto di qualità talmente plateale che persino al più disinformato dei colleghi non passa inosservato. 

Essere perdenti e astiosi fa vivere male e fa diventare maldestri e dissennati, si sa. 

P.S.: Subito dopo la stesura del presente articolo è partita questa  petizione a sostegno della collega D'Agostino . Invito tutti a firmarla.

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