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COSA SONO LE NUVOLE

25 Feb 18

A cura di mariaferretti0

…e non ho mai sentito,che un cuore , un cuore affranto si cura con l'udito…
                                                                                                           (Pier Paolo Pasolini)
 
 
 
COME CI SI DOVREBBE BACIARE
 
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo
che bacio.
 
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio il tuo riflettere
i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
il tuo piede
che è giunto qui
e che di nuovo se ne va
 
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo sarà trascorso.

 
 
Erich Fried
 

E quando l'altro si fa corpo ecco il punto più limpido della tua ferita, un’unica parola uguale per tutti: esposizione.
Esposto a sentire, disposto a sentire.
Ma siamo disposti a sentire l'Altro tutto?
 Il suo silenzio, la sua presenza, la sua assenza, la sua PAROLA.
La parola dell'amore, la parola del desiderio dell'altro "espongono" ovvero invitano a duettare, ma il duetto a volte diventa duello.
Perché la elle al posto della ti?
Perché duettare è un assaggio inebriante di ciò che è il Paradiso: SPETTACOLARE.
Ma appena hai assaggiato quella bocca da cui esce la "parola" ti attende la CONFERMA.
Essere con-fermati, esser fermati,  arrestare la corsa!
 Esistere e sentire di esistere è sempre frutto non di uno specchio ma di un "corpo altro" che conferma che ci sei tu, proprio tu.
 Alcune ferite non chiudono il dare ma il ricevere.
Dare è l'unico modo di ricevere, ma quando il canale è aperto ricevere è straordinario.
 Dura pochi secondi forse ricorda qualcosa che sa di "primo desiderio" di esser stati desiderati, la prima fantasia espressa da due innamorati quando hanno pensato di fare un figlio, di fare proprio te.
Il più bel desiderio d'amore tra un uomo e una donna.
Questo eccesso d'amore che è o dovrebbe essere un figlio.
È proprio vero: "bello da morire", morire, appunto, perché alcune volte la nostra venuta al mondo non solo non è stata desiderata ma neanche contemplata o peggio ancora "inventata".
Il Bello salva e uccide il brutto, le brutture .
La parola della poesia cura perché espone tutti i nostri sensi, uccide la bruttura.
 Nessun più crede alla bellezza delle parole degli atti e appena esce l'atto, pulito, la tendenza è IMBRATTARE, sporcare, criticare, dubitare.
Imbrattare, verbo di chi ha perso la bellezza, la purezza dello sguardo.
 Vedere e sentire la bellezza, propedeutico per dottori e pazienti.
Non si crede più alle belle persone se son belle c'è qualcosa che non va.
Abbiamo dimenticato che la bellezza esiste, che l'elemento nobile dell'umano esiste.
 
"La più nobile specie di bellezza è quella che non trascina a un tratto, che non scatena assalti tempestosi e inebrianti (una tale bellezza suscita facilmente nausea), ma che si insinua lentamente, che quasi inavvertitamente si porta via con sé e che un giorno ci si ritrova davanti in sogno, ma che alla fine, dopo aver a lungo con modestia giaciuto nel nostro cuore, si impossessa completamente di noi e ci riempie gli occhi di lacrime e il cuore di nostalgia" (Friedrich Nietzsche)
 
La bellezza è il ritorno all'elemento nobile dell'umano.
Ma l'atto terapeutico/d'amore è capacità di vedere e rivedere ciò che è stato sommerso dalla bruttura .
Il sintomo la tua bellezza, la tua umanità.
Aveva ragione Lacan quando diceva che l'amore vero è reciproco.
Ovvero gli inconsci si incontrano e si riconoscono.
L'INCONSCIO non mente mai.
Parla ! parla! parla!
E parla sempre a qualcuno.
Gli inconsci si parlano.
 
