Negli anni in cui operò a Ferrara Bonfigli curò la pubblicazione del “Bollettino del Manicomio Provinciale di Ferrara”, a cadenza mensile, nel quale si dava conto dello stato di salute dei ricoverati uomini e delle ricoverate donne, indicati con le iniziali e secondo il Comune di provenienza. La pubblicazione, che si può considerare un vero e proprio diario della vita dell’Istituto, si concludeva con le tabelle del Movimento dei malati e del dettaglio delle attività ergoterapiche del mese.
Nel numero del settembre 1893 il Bollettino riportò la “curiosa osservazione” comunicata all’Associazione Francese per l’avanzamento delle Scienze” dal dr. Taubin di Besancon:
Un detenuto, dieci giorni dopo aver ingoiato un manico di cucchiaio di ferro, ingoiò il termometro a massimo, che serviva a prendere la sua temperatura. Questo termometro, tutto di vetro, era lungo 113 millimetri e largo 6. Dopo 9 giorni mise fuori dall’ano l’uno e l’altro oggetto.
Il termometro segnava 38,7; ma, verificato esattamente, si ridusse la cifra a 38,1, poiché l’istrumento indicava 6 decimi in più.
In questo caso la differenza fra temperatura interna ed esterna del corpo era di 9 decimi, perché durante il tempo in cui il termometro era rimasto nel corpo, la temperatura ascellare, presa due volte al giorno, era stata di 37, 2, e gli alimenti e le bevande si erano sempre dati a basse temperature.
Che i delinquenti abbiano anche uno stomaco e un intestino diversi da quelle delle persone oneste !!!
Quella di Bonfigli è sì una battuta di spirito, ma lascia trasparire una discussione e una linea di ricerca che fu in particolare di psichiatri e criminologi di scuola lombrosiana.
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