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STORIE DI IESA, IL PUNTO DI VISTA DELL’OPERATORE: COINCIDENZE ESTIVE

7 Dic 18

A cura di servizio.iesa.collegno


Ancora un racconto che parla di IESA, nato dallo sguardo degli operatori che ogni giorno si confrontano con gli ospiti e le famiglie ospitanti, per invitarvi a cogliere l’affascinante complessità dell’accoglienza eterofamiliare, fatta di quotidianità, di incontri, di scambi densi di emozioni, di vita.

L'equipe IESA, Collegno

di Sara Moscardo

Ore 22.00

Si attiva il servizio di pronta disponibilità telefonica dello IESA, attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per le urgenze. Dopo un primo momento di sussulto, tipico di tutte le volte che squilla la Rep (come la chiamiamo noi in gergo), rispondo.

E’ Michele.

Michele è un signore di 50 anni che abita in una casetta tutta sua, che cura con passione e creatività; ama la musica dance e trascorre il suo tempo ingegnandosi nella costruzione di casse acustiche e luci stroboscopiche. Il suo sogno è fare il DJ e fare ballare le persone.

Tre anni fa è diventato amico, fratello, cugino, zio, padre, figlio della famiglia di Leonardo.

Fin dagli inizi del progetto era chiaro che i due erano fatti “l’uno per l’altro”: l’entusiasmo e l’irriverenza di Michele si sono da subito fusi con la pacatezza e l’ironia di Leonardo e ora è persino difficile riuscire a definire con esattezza quali siano i tratti dell’uno e i tratti dell’altro. Si vedono tutte le settimane, quando Leonardo finisce di lavorare o nel weekend per guardare la partita di calcio. Per gli eventi familiari importanti Michele si prepara sempre con cura e con largo anticipo e Leonardo lo accoglie come un fratello. Michele si preoccupa quando Leonardo si ritrova ad affrontare periodi bui e difficili, ma Leonardo lo rassicura sempre con una dolce battuta bonaria.

…………….

Questa sera è la prima calda sera d’estate.

Al telefono Michele, nello scoprire che ci sono io di servizio, mi dimostra la sua contentezza con una fragorosa risata. Dando poca importanza ai convenevoli, Michele introduce nell’immediato un racconto veloce, ricco di elementi e dinamiche non comprese (o dolorose) che innescano in lui un delirio decisamente intricato.

Stargli dietro è dura. Dopo pochi minuti di telefonata mi è chiaro però che Michele è arrabbiato e confuso. Tento perciò di aiutarlo a sbrogliare quel grosso nodo di pensieri e rancori che evidentemente ha tormentato Michele fino ad ora, fino al momento della nostra telefonata.

Lo accolgo, lo ascolto e lo accompagno passo passo, seguendo il flusso dei suoi pensieri e delle sue preoccupazioni.

La fitta trama del delirio di Michele consiste su una coincidenza anarchica per cui l’associazione culturale che frequenta sporadicamente, si ritrova ogni anno ad organizzare gli eventi quando viene indetto lo sciopero dei pullman e gli esami di stato degli studenti!

Si tratta di una questione importante e da risolvere quanto prima, poiché “c’è il rischio che qualcuno possa trovarsi in difficoltà”, anche suo nipote a breve avrà gli esami di maturità e lui è molto preoccupato di non poter utilizzare i mezzi pubblici a causa dello sciopero, nonostante lui i mezzi pubblici non li abbia mai utilizzati.

Grande è la preoccupazione di Michele, sente di dover intervenire e avvisare il maggior numero di persone possibili su quanto sta accadendo, e grande è la rabbia nei confronti di un’associazione che, secondo lui, avrebbe dovuto prevedere tali disagi, organizzando gli eventi in periodi dell’anno differenti.

Snocciolando la questione provo a dargli dei rimandi di realtà rispetto a queste incredibili coincidenze. Delicatamente cerco di far comprendere a Michele che l’associazione organizza gli eventi in base alle date disponibili e non può prevedere lo sciopero dei mezzi pubblici. Gli esami di stato avvengono ogni anno in questo periodo e possono coincidere con alcuni scioperi; gli scioperi servono a questo, creare un disagio per mandare un messaggio di disagio. Lo tranquillizzo, ricordandogli che se avrà piacere di recarsi all’evento potrà andarci con Leonardo in auto, il che è decisamente un’opzione migliore dell’autobus! Su questa questione mi dà ragione e sembra genuinamente e felicemente commosso. 

La chiamata dura circa 40 minuti.

La prima, vera, calda serata d’estate che fa ribollire animi e passioni. Michele ed io, a cercare di comprendere cosa ci sia di tanto ingiusto in alcuni giorni di questa vita. Il grosso nodo si è un po' sbrogliato, ora è tutto un poco più chiaro, sia per me che per lui.

Alla fine della telefonata ringrazia lo IESA che fa tanto per lui. 

M: “Ora mi faccio un caffè!”

IO: “No dai, fatti una tisana Michele! Il caffè a quest’ora non fa bene!”

M: “No no, con questo caldo!

IO: “Allora beviti un bicchiere d’acqua…magari acqua e menta”

M: “Noo non ce le ho quelle robe lì! …Mi farò un bicchiere d’acqua fresca dal frigo!”

 

 

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