ZATTERE AGLI INCURABILI
Una Poesia al giorno toglie l' Analista di torno...
di Maria Ferretti

PRENDIMI TRA LE MANI LA TESTA, DOTTORE ...

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21 novembre, 2018 - 10:53
di Maria Ferretti
Dove l'amore non era adulto e ti lasciavo graffi sui seni
Farai l'amore per amore
Continuerai a farti scegliere O finalmente sceglierai
 
Verranno a chiederti il nostro amore
Fabrizio De Andre
 
 
 
Non sa di brillare
Non sa di volare
Non sa di essere questo e non quello.
E se a rinchiudermi fossero soltanto le stelle
E se le cose stessero semplicemente così,
Che ci sono il così detto mondo e il così detto corpo.
Se volessi essere non contraddittorio. Ma no.
 
Czesław Miłosz
Poesie (Adelphi, 1983)
 

 

Nel sogno dopo aver interrogato le tre istanze sulla cura dello strappo e non aver avuto risposta incrocio il tuo sguardo, mi sorridi e poi ci ritroviamo in un'ampia stanza quadrata, spoglia senza nulla che ricordi il fuori, io e te. Siamo nel centro esatto, tutto il resto vuoto. Solita posizione tu dietro ed io sul lettino.
Le  mani si allungano e prendi la mia testa tra le mani.
Ho paura.
Mi dici di stare tranquilla.
Ti alzi e te ne vai.
Io sola nella stanza posso finalmente muovermi e mi sento autorizzata ad aprire qualche  cassetto.
Vuoto ! tranne uno in cui c'è una mappa della tua vita che segna l'arrivo alla tua meta d'amore.
Ma la mappa non serve più come se fosse ormai inutile se non per testimoniare l'arrivo.
Prendimi la testa fra le mani e' un sogno di riconoscimento di fiducia reciproca e del grande potere di attraversamento che l'analisi permette ai due nella stanza.
Certi sogni sono più chiari di altri. Certi sogni quando" oltrepassano" semplicemente testimoniano passaggi, desideri. Segnano e disegnano contorni.
 
Solamente amati non è vita.
Gia a scriverlo non ha ossigeno la testa.
Esser amati e' percezione deformante di se'.
Il piacere dell'esserlo e' sparizione.
Smembramento per piacere, presenza.
Ricomponimento per dolore,assenza.
Ricevere fine a se stesso, senza un'uscita rende sordi dentro.
Satura come tappo.
Consegnarsi nelle mani sbagliate definisce il tuo livello di sordità al vivere.
L'analisi cerca disperatamente di inventare un modo per poter averci a che fare con questa frattura sorda, perturbante.
Il buco e' perturbante.
Freud  la definisce " qualità del sentire diversissima da individuo a individuo oltre ad accusare una sua particolare sordità in proposito, laddove occorrerebbe invece una ricettività particolarmente acuta". ( pag 82, volume 9, Opere 1917- 1923)
Perturbante e' una percezione che balza alla coscienza in cui noi sentiamo "doppio", famigliare e sconosciuto, vivo e morto . Una sorta di sovrapposizione emotiva di forze uguali e contrarie.
Accogliere il doppio che abitiamo  e' soprattutto allenarsi a "veder doppio".
Due occhi, per la profondità.
 Un atto giovanile il sintomo!
Ci vuole una grande forza per sostenerlo negli anni.
Mi ricordo in ospedale psichiatrico una donna "matta vera" fino al giorno in cui le diagnosticarono un cancro e con grande sbigottimento dei medici smise di delirare per un certo periodo.
Lucida!
Per uscire dalla crepa ci vuole un Terzo: la salute, ovvero la sua percezione (A.A. Semi).
L'acqua che assaggio è calda e salata come il mare, e viene da un paese lontano come la salute
( Silvya Plath).
 Amare Doppio pesa, come macigno schiaccia.
Il suo peso appiattisce la vita.
Esserne coscienti significa diventare coscienziosi.
Ci si cura per non soccombere.
La  Salute il vero terzo dell'analisi: paura di morire ovvero che "non puoi non amare".
Se l'avessi troppo coccolata sarebbe morta!
Ora e' tutto chiaro fa male amare dritto, lineare. Perché non colma.
Mantenere il doppio che sei senza sparire, la cura.
Dall'alto osservare il buco.
Assumere una posizione equidistante dai contorni (il lavoro analitico).
Da terra.
Stare in movimento, transitare su binari a cui gli estremi corrispondono funzioni diverse.
Mi hai detto che era la soluzione creativa, nel lavoro.
Ma nell'amore tra uomo e donna come si elimina il doppio?
Come ci si abbandona all'altro senza un altro di riserva?
Immagina Dottore l'uscita dal ventre senza mani pronte a prenderti, immagina cosa potresti sentire.
Mani forate, scolate di te.
Come se ti fossi scivolata tra le mani, non presa non tutta.
Ma se ti sdoppi e' perché per qualche ora,minuto ,secondo ,
sei stato uno dentro l'altro.
Un luogo quello del corpo in cui qualcosa si è impresso.
L'assenza di mani... insostenibile.
L'arto fantasma, compagno solidale.
Dentro,solo ritmo.
 Fuori,il caos.
Il Narcisismo e' fisiologico non solo patologico, ci permette di diventare una massa piuttosto omogenea e definita. Fino a quando ci rendiamo conto che non e' più sufficiente.
Solitari e ritmati da assenza di mani, godiamo solo di parti.
 Frantumatti!
E poi c'è un tempo per sentire entro il quale c'è una maledizione: sempre un tempo non condiviso.
Mi giro ti cerco e non ti trovo, ti giri mi cerchi e non mi trovi.
Un tempo che non dura.
Mi hai detto di cercare la durata ,
me l'hai consegnata.
 Cerca ciò che dura, attimo che senti in tutto il suo splendore.
Durare: ciò che si ripete.
Lo spazio e' tra gli intervalli.
La maledizione e la bellezza del Doppio :  incontro di te  e me  su binario e in movimento.
Non voglio andarmene da me quando sono su quel binario, ci sono tutta ed intera.
Esisti, proprio tu.
Chi vive doppio trova uno spazio interno di compromesso sapendo che manca qualcosa non per inesistenza ma per percezione mai integrata.
Rendere il doppio in un doppio senso alternato può attenuare la sensazione mortifera di essere vivi?
Distinguere uno dall'altro, dare loro una funzione e posizione unica. Due distinti.
Barattare la morte con la vita sapere che quella è la vita e che quel che senti morto non lo e'.
Amare e' luogo perturbante,
famigliare e sconosciuto
si sono mescolati
amalgamati
vivo e morto.

