FRATTALI
Fratture,intersezioni,crepe nel pensiero dominante
di Leonardo Montecchi

Psicoanalisi delle psicosi.

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23 gennaio, 2017 - 23:22
di Leonardo Montecchi

 Introduzione al seminario del 20/1/2017 della scuola Bleger

 
Come tutti noi sappiamo Freud sosteneva che l'analisi con gli psicotici non era possibile perché la regressione alla fase narcisistica rendeva impossibile il transfert. Freud lavorava nel suo studio privato a Vienna, non poteva ricoverare nessuno, tuttavia a volte chiedeva a Groddeck che aveva una piccola clinica o a Jung che lavorava al Burghölzli  di Zurigo sotto la direzione di Eugene Bleuer di ricoverare alcuni casi gravi come ad esempio Otto Gross che Jung diagnostico' affetto da demenzia precox, la schizofrenia di Bleuer.
Il caso paradigmatico di psicosi cui si applicò Freud fu un libro: memorie di un malato di nervi,si tratta come ognuno sa, delle memorie di Daniel Paul Schreber, il presidente della corte d'appello di Dresda che era stato internato clinica psichiatrica di  P.E. Flechsig.
Da quel libro Freud ricavò il suo famoso lavoro del 1910 su:"osservazioni psicoanalitiche su un caso di paranoia descritto autobiograficamente."
I problemi con la psicosi continuarono con Victor Tausk autore del meraviglioso articolo "Sulla genesi della macchina influenzante nella  schizofrenia"che pubblico' nel 1919 poco prima di suicidarsi dopo che Freud gli aveva rifiutato l'analisi ed aveva costretto Helene  Deutsch prima ad iniziare l'analisi di Tausk,poi ad interromperla.Freud inviava pazienti anche al Bellevue Sanatorium di Biswanger . 
Ho introdotto il tema del ricovero perché la maggior parte delle persone definite psicotiche in circostanze particolari della loro esistenze venivano ed ancora vengono intercettate  da un apparato di cattura e rinchiuse in spazi specifici da cui possono uscire solo dopo un certo periodo di trattamenti che sono costretti ad accettare . Lo spazio definito dall'obbligo e' tal'ora ancora più ristretto da un contenimento che immobilizza il corpo al letto di degenza. Il corpo in quello spazio non dispone di se stesso ma è a disposizione di un ordine a lui totalmente esterno. 
Nelle cliniche che si occupavano di psicosi comincio' ad arrivare anche la psicanalisi. Che tipo di psicanalisi? Ad esempio a Chestnut Lodge negli Stati Uniti  Harry Stack Sullivan inizia una Psichiatria psicodinamica, ma soprattutto Frieda Fromm-Reichmann inizia il suo lavoro con gli psicotici, che continuerà Harold  Searles.
Nel 1939 Frida, pubblicherà il suo famoso articolo:" I problemi del transfert negli schizofrenici"in cui sostiene che per lavorare con gli psicotici e' necessario trovare una nuova tecnica psicoanalitica che riesca a entrare in relazione con " reazioni di transfert estremamente intense e sensibili".
Descrive la mancanza di fiducia degli psicotici e la tendenza a interpretare i gesti casuali e gli atteggiamenti dell'analista secondo la propria esperienza illusoria.
In particolare la percezione dell'insicurezza dell'analista,provocherà sfoghi di odio e di rabbia e così " si stabilisce un circolo vizioso: noi deludiamo il paziente; egli ci odia, ha paura che noi lo odiamo per il suo odio,e perciò continua ad odiarci". 
Frieda Fromm Reichmann descrive anche lo  spazio della interazione :
"Durante il trattamento,al paziente non si chiede ne di sdraiarsi ne di dare libere associazioni; entrambe le richieste non hanno senso per lui. Egli deve sentirsi libero di sedersi,di sdraiarsi sul pavimento,di camminare,di usare qualsiasi sedia utilizzabile,di sdraiarsi o di sedersi sul divano."
Qui si parla di uno spazio in cui il corpo e' più libero e può permettere la comprensione "che la differenza tra se e lo psicotico e' soltanto una differenza di grado e non di genere".
Dunque la psicoanalisi degli psicotici e' possibile ma comporta cambiamenti nello spazio e nella tecnica, le interpretazioni sono superflue ciò che conta e'
