RECENSIONE " TESSERE LA CURA. Elementi per la pratica della psicoanalisi"
25 agosto, 2018 - 09:29
Editore: Franco Angeli
Anno: 2018
Pagine: 235
Costo: €32.00
In verità sono entrato alla libreria Feltrinelli per acquistare un altro testo di Roberto Pozzetti e precisamente “Esiste un amore felice?” È un tema alla quale sono sempre molto sensibile ed ero curioso di sapere come questo autore, che non ho mai avuto il piacere di conoscere, con il viso buono e rassicurante, ne dava descrizione e ne rappresentava le molteplici dinamiche interne. Il commesso si presenta, invece, con un altro libro sempre dello stesso autore, l'oggetto poi di questa mia riflessione, dal titolo “ Tessere la cura. Elementi per la pratica della psicoanalisi”. Un altro testo su Lacan? Mi ero ritagliato una pausa di qualche giorno al mare e, memore delle parole di Massimo Recalcati “non si può leggere Lacan sotto l’ombrellone”, ero indeciso sul da farsi. Ma per le questioni della psicoanalisi, come quelle per l'amore ho sempre avuto una debolezza, che in questi casi fa rima con incomprensione, conflitto, angoscia, desiderio di afferrare, di cogliere. Ovviamente sempre insoddisfatto, ma per questo calamitano sempre la mia attenzione. Ho iniziato a leggere la prefazione ancor prima di arrivare sotto l'ombrellone e le pagine della prof.ssa Paola Bolgiani mettono subito in risalto i personaggi che fanno da guida a tutto il testo. Freud, il maestro, il pioniere, colui il quale ha fatto dell'inconscio un elemento imprescindibile della cura. Poi Lacan, che senza mai rigidamente scollarsi da Freud lo ha superato, rivoluzionato. E l'esempio che la Bolgiani ci propone di questo oltrepassamento: quale dispositivo deve essere riconosciuto affinché qualcuno possa autorizzarsi ad esercitare la pratica della psicoanalisi? è emblematico. E poi troviamo l'autore, Roberto Pozzetti. Cosa ne fa lui delle teorie di Freud e di Lacan. Come riesce a districarsi per 'Tessere la cura', come riesce a costruire il suo modo di professare la psicoanalisi a partire dai testi inesauribili quali sono quelli di Freud e Lacan. Il lettore sensibile troverà via via tra le pagine la risposta, per certi versi particolare, singolare, ma logicamente e coerentemente incompleta, così come lo è la cura psicoanalitica. Parole come 'credo', 'penso', che troviamo nel testo, rimandano ad una sobrietà intellettuale e umana dell'autore. Sono il segno che il desiderio dell'analista è ancora in itinere, che il particolare ha prevalso sull'universale, il soggetto sul collettivo. Non è semplice, almeno per me, parlare e descrivere un testo senza riassumere o sintetizzare i vari temi che lo costituiscono. Provo a dire alcune cose. Roberto Pozzetti inizia il suo libro con una sorta di epistemologia della psicoanalisi, sui fondamenti teorici della psicoanalisi e il titolo del primo paragrafo del primo capitolo è eloquente: I filosofi, precursori degli psicoanalisi. Sappiamo quanto Freud sia stato un grande lettore e conoscitore della filosofia, partendo da Platone fino a considerare Schopenhauer e Nietzsche suoi maestri. Questo è un tema che io sento molto vicino. Per certi versi ancora continuo a chiedermi quanto alcune teorie di quella disciplina conosciuta sotto il nome di 'consulenza filosofica' possa essere di ausilio per una sopportazione del proprio sintomo. Quanto la lettura di autori come Achenbach, Marinoff fino ad arrivare al nostro Galimberti possa supportare la pratica psicoanalitica per 'Tessere la cura' per esempio con un soggetto angosciato? Sono grato all'autore di aver esemplificato così bene elementi cari alla psicoanalisi come desiderio, oggetto piccolo a, angoscia con filosofi che di questi temi ne hanno fatto oggetto di loro studi, Hegel, Kierkegaard, passando per Marx fino ad arrivare ad Aristotele. Ma il lettore non troverà solo questo. La psicoanalisi spesso, e a volte con ragione, è accusata di essere ostica, enigmatica e assolutamente selettiva. Come se gli psicoanalisti e gli studiosi di questa pratica volessero relegarla, confinarla all'interno di una elite o di una casta di intellettuali, preservandone esotericamente l'essenza taumaturgica. C'è da dire, a difesa, che proprio l'oggetto/soggetto di cui si fa causa la psicoanalisi, l'uomo, il soggetto, non è immune da complessità, ambiguità e tortuosità. Ogni persona, individuo, ogni soggetto non è mai ascrivibile a leggi universali. Ogni essere è un essere particolare, unico. Roberto Pozzetti questo lo mostra chiaramente. Fa della sua scrittura e del suo testo qualcosa di distintivo, intimo. È legato alla teoria, ne è affezionato. Ma non ne è vincolato, non usa la psicoanalisi come dottrina. Si sente più a suo agio quando si immerge nei casi, quando affonda nei sintomi, quando fa della sofferenza, una sofferenza unica, del soggetto, del corpo uno, irripetibile. Forse, e qui mi permetto molto, aver costituito una associazione ( InOut) che si rivolge ai sintomi e ai nuovi sintomi, ha dato modo a Roberto Pozzetti di poter praticare con il suo corpo, facendo della psicoanalisi una sua esperienza personale. Citando i suoi maestri non se ne è liberato, ma se ne è svincolato. Sta facendo suo, ciò che i maestri hanno fatto di lui. L'autore ci fa entrare nelle vicende della psicoanalisi con autenticità viva e traspirante. Ci descrive le fondamenti della psicoanalisi sempre con uno sguardo alla pratica e un orecchio al sociale. Quando scrive sui trattamenti dei sintomi, lo fa con parole ed esempi in cui il lettore potrà riconoscersi. Quando espone il tema del transfert inizia con un esempio, parte dalla sua esperienza. Quando tratta il tema delle sedute brevi, non manca di riferirsi a contrasti e conflitti vecchi ma ancora mai superati. Vedo una scrittura lucida, determinata. Ma sempre coerente e mai aggressiva. È un testo per chi vuole avvicinarsi alla psicoanalisi, perchè può trovarvi spunti e stimoli per approfondimenti successivi. È un testo per chi pratica la psicoanalisi, per un confronto a distanza con un collega. Per me è stato un testo che ha alimentato il mio desiderio.
Commenti
Concordo pienamente con Rosario Drogo sulla sua lucida analisi del testo di Roberto Pozzetti. E' senz'altro un testo che potrò usare anche didatticamente per le mie lezioni e che aiuta ad alimentare il mio desiderio per la psicoanalisi, sia per il suo studio che per la sua pratica. Grazie ancora!