Perturbante e' percezione cosciente, un' attimo di osceno famigliare.
Perturbante e' parola che smaschera.
Perturbante l'analisi che svela, rivela i doppi che siamo.
La scissione non è patologica, mi dicono i due.
Economicamente conveniente.
Le sfumature implicano un gran lavoro da parte del nostro pensiero conscio ed inconscio.
Pensare e' faticoso.
Avvicinare e' lavoro del pensare.
Unire le parti significa far transitare una grande quantità di energia slegata su corpo unico.
Il doppio prende forma  solo se in movimento, li e' vita.
Le parti sono su un continuum i cui estremi sono solo i diversi modi di stare a modo tuo.
L'altro deve permetterti il transito.
La cura ti fa scorrere tra due rive.
In  mezzo una "quantità di disperata vitalità", pulsione senza oggetto.
La parola, binario tra pulsione e pensiero.
Perturbante la zona di transito, il terzo che unisce non divide .
Il perturbante e' soggetto in transizione.
Quando ero piccola facevo ogni notte un sogno: lasciavo la mia camera e decollavo dall'androne delle scale, galleggiavo e ruotavo nel vestibolo, guardavo mia madre dal vetro della porta che dava sul soggiorno come in un momentaneo addio, poi via verso il cielo.
Dall'alto sorvolavo i tetti e vedevo gli altri vivere dentro le loro case.
Io stavo bene lassù .
Il ricordo più bello: il decollo.
Lo Sentivo nel corpo. La' il transito.
La spinta era vigorosa.
 Per anni tenni il segreto: era vero, il sogno.
Era vera la spinta.
Viaggiare.
Amare e' durare in vita generando con l'altro ciò che sei.
Generare tiene il doppio sullo stesso binario,
fa sentire la vita che e' nel pensiero che generi, insieme.
Se generi pensiero con l'altro lasci tracce e sopravvivi alla disperata vitalità.
La cura deve poter insistere sul generare tracce di te perché dove c'è doppio non c'è percezione della propria capacità generativa,
continui ad abortire.
 I pensieri non incidono segni,
non lasciano traccia
 non sono nel corpo.
Perdi te nel doppio ed e' il nulla.
Generare per ritrovare chi sei, la cura.
La traccia di te, la  tua memoria, e' il prodotto  tra due soggetti.
Si generano nodi  tra due pensieri, quello dell'analista e quello del paziente e quando avviene quell'incastro che non è altro che la percezione cosciente che c'è del vero nella parola detta tra i due, il vero produce una scarica segno che la parola ha forma perfetta per lo spazio che manca, il buco.
Ad ogni lettera una forma.
E così si forma un alfabeto per poter iniziare a pensare e parlare,
di ciò che eri e sei.
Il metodo psicoanalitico: alfabetizzazione del pensiero, darsi un nome.


 
 
Ma pensavo.
La mia consolazione era pensare.

Pensare è la mia ricchezza
e il mio privilegio.
Più della metà dei miei versi
sono stati pensati,
o scritti in treno .
 
Pier Paolo Pasolini
Il treno di Casarsa.
 
 

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