" la sensibilità e l'abilità nel rapporto tra paziente e medico"
Concentriamoci su questi concetti: spazio,transfert  e rapporto.
Il transfert intenso e sensibile comporta una reazione che Freud chiamo' controtransfert. 
Per molto tempo fu una reazione che la formazione avrebbe dovuto minimizzare. Negli anni 40/50 del secolo scorso comincio' ad essere inserita nella relazione. E dunque,per ritornare alle reazioni all'odio degli psicotici,dobbiamo citare il famoso articolo del 1949:"l'odio nel controtransfert"dove Donald Winnicott parla della estrema difficoltà della analisi degli psicotici, definisce gli analisti ricercatori e sostiene che: "in certe fasi, di certe analisi,l'odio dell'analista e' effettivamente richiesto dal paziente e diventa allora necessario un odio che sia oggettivo.Se il paziente cerca un odio oggettivo o giustificato, bisogna che possa ottenerlo,altrimenti non potrà sentire che può ricevere un amore oggettivo".
Qui Winnicott parla,secondo me,della importanza della autenticità della relazione.E'questo l'aspetto più importante della cura di persone che sono alla ricerca della verità come gli psicotici.
Nel 1951 Pichon Riviere presenta una relazione al  congresso di psicoanalisti di lingua francese, in cui  sintetizza il suo lavoro con gli schizofrenici iniziato alla fine degli anni 30.Parlando del transfert degli psicotici introduce il concetto di identificazione proiettiva di Melania Klein e dice:
"La identificazione proiettiva, configura, secondo la mia esperienza molti aspetti della situazione del transfert" 
poi passa a descrivere il meccanismo ed in particolare sostiene che fra le alte cose serve ad:
"Espellere l'odio contro una parte di se stesso dirigendolo contro l'oggetto, che è' sentito dall'io come un persecutore"
Non continuerò oltre, credo sia evidente il cambiamento di prospettiva nel senso della attenzione ad una relazione che va a costituire un vincolo a quattro vie, come dirà Pichon Riviere nelle sue lezioni del 56.
Dunque il transfert psicotico e' caratterizzato dalla proiezione di oggetti parziali carichi di emozioni,quelli che Bion chiama elementi beta. 
Il terapeuta reagisce a questa proiezione funzionando,nella migliore delle ipotesi, come un contenitore che, sempre rimanendo a Bion,esercita la funzione alfa,rimandando a chi li ha inviati gli stessi elementi attenuati,in modo che si possano trasformare in pensieri.
Quindi più che interpretazioni, trasformazioni.
Questo vai e vieni crea un vincolo che  si situa in uno spazio e un tempo,con un ruolo ed un compito determinati.
Ad esempio se il terapeuta assume il ruolo di funzionario dell'apparato di cattura,inevitabilmente il potere si raggrupperà totalmente ad un polo del campo generato dal vincolo. Franco Basaglia e tutto il movimento di psichiatria democratica ci ha insegnato che la formazione implica l'analisi del mandato sociale e questa analisi significa fare una continua attenzione alla nostra implicazione con un apparato di cattura o con una macchina terapeutica.
Cosa significa tutto ciò?
Significa che il transfert che ci arriva addosso non è solamente  una ripetizione di una situazione famigliare  e' ma quasi sempre un transfert istituzionale. José Bleger diceva che il paziente ci proietta il suo inquadramento da cui emerge che è' fatto di famiglia,gruppo, istituzioni e comunità.
Ma anche noi emergiamo da una famiglia,un gruppo,una istituzione ed una comunità. 
Dall'incontro/ scontro fra le reciproche fantasie si produce il vincolo che genera il campo di forze che  produce lo spazio.
Così concordo con Orazio Costantino si tratta di urbanistica. E di una urbanistica attenta.
La costruzione di uno spazio terapeutico 
non significa mettere a disposizione un contenitore ma un dispositivo per trasformare le emozioni in pensieri.
Questo dispositivo non e' contenuto  in un singolo. 
 
