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COVID-19: ZINGARETTI TRA BUFALE E FAKENEWS AL TEMPO DELLA PANDEMIA DA CORONAVIRUS

5 Apr 20

Di Sergio-Mellina
Che il fratello più piccolo di Zingaretti, quello che non fa il commissario Montalbano, sia stato ricoverato in una “clinica privata” – a Roma – per curare il Covid 19, beninteso non per esserne stato contagiato, ma “per curarlo” mi sembra una notizia inverosimile destinata a frenastenici (con tutto il rispetto per gl’insufficienti mentali), per una infinità di motivi. Vivo a Roma dal 1947 dove ho studiato e mi sono laureato in medicina 10 anni dopo, iscrivendomi all’Ordine dei medici di Roma  lo stesso anno. Ho esercitato la professione ininterrottamente in strutture pubbliche: università (Roma Milano, Venezia), manicomi (Roma, Cagliari, Dolianova), SPDC (apertura del San Giovanni, 1958) Servizio Dipartimentale di Salute Mentale (ex VIII e X municipio) fino al pensionamento. Mentre da specializzando, per arrotondare, ho fatto turni lunghissimi turni (fuori dall’orario di servizio) in Cliniche private, perchè gli altri li svolgevo (obbligatoriamente) alla “Neuro” in quanto Ass. Vol. (nomina rettoriale), dopo, ho rifiutato sistematicamente di occuparmi di spedalità privata, malgrado ripetute lusinghe. Avevo riacquistato la impagabile libertà di scrivere, leggere, studiare, stare coi nipoti, con la famiglia e fare le cose insieme (il mare e la pesca, soprattutto). Non scrivo tutto questo per auto-celebrarmi, ho semplicemente fatto la mia parte, stando dalla parte degli ultimi (o dei penultimi), cercando di combattere i prepotenti.

Lo rimarco per testimoniare la mia esperienza, dire che conosco “la piazza”, so di cosa parlo e quali siano le dinamiche in campo, anche quelle post-manicomiali. La spedalità privata (a Roma copiosissima) ha sempre fatto i propri interessi e non credo oggi si sia improvvisamente convertita al quaccherismo dei Tuke e al “no restraint” di Conolly, tanto per restare sul mio. So invece per certo che quando le cose nel privato peggioravano, si trasferiva immediatamente il paziente al pronto soccorso ospedaliero più vicino e buona notte. Al contrario, “il privato” passava tutte le mattine alla “Neuro”, dopo la guardia notturna, per fare una “scrematura” – quelli che avevano fuori i parenti venuti a reclamarli da una parte, tutti gli altri su “ar Monte” (Mario) – prima che salisse il “carrettone ch’ii fermati da ‘a notte” con la tristissima “triplice ordinanza” del Questore! Non m’interessa sapere la veridicità della notizia, che comunque sarebbe riprovevole, ma ove gli Zingaretti fossero una famiglia mediamente “normale”, come ritengo che siano, saprebbero che in questi casi lo sforzo più giusto da fare è una “ospedalizzazione domiciliare” fin che si può e, nel frattempo, “vigilanza armata” con la sala parto pronta, come diceva il buon vecchio Cattaneo mio professore di Ostetricia e Ginecologia, quello terribilmente famoso del “fantolino” con le ossa del bacino accanto, per le manovre, che se sbagliavi … In ogni caso, sarei molto interessato di sapere dal governatore della Regione Lazio che fine ha fatto lo storico Ospedale “Carlo Forlanini”, inaugurato nel 1934, come eccellenza mondiale nella cura della TBC polmonare “cavitaria sanguinante” con lo pneumotorace artificiale di cui è unanimemente riconosciuto l’inventore. Un luogo ideale per curare tutte le patologie polmonari. Detto per inciso, mentre Carlo si dedicava ad aggiustare i guasti provocati dall’agente patogeno (che non è certamente un virus, ma non fu meno esiziale) scoperto da Robert Koch, il fratello Enrico Forlanini s’inventava come far alzare in volo gli elicotteri. Se non altro il buon nome degli inventori geniali, signor governatore!
Grazie, e auguri di pronta guarigione.

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