Percorso: Home 9 180X40 - Quarant anni della Legge Basaglia 9 Dal TSO contro la povertà al TSO contro il freddo. Uno spettro si aggira per Genova

Dal TSO contro la povertà al TSO contro il freddo. Uno spettro si aggira per Genova

24 Feb 18

A cura di Emilio Robotti

E’ previsto che il Buran, il vento gelido della Siberia arrivi in Liguria ed a Genova la prossima settimana, portando con se neve e temperature eccezionalmente basse per la zona: da -7° a -4°.

Giusto ed ovvio che di fronte a ciò la Protezione civile del Comune di Genova pensi anche agli ultimi, ovvero ai senza tetto che dormono per la strada.

Questa è la notizia buona.

La notizia cattiva sono le dichiarazioni del Consigliere Comunale delegato alla Protezione Civile (una sorta di Assessore senza portafoglio, invenzione del Sindaco Bucci) riportate da Il Secolo XIX e dalla edizione genovese di La Repubblica.

«Genova, Gambino: «Per mettere al sicuro i senzatetto valutiamo anche la possibilità di agire con dei Trattamenti sanitari obbligatori» «Stiamo lavorando con le associazioni del territorio che collaborano da tempo con il Comune per mettere al sicuro gli homeless che non vogliono essere aiutati. Non vogliamo arrivare a soluzioni drastiche e obbligare le persone con i trattamenti sanitari obbligatori ma valuteremo anche quello se servirà a evitare dei decessi»”

Non conosco il Consigliere Gambino e non ho nulla di personale contro di Lui, nemmeno conosco in quale lista sia stato eletto, ma sono propenso a credere che una dichiarazione come questa non derivi da cattiveria quanto da ingenuità e forse ignoranza: non ignoranza accademica, ma la mancata frequentazione dell’Università della vita e soprattuto degli ultimi e dei poveri. Frequentazioni, queste ultime, che a mio parere dovrebbero far parte del bagaglio di chiunque amministri una città o governi un paese.

Insomma, sono propenso, non avendo altri elementi, ad escludere il dolo del consigliere, ma non la colpa grave.

Perchè di fronte all’ondata di gelo ed alle preoccupazioni delle associazioni che da sempre si occupano a Genova degli homeless come S. Egidio, la Caritas, S. Marcellino, Comunità di S. Benedetto, Massoero 2000 ed altre, che denunciano come diverse decine (avete capito bene, decine, non migliaia o centinaia) di persone che rimarrebbero fuori all’addiaccio a morire, mi aspetterei che il Comune aprisse le porte dei suoi palazzi in quei giorni, anche di notte, ai senza tetto per rifugio; che fossero aperte le stazioni ferroviarie e della metropolitana anche di notte; che fosse predisposto un piano straordinario, anche di supporto alle associazioni, per erogare bevande e pasti caldi, sistemare brandine e dare sacchi a pelo e coperte, se necessario requisendo temporaneamente anche edifici di proprietà privata.

Invece no, si parla di trattamenti sanitari obbligatori per i poveri, a fin di bene perché l’intenzione è salvare delle vite, ma dimenticando che alcuni dei più gravi crimini della storia umana sono stati perpetrati  “a fin di bene”.

Non pretendo che l’illustre Consigliere Comunale (e il non meno illustre Sindaco di Genova, Bucci, dal quale mi aspetto una ferma dissociazione o rettifica almeno) abbia nella sua biblioteca la “Storia della follia” di M. Foucalt, che sappia che i senzatetto e vagabondi venivano internati insieme ai criminali e che proprio per questo il manicomio nacque come istituzione carceraria. Pretendo che però sappiano che quest’anno ricorre il quarantennale della approvazione della L. 833/78, istitutiva del Servizio Sanitario Nazionale, della Legge 180 (nota come “Basaglia” e che ebbe come relatore il genovese Orsini), che nel 1998 è stato chiuso l’ultimo manicomio grazie ad una norma della finanziaria voluta dall’allora Ministra Bindi, che ormai in Italia (anche se ancor più tardi) sono stati chiusi persino i gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

Pretendo che sappia che il Trattamento Sanitario Obbligatorio non è e non può essere una risposta alla povertà e nemmeno al freddo, che non è una malattia (lo so persino io che non sono un medico). Non pretendi che conosca la giurisrudenza in materia, pretendo che sappia che il Trattamento Sanitario Obbligatorio prevede la convalida di due psichiatri, e che è finito da decenni il tempo in cui lo psichiatra esercitava il controllo sociale anziché curare.

Pretendo che essendo preposto alla protezione civile e quindi all’incolumità dei cittadini, avendo alcuni giorni di tempo per organizzarsi, faccia quello che deve insomma, invece di evocare ricoveri coatti che fanno parte dei periodi bui della storia. E che l’ospedale venga usato per curare i malati, non la povertà o anche solo il freddo.

Pretendo l’applicazione del diritto e la difesa dei diritti anche degli ultimi, da parte delle istituzioni che li rappresentano. Anche se i senza dimora, con la perdita della residenza, hanno perso pure il diritto di voto, come non tutti sanno.

Loading

Autore

3 Commenti

  1. Emilio.robotti

    Aggiornamento da il secolo
    Aggiornamento da il secolo XIX del 27.2.18 “Il sindaco Marco Bucci ieri ha confermato inoltre la volontà di proporre il Trattamento sanitario obbligatorio ai clochard che rifiutino il ricovero. «Non credo ci sia discussione, se ci denunceranno ci difenderemo, la vita è troppo importante», ha commentato il sindaco. “

    Rispondi
    • admin

      in realtà il Sindaco NON PUO’
      in realtà il Sindaco NON PUO’ proporre TSO ma semmai potrebbe non convalidarli a fronte di una proposta e di una convalida regolari (ovvero la prima la proposta fatta da un laureato in medicina la seconda la convalida fatat da uno specialista in psichiatria del SSN). Mi domando come immaginare un procedimento di tal fatta di fronte ad un clochard e a fronte del freddo.
      In effetti se i numeri dati dalla Caritas corrispondono alla realtà sarebbe molto meglio attivare soluzioni alternative e un’ideina più civili

      Rispondi
      • Emilio.robotti

        Concordo con La Redazione e
        Concordo con La Redazione e Francesco Bollorino. Lo stesso comune dichiara trattarsi, oggi, di una quindicina di persone a rischio. Se è così, chiedere un TSO per il freddo significa da parte del Comune spogliarsi di ogni responsabilità ed assumere competenze che non sono ad esso proprie, con ciò per di più mortificando tutti gli operatori e operatrici dei servizi territoriali e delle reti delle associazioni e pubbliche assistenze. Che lavorano silenziosamente ogni giorno e ancora più in questi momenti, invece di sparlare di TSO come il Consigliere ed il Sindaco.

        Rispondi

Invia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Caffè & Psichiatria

Ogni mattina alle 8 e 30, in collaborazione con la Società Italiana di Psichiatria in diretta sul Canale Tematico YouTube di Psychiatry on line Italia