“Ovunque vada scopro che prima di me, lì, c’è già stato un Poeta”
(Sigmund Freud, Il Poeta e la Fantasia -1909)
Questo testo, questa serie di lezioni su Freud e la Psicoanalisi del mio Maestro Romolo Rossi vengono da una Psichiatria che forse non c’è più, ma che forse sarebbe opportuno ci fosse ancora.
Era certo una Psichiatria “baronale” ma di una “baronalità” fatta in genere anche e soprattutto di competenze e saperi.
Se guardo con occhio distaccato la Psichiatria di oggi non posso non riscontrare altrettanta “baronalità” (i saluti ai Congressi, posizionamenti “strategici” in sala, i promotori delle Case Farmaceutiche tanto simili all’Albero Sordi di tanti film memorabili nell’assequio ai potenti di turno, le relazioni affidate con Manuale Cencelli degli scambi di favore, le carriere fatte per apparenza e sudditanza etc etc) ma forse non altrettanti saperi e competenze (con ovvie e grazie a Dio luminose eccezioni, sia chiaro e credo tutti noi, psichiatri, abbiamo anche oggi i nostri punti di riferimento culturale).
Era certo una Psichiatria assai diversa da quella di oggi almeno a Genova: quando entrai in specialità su 15 “strutturati” vi erano 8 psicoanalisti e molti specializzandi erano in analisi personale.
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Ricordo la discussione dei casi clinici di corsia che portavamo noi specializzandi e