FRATTALI
Fratture,intersezioni,crepe nel pensiero dominante
Precisazioni sulla epistemologia convergente
Ho pensato a questo titolo perché la scuola Bleger vuole presentare l'istanza di riconoscimento per attivare corsi di specializzazione in psicoterapia. Questa istanza in Italia prevede che venga esibita la documentazione relativa alla " validità del proprio indirizzo metodologico ecc....." Di qui inizia la riflessione che mi ha portato ad alcune considerazioni che voglio condividere con voi. In primo luogo che cosa intendiamo quando parliamo di metodo? La parola viene dal greco μέϑοδος ed è composta di due parti : meta che significa andare verso, e Odus che significa cammino, si tratta dunque di una via verso una meta, questo senso viene ampliato perché la parola greca si può tradurre come ricerca. E qui arriviamo al interrogativo di oggi: qual è il metodo della ricerca con il nostro Schema di riferimento concettuale e operativo? Discendiamo anche noi dalla frattura che Descartes ha introdotto nel pensiero antico assieme a Galilei e Newton, per questo parliamo di metodo scientifico ma con tutti i cambiamenti che sono intervenuti nelle scienze nel secolo scorso non è più possibile parlare di "metodo scientifico" ma di metodi scientifici. Le vie per la conoscenza certa: la ἐπιστήμη,come dicevano i greci, diventano molteplici non c'è più solo un unica via da seguire per conoscere l'oggetto. Dobbiamo a questo proposito soffermarci sulla scoperta della esistenza del campo. Sto parlando del campo come oggetto fisico scoperto prima da Faraday ampliato da Maxwell come campo elettromagnetico e poi da Eistein nella relatività generale. Il campo, come oggetto fisico, complica la relazione di conoscenza tra soggetto ed oggetto,immette la reciprocità. Kurt Lewin introducendo il concetto di campo in psicologia parla di un passaggio dal pensiero aristotelico a quello galileiano. Ci dice Bleger in Psicologia della conducta a proposito del campo psicologico " se define un campo come el conjunto de elementos coexistentes e interactuantes en un momento dado (...) La relazione sujeto-medio no es,entonces,una simple relacion linear de causa a efecto, entre dos objectos distintos e separados,sino que ambos son integrantes de una sola estructura total (...)" Queste considerazioni ci fanno uscire da una teoria della conoscenza ingenua per cui il soggetto conosce l'oggetto in una sorta di "immacolata percezione" in realtà il processo di conoscenza avviene in un campo in cui il soggetto modifica l'oggetto e contemporaneamente l'oggetto modifica il soggetto. Ci dice Merlau Ponty in Fenomenologia della percezione nel capitolo IV intitolato il campo fenomenico: " Non diremo più che la percezione è la scienza ai suoi albori, ma viceversa che la scienza classica è una percezione che dimentica le sue origini e si crede compiuta. Il primo atto filosofico consisterebbe quindi nel ritornare al mondo vissuto al di qua del mondo oggettivo" Anche i coniugi Baranger nel loro fondamentale lavoro "La situazione analitica come campo dinamico" affermano: " la coppia analitica è un trio,in cui uno dei tre membri, fisicamente assente,è presente dal punto di vista del vissuto". Così arriviamo alla psicoanalisi che per Freud era una pluralità di metodi, cioè un metodo di cura, un metodo di conoscenza ed in terzo luogo una teoria della mente. Il metodo di cura si è sviluppato dalla relazione medico paziente, è passato attraverso l'ipnosi ed è approdato alla coppia libera associazione ed attenzione fluttuante. Ma il dispositivo che rende possibile il processo psicoanalitico è, come ci dice Bleger un non-processo: l'inquadramento, cioè: " ...il ruolo del analista,l'insieme dei fattori relativi allo spazio ( ambiente) e al tempo e parte degli aspetti della tecnica ( che comprende la fissazione e il mantenimento degli orari,gli onorari, le interruzioni concordate ecc)" Il dispositivo del metodo di cura che dura per anni e viene mantenuto in base ad un insieme