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GUARDARE IL BUIO

7 Mar 20

A cura di francescaspinozzi

Di Francesca Spinozzi, psicologa psicoterapeuta, Associazione Rete Italiana Noi e le Voc

 

“Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore.”

                                                                                                         (C. G. Jung)

 

Claudio ha commesso una colpa inconfessabile…inizia a sentire voci che lo accusano, lo squalificano, nonostante abbia scontato la sua pena ed abbia cambiato vita. Claudio adesso è una persona nuova, forse solo ora è finalmente se stesso, non “alterato” da niente e da nessuno. Ma la gente, una folla, delle persone scure, indistinte, nere, parlano…o meglio, sparlano di lui…Claudio non riesce a distinguere tutto quello che dicono, riesce solo a captare voci maschili che lo insultano e lo invitano a tornare alle vecchie abitudini, a quella vita che ora lui riconosce come sbagliata. Oggi non si capacita di come sia riuscito a fare determinate cose, lui sapeva che erano sbagliate, ma le faceva lo stesso…come poteva?

Claudio svolge la terapia individuale e di gruppo da qualche anno e nell’ultimo periodo è riuscito a ritrovare la stima di sé e a perdonarsi finalmente. Pian piano, le voci si sono affievolite, sono quasi scomparse. È arrivata una voce femminile, buona, di conforto.

Continuano però i sogni che lo tormentano…si tratta sempre di un’ombra nera, che lo opprime e si muove verso di lui minacciosa. Per Claudio è senza dubbio un demone, che persiste nel tormentarlo. Invoca Gesù, per salvarsi e con la sua preghiera l’ombra svanisce.

In questi sogni, la figura nera, come una sorta di ombra junghiana, gli precipita addosso, impedendogli di reagire. Lui ha la sensazione che questo demone lo voglia riportare allo stile di vita precedente. E allora Claudio lo combatte, chiamando in suo aiuto la fede. Gesù lo salva.

Si parlava di ombra junghiana, perché nella teoria degli archetipi di C. G. Jung l’Ombra è la somma di quelle caratteristiche personali che l’individuo desidera nascondere agli altri e a sé stesso. Ma più l’individuo cerca di nasconderle agli altri e a sé stesso, più l’Ombra tende a diventare attiva e a compiere azioni malvagie. L’Ombra è connessa al fenomeno della non consapevolezza: sono considerati non consapevoli quegli aspetti del mondo e di sé che l’individuo non vede, ma che potrebbe vedere se con onestà volesse farlo. Quando l’Ombra sopraffà l’individuo, questi in seguito sarà sorpreso di essere stato capace di un comportamento tanto malvagio. Ed è proprio quello che accadeva a Claudio.

Riconoscendo la sua parte “nera”, Claudio la allontana da sé, cambia, diventa una persona buona, onesta, e proietta le sue parti negative fuori di sé…esse diventano il suo demone, esteriore.

Nel percorso di crescita personale e nella psicoterapia, occorre guardarsi dentro nel profondo, non si può evitare di confrontarsi anche con le nostre parti buie, quelle che non vorremmo vedere né avere in noi. L’immergersi nell’inconscio fa paura a volte, perché si teme di incontrare ciò che non si vorrebbe o che potrebbe spaventare.

Nelle terapie immaginative e nel simbolismo dei sogni il movimento della discesa, come lo scendere le scale per raggiungere cantine o scantinati nelle case, o l’andare sottoterra o negli abissi rappresenta il viaggio intrapersonale verso il proprio inconscio e ciò dà l’idea di andare incontro all’oscurità. In realtà è un bellissimo percorso di consapevolezza che può portarci a conoscere cose che non sapevamo di conoscere già. Non può essere nulla di spaventoso, perché non sono altro che le nostre caratteristiche personali, nel bene e nel male; possono esserci cose che non ci piacciono ma sono aspetti di noi, che ci appartengono e ci caratterizzano, le dobbiamo accettare ed integrare internamente, per tenerle in noi senza che prendano il sopravvento, affinché emerga il Vero Sé.

Nel caso di Claudio, la sua parte negativa proiettata all’esterno rivuole il suo posto dentro di lui, perché ora può reintegrarsi, in una personalità più consapevole.

Forse la paura di ricadere nei vecchi schemi comportamentali lo salva da un’integrazione prematura, forse ora non è ancora il momento, forse deve ancora passare del tempo prima che lui possa cambiare l’atteggiamento verso la sua ombra. Non più scacciarla o combatterla, ma accoglierla in sé, in un posto al sicuro e al riparo dal compimento di quelle azioni che ora Claudio non ritiene più degne della sua persona. Quando il demone diventerà interiore e non più esteriore, Claudio non avrà più bisogno di ricorrere a Gesù, sarà lui il salvatore di sé stesso.                

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