Mi accomodo alla prima poltrona all’estremità sinistra della terza fila, a sinistra: ancora in piedi, nelle mie torsioni per poggiare il cappotto sulla sedia a fianco, dietro me vedo un volto di donna che mi sorride a mo’ di saluto: ”Non mi riconosce?” “?” “Sono una professoressa del Cardano di Pavia e sono qui per lei, attratta da quanto lei ci ha detto nei corsi di formazione per docenti, sia sulla psicanalisi e sia su Recalcati!”.
Una buona premessa dunque e nell’attesa parliamo di varie cose: io mi avventuro su quello che potrebbe essere il taglio e il contenuto della Lectio Magistralis e verbalizzo a lei e a suo marito che l’ha accompagnata, che mi attendo una dissertazione che prenda spunto da diversi passaggi del suo testo “Desiderio, Godimento, Soggettivazione”, vera miniera e cornucopia del Sapere Psicanalitico; i passaggi ai quali penso, sono:
- a pagina XVI dell’introduzione,
- a pagina XIX, sempre dell’introduzione:
- a pagina 359 del testo
Ero preparato, perciò, a una lettura
- del sacrificio come assoggettamento all’Altro, soprattutto all’Altro genitoriale che esita nel falso Sé Kohutiano (una mia licenza sul tema)
- del sacrificio del Soggetto Umano all’Altro dell’Inconscio, come ricettacolo di ogni nefandezza e come stampo ineluttabile che definisce irreversibilmente i nostri destini.
Nulla di tutto ciò: Massimo Recalcati è stato come al solito molto spiazzante ed ha parlato di “altro”: ha rinunciato alla rendita di un materiale già pronto e solo da sviluppare e rimodellare, per passare a una dissertazione inedita e anche per questo, per me più suggestiva rispetto a quanto mi attendessi.
Ancora una volta, Recalcati con il suo impegno, la sua dedizione, la sua sconfinata curiosità intellettuale, ha dimostrato di sapere sparigliare le carte continuamente, “donandoci” il frutto del suo continuo e irrefrenabile Desiderio d’A/altro, con estrema intelligibilità e piacevolezza.
Se ora volete sapere altro, quell’altro su cui lui ha dissertato, dovete attendere che abbia il tempo a disposizione per mettere a posto gli appunti presi: quello che ora non ho, perché sto partendo per la Liguria col caro amico “Disobbediente” Andrea Franzoso, altro soggetto etico, che ha sacrificato anche l’ultima camicia, o meglio, come direbbe Recalcati, l’ha donata.
Di quale camicia ha fatto dono, senza girarsi a vedere l’effetto che faceva a Sé e agli altri?
La vita professionale, la carriera, per non tradire il suo Desiderio di restare una persona pulita, nonostante le mille lusinghe e le ipotetiche tentazioni, che sono rimaste virtuali, non avendo trovato terreno sul quale attecchire.
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