Nella recensione al libro di Alberto Merini Schizofrenia e territorio Armando Bauleo dice: "Abbiamo cercato, in certi luoghi e istituzioni pubbliche,(ospedali,quartieri,sindacati ecc.) di dare una formazione alla gente ( i lavoratori della salute mentale) ed una assistenza pubblica.
I problemi insorti derivavano: dalla struttura teorica della psicoanalisi,dalla sua tecnica,dalla sua applicazione in altri campi (e le conseguenti variazioni del setting) dalla interpretazione,dalla modificazione istituzionale dell'organizzazione 
( soprattutto dopo l'inclusione di una prospettiva psicoanalitica),dai passaggi dal transfert individuale ad uno istituzionale"
Cioè Bauleo, a mio parere,mette l'accento sulla costruzione della macchina terapeutica che non è concentrata sulla super formazione del singolo ma sulla equipe di lavoro e sulla costruzione di uno schema di riferimento concettuale ed operativo comune.
La quantità di emozioni che vengono proiettate sull'analista vanno condivise anche perché le emozioni le ricevono anche e a volte soprattutto,gli infermieri,gli educatori,gli assistenti sociali. L'equipe permette un contenimento e una elaborazione del contro transfert, o delle contro identificazioni proiettive come diceva Leon Grimberg.
Cosi come la sofferenza psicotica e' il risultato di un processo collettivo così anche la cura e' un processo collettivo di cambiamento.
Costantino ci dice che le emozioni negli schizofrenici non sono rappresentabili e quindi rimangono imbrigliate "nelle parti corporee frammentate e proiettate..."
 Così noi possiamo vedere  la statica di organi senza corpo che cercano una pelle che stabilisca un confine fra il dentro e il fuori ed aiutarli a contenersi.
Ma possiamo anche vedere la dinamica di un corpo senza organi, un flusso di produzione desiderante,che cerca una via di fuga da un ordine simbolico che lo imprigiona in un paradosso ed aiutarlo a liberarsi
 

Bibliografia

 

Sigmund Freud : Osservazioni Psicoanalitiche su un caso di paranoia (dementia paranoides) descritto autobiograficamente 1910
Introduzione al narcisismo 1914
nevrosi e psicosi 1923
la perdita della realta' nella nevrosi e nella psicosi 1924
Victor Tausk Scritti Psicoanalitici Astrolabio
Frieda Fromm Reichman: I problemi del transfert negli schizifrenici In Psicoanalisi e Psicoterapia Feltrinelli
Donald Winnicot L'odio nel controtransfert In dalla pediatria alla Psicoanalisi Giunti
Enrique Pichon Riviere :Contribucion a la teoria psicoanalitica de la Esquizofrenia 1946
Psicoanalisis De la Esquizofrenia 1946
Algunas observaciones sobre la transferencia en los pacientes psicoticos 1951 in La Psiquiatria, una nueva psoblematica Nueva Vision
Wilfred Bion Analisi degli Schizofrenici e metodo psicoanalitico Astrolabio
G.Deleuze, F.Guattari L'antiedipo Einaudi
Millepiani Utet
Franco Basaglia L'istituzione negata
Leonardo Montecchi Macchina in Varchi Pitagora
Francesco Galofaro Scizofrenia meccanica. come de programmare le macchine sociali  http://www2.units.it/etica/2016_3/GALOFARO.pdf
Josè Bleger Simbiosi e ambiguità Armando
Psicoigene e psicoterapia Istituzionale lauretana
Orazio Costantino Psicosi e Dintorni Borla
Alberto Merini Schizofrenia e territorio Cleub
Armando Bauleo recensione a Schizofrenia e territorio in Psicoterapia e scienze Umane 1981
lo spazio non logico della psicosi in Clinica Gruppale e clinica Istituzionale
Leon Grimberg Seminario all' IPSA di venezia su identificazione e contro identificazione Proiettiva
Antonin Artaud per farla finita col giudizio di dio
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