E quando l'INCONSCIO parla si SENTE.
Dice le nostre angosce, i nostri desideri, dice dove ci troviamo dice come stiamo davvero. Molto preciso, oserei dire "SCIENTIFICO ".
Si l'INCONSCIO è scientifico si muove attraverso logiche precise.
Son d'accordo con il Prof. Semi quando mi dice che alcune scoperte scientifiche sono avvenute attraverso i  sogni.
Ma se l'inconscio ha prodotto scoperte scientifiche allora di che materia è fatto l'inconscio?
Gli strumenti per studiarlo non saranno gli stessi della fisica o della matematica ma il metodo per studiarlo si!
La poesia, per esempio, come il sogno crea movimenti e dislocazioni, può essere un mezzo per studiare i meccanismi dell'inconscio.
Nella poesia c'è qualcosa da ricercare che può aiutarci ad indagare la scientificità della cura.
Esser scientifici significa sapere che le cose accadono non per caso ma attraverso meccanismi che son precisi direi "millimetrici".
Se la coazione a ripetere è per tutti, per tutti è anche il movimento che determina l'uscita.
Si parla di cose che si sanno non di cose sentite da, appena   intuite oppure il peggio del peggio lette.
Gli intellettuali non sono in grado di prendersi cura, ci vuole ben altro, molto Altro.
La cultura insegna ma non cura.
Non tutti possiedono la "disposizione", non tutti son "portati".
L'analisi ha a che fare con il sapere dell'umano funzionamento si soggettivo (verticale) ma anche oggettivo ovvero trasversale alle nostre storie uniche e straordinarie.
Gli occhi e le orecchie di un analista devon esser belli, devono vedere e sentire oltre.
L'oltre è la seconda caratteristica dopo il desiderio che deve possedere un bravo analista.
Il saper veder e sentire oltre è allenarsi a tutte le espressioni dell'inconscio arte, scienza, amore.
Verticale il soggetto Orrizzontale l'oggetto d'amore.
La ricerca dell'amore appartiene a tutti: grandi, piccoli, bianchi, neri, intelligenti, stupidi, colti, ignoranti.
Trasversale l'oggetto d'amore come la fame la sete.
Ogni esser umano che intraprende il prendersi cura attraverso l'analisi è un piccolo scienziato che contribuisce alla scoperta dei meccanismi dell'inconscio umano.
Pazienti ed Analisti insieme per testimoniare che grande opera d'arte è il sintomo, che grande impresa direi titanica è l'uscita da un sintomo una ripetizione.
La dimostrazione dell'umana forza, dell'umano nobile.
È questa nobiltà, questo elemento nobile di noi pazienti -analisti che ri-cerchiamo, annusiamo staniamo.
La ricerca si occupa di trovare qualcosa che esiste già ma che non capiamo. Non vedere non significa inesistenza.
La poesia è l'elemento nobile del linguaggio.
E nobile mi riporta al duello a questo incontro scontro confronto su questioni di " vita" o di "morte".
Per ognuno di noi i sintomi son stati questione di vita o di morte:
“Dottoressa ma tornerò a star bene? Non credo più che sarò felice!
Ma come è possibile non riuscire più  a salire su un treno.
Perché ho paura di morire.
Perché penso continuamente alla morte.
Perché mi sento spiato perseguitato .
Perché non riesco a lasciarlo.
Lo amo o non lo amo, l'ho mai amato.”
 
Tutti i giorni le domande delle nostre vite che danzano nella nostra stanza.
 

Ogni tanto io e i miei pazienti  stiamo con il naso all'insù, avendo la fortuna di un luogo bello per la cura, sopra le nostre teste c'è un affresco che rappresenta il cielo delimitato da una grande balconata:
E che so' quelle? dice Otello. E Jago: Quelle sono… sono le nuvole… E che so' ste nuvole? risponde Otello. “Mah!” fa Jago Quanto so' belle, quanto so' belle… quanto so' belle… afferma Otello. E Jago: Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!”.
 
Quello è il cielo sopra ognuno di noi, pazienti-analisti sotto lo stesso cielo, sospesi nel lento divenire dell'inconscio : le nuvole.
 
 
COSA SONO LE NUVOLE
 
Che io possa esser dannato
se non ti amo
e se così non fosse
non capirei più niente
tutto il mio folle amore
lo soffia il cielo
lo soffia il cielo
così
 
ah ma l'erba soavemente delicata
di un profumo che da gli spasimi
ah tu non fossi mai nata
tutto il mio folle amore
lo soffia il cielo
lo soffia il cielo
così
 
Il derubato che sorride
ruba qualcosa al ladro
ma il derubato che piange
ruba qualcosa a se stesso
perciò io vi dico
finché sorriderò
tu non sarai perduta
 
ma queste son parole
e non ho mai sentito
che un cuore, un cuore affranto
si cura con l'udito
l'unico e tutto il mio folle amore
lo soffia il cielo
lo soffia il cielo
così
 

Pier Paolo Pasolini

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2 Commenti

  1. admin

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    Grazie per ciò che farete, grazie dell’attenzione.

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  2. admin

    Quale Editor della rivista mi
    Quale Editor della rivista mi permetto di consigliare ai lettori di andare seguendo il link all’indice della Rubrica (e questo vale per tutte le Rubriche di Psychiatry on line Italia) onde scoprire se non lo si è ancora fatto gli altri contributi che rappresentano un corpus che merita di essere scoperto.
    Ho notato (i counter son ormai molto raffinati e ci dicono assai delle abitudini dei lettori senza scomodare il grande fratello) che molto spesso la lettura di un pezzo è SINGOLA con successiva uscita qunado in realtà il vero arricchimento per chi legge sarebbe scoprire l’evoluzione del pensiero dell’autore che nel tempo ha pubblicato pezzi con un “razionale” comune che meriterebbe di essere scoperto e aprezzato.

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