di norme e di attitudini " altro non è, per sua stessa definizione, che una istituzione" Ora, questa istituzione della cura psicoanalitica ha prodotto una specifica teoria della mente:la metapsicologia. Quella istituzione ha prodotto un altro dispositivo l'Associazione Psicoanalitica internazionale, il gruppo degli analisti che custodivano il metodo di cura ortodosso e che potevano includere ed espellere chi effettuava cambiamenti non autorizzati del dispositivo di cura o introduceva concetti innovativi che potevano essere percepiti come eretici. Forse per questo Karl Popper riteneva che la psicoanalisi non fosse una scienza, perché i suoi costrutti sembravano non poter essere sottoposti alla sperimentazione ma alla autorità di una istituzione. Qui entra in campo l'aspetto del metodo psicoanalitico come metodo di ricerca e dunque l'applicazione della psicoanalisi in campi diversi da quello abituale degli adulti nevrotici ricevuti negli studi privati. Abbiamo una serie importante nuovi campi con la pedagogia,l'antropologia, la letteratura, i bambini, gli psicotici e istituzioni come cliniche ospedali,scuole,asili ecc.. via via altre applicazioni che ampliano enormemente i dispositivi clinici. Ma queste sperimentazioni entrarono spesso in conflitto con l'associazione psicoanalitica perché si ponevano come un aspetto istituente a fronte di regole istituite. Negli anni fra le due guerre si sono intrecciati conflitti politici e teorici importanti che si possono riassumere in una spaccatura fra una destra e una sinistra psicoanalitica. La destra continuava con la libera professione e gli studi privati. La sinistra pensava alla applicazione dei dispositivi psicoanalitici fuori dallo studio libero professionale, pensava alla prevenzione, ai temi sociali,agli asili alle scuole, ai quartieri operai. Questi differenti metodi hanno prodotto diversi concetti metapsicologici, dalla parte "destra" si cerca di teorizzare una esperienza " individuale" come se non esistesse il concetto di campo e si potesse regredire ad una concatenazione lineare di causa ed effetto in cui un soggetto con una "area del io libera da conflitti" fin dalle origini ( Hartmann) potesse sviluppare la propria affermazione sociale indipendentemente dal vincolo con l'altro. L'altra concettualizzazione al contrario prevede che l'io non sia libero nel proprio modo di agire ma che dipenda dal es e dal superio. Cioè dal biologico e dal sociale. Per riprendere il Reich di materialismo dialettico e psicoanalisi che aveva allargato il metodo psicoanalitico al sociale e al politico con il movimento sexpol. Inoltre come sappiamo il metodo di cura applicato ai bambini da Melania Klein ed agli psicotici da Rosenfeld e da Bion ha modificato la metapsicologia introducendo le relazioni oggettuali e l'identificazione proiettiva. Tutte queste ricerche e nuove concettualizzazioni hanno generato conflitti nella istituzione psicoanalitica. Nei primi anni 50 Jaques Lacan fonda la sua scuola che si presenta come l'introduzione della dialettica idealista nella psicoanalisi. La dialettica hegeliana lo porta ad una diversa concezione del soggetto. Secondo Bauleo,Lacan ci dice che nella fase dello specchio il bambino : "esce dalla realtà del io vissuto,per riferirsi a quel io immaginario di cui l'immagine speculare è l'inizio". Seguirà la "dialettica del identificazione con l'Altro". Questi concetti entrano in conflitto con la metapsicologia freudiana "ortodossa". Nello stesso periodo Pichon Riviere, usa la dialettica materialista per applicare il metodo di cura psicoanalitico agli psicotici e in seguito alla sua esperienza istituzionale nel Ospedale Psichiatrico sperimenta il dispositivo del gruppo operativo. Ripensando a questi passaggi nel prologo del "processo gruppale" Pichon usa il concetto elaborato da Bachelard di ostacolo epistemologico, concetto fondamentale che rientra a pieno titolo nella nostra metapsicologia cioè nel nostro ECRO. L'ostacolo, per lui,consisterebbe nella nozione di istinto e di narcisismo primario a cui contrappone il concetto di vincolo come " un protoapprendimento, come il veicolo delle prime esperienze sociali che costituiscono il soggetto come tale". Si tratta sicuramente di un cambiamento di paradigma di cui parla Thomas Khun che si precisa meglio con l' applicazione del metodo clinico e dal dispositivo psicoanalitico alla istituzione totale in un momento di emergenza, quando: " si rese necessario formare, con un gruppo di pazienti,una equipe di infermieri per il Servizio" Pichon sente la necessità di una rottura epistemologica, come dice Althusser di Marx, cioè elabora dei concetti che rendono conto di una prassi differente da quella della applicazione del "pensiero psicoanalitico ortodosso". Il metodo di ricerca, in questo caso lo porta ad ipotizzare un " oggetto astratto" che poi elaborerà in seguito con Bauleo. Si tratta del compito. Peirce avrebbe parlato di una abduzione, ma si può parlare anche di una operazione dada per Pichon che conosceva Tzara, un ready-Made concettuale. Un emergente della epistemologia convergente. Ora, per riprendere un lavoro di Rene' Kaes, il compito, che non cita quando parla delle sue differenze con Pichon, appartiene ad una metapsicologia che Kaes chiama di terzo tipo e che si riferisce alle applicazioni dei metodi analitici alle coppie alle famiglie e ai gruppi. Non considera le istituzioni. Bauleo aveva già ampliato lo schema concettuale e operativo,la nostra metapsicologia,e nella prefazione all'edizione italiana del processo gruppale dice: "Il compito ( o finalità) del gruppo sarà l'elemento chiave nella problematica della situazione gruppale; ora da me concepita come un vertice della triangolazione ( compito-coordinazione-struttura gruppale)" Ma il nostro Schema concettuale di riferimento e operativo l'ECRO,si è esteso in questo tempo grazie ad altre e numerose prassi. Sicuramente dobbiamo includere quella che Bauleo e De Brasi chiamavano clinica istituzionale, che si caratterizza per un dispositivo specifico e cioè l'assemblea generale. È' un dispositivo particolarmente concettualizzata dagli analisti istituzionali come Georges Lapassade, ma che è stato ed è un dispositivo applicato anche nei processi di deistituzionalizzazione a partire dalla esperienza di Franco Basaglia a Gorizia.E dal movimento del 68. Ora si sta sperimentando il dispositivo multifamigliare in diversi ambiti. Molti di noi organizzano dispositivi per pensare attraverso la differenza di genere. Altri elaborano dispositivi etnopsicanalitici con i migranti. Sono convinto che le nostre ricerche costruiscano un arricchimento del nostro ECRO in un nuovo giro di spirale che ci porterà ad ipotizzare una metapsicologia del quarto tipo in grado di dialogare con le varie scuole psicoanalitiche per superare le scomuniche ed affermare attraverso pluralità di metodi la necessità della ricerca. In questo siamo aiutati dal concetto di compito nel suo aspetto manifesto e latente che si articola in precompito compito e progetto e descrive il funzionamento di un apparato psichico che si articola situazioni e campi diversi e si dispone su ambiti che circoscrivono spazi specifici. Quello individuale o psicosociale, il gruppo interno, quello gruppale famigliare,il gruppo esterno o sociodinamico,quello istituzionale, quello comunitario e quello globale. In ciascuno di questi ambiti organizziamo dispositivi analitici, di cura e di ricerca e di qui stiamo traendo nuovi oggetti per la teoria. L'epistemologia convergente significa dunque fare convergere sul compito diversi apporti di diverse discipline e di diverse esperienze e vissuti. Sono convinto che l'epistemologia convergente sia indispensabile per affrontare la complessità senza riduzionismi e banalizzazioni. Possiamo fare nostra l'affermazione di Edgar Morin che ne il metodo dice: "Il cerchio sarà la nostra ruota, la nostra strada sarà a spirale" Non si può praticarla se non si effettua la rottura epistemologica con l'individualismo ed il narcisismo che alimentano un clima di lavoro caratterizzato da una ideologia gerarchica in cui il rappresentante di una disciplina cerca di prevalere sull'altra. Quando avviene questo si è perso di vista il compito. La rottura implica la necessità della prassi perché è nella prassi che possono ricombinarsi i diversi saperi e costruire uno schema concettuale ed operativo specifico per quella situazione. Dice Paul Feyerabend: "L'idea di un metodo che contenga principi fermi,immutabili e assolutamente vincolanti come guida nell'attività scientifica si imbatte in difficoltà considerevoli (...) ( le scoperte più importanti) si verificarono solo perché alcuni pensatori o decisero di non lasciarsi vincolare da certe norme metodologiche ovvie o perché involontariamente le violarono" Per concludere voglio descrivere brevemente una esperienza che stiamo facendo a Rimini nel servizio per le dipendenze patologiche. Da qualche anno si riunisce ogni mese un gruppo interdisciplinare che ha il compito di costruire la clinica della complessità. Che cosa significa? Ci siamo resi conto che esiste una molteplicità di casi che transitano in diversi campi dal ricovero nel reparto ospedaliero di diagnosi e cura, al centro di salute mentale, al servizio ambulatoriale delle dipendenze patologiche, alle varie comunità terapeutiche del territorio e così via. Agli incontri partecipano medici,infermieri, educatori, assistenti sociali, psicologi, psichiatri,psicoterapeuti provenienti da diversi servizi pubblici e del privato sociale, come comunità terapeutiche, centri diurni ,gruppi appartamento educatori di strada, con lo stesso diritto alla presa di parola. Vengono presentati a turno i casi nella prima ora, poi si discute in un tempo fuori dalla urgenza apportando informazioni o formulando ipotesi per capire meglio ed applicare i diversi saperi e per assumere decisioni concrete. In questo lavoro diviene evidente l'ostacolo epistemologico quando, ad esempio le diverse manifestazioni di un essere umano sono ricondotte ad una qualche diagnosi psichiatrica che pretende di spiegarle tutte, oppure ad una visione medico-biologica o pedagogica o sociale e così via. L'ostacolo è dato anche dalla visione parziale di una situazione, ad esempio in un servizio ospedaliero o in un altro segmento del dispositivo terapeutico, che viene generalizzata come "la verità " sul caso. Emerge in questo, come in tutti i gruppi operativi lo specifico criterio di verità. Significa che non si può imporre una visione ma cercare un'accordo che passa attraverso la comprensione del compito comune. Così i concetti sorgono come effetto della ricombinazione di diversi saperi applicati in un campo determinato. L'ostacolo epistemologico si colloca nel pre-compito e si caratterizza per la prevalenza degli aspetti istituzionali. E come se gli integranti non avessero coscienza di trovarsi in un campo nuovo, la parte della loro personalità legata alla istituzione di appartenenza li fa vivere nella falsa coscienza. È in questa situazione che ,come ci dicono Pichon Riviere e Bauleo " appare il
Adelante companeros. Madrid 26 aprile 2018
Bibliografia Enrique Pichon Riviere. Il processo gruppale. Lauretana Willy e Madeleine Baranger La situazione analitica come campo bipersonale. Jose' Bleger. Psicologia della Conducta. Paidos Simbiosi e ambiguità. Lauretana Armando Bauleo. Ideologia Gruppo e Famiglia Feltrinelli Paul Feyerabend: contro il metodo Feltrinelli Edgar Morin. Il metodo,la natura della natura . Cortina Maurice Merleau-Ponty Fenomenologia della percezione. Bompiani Rene' Kaes. La metapsychologie aujourdhui et l'exstension de la psychanalyse . Conferenza a Bologna di Psicoterapia e scienze umane 14/4/2018 A proposito del gruppo interno,del gruppo, del soggetto,del legame è del portavoce nell'opera di Pichon Riviere Interazioni 1,7,1996. Thomas Khun la struttura delle rivoluzioni scientifiche. Einaudi Karl Popper logica della scoperta scientifica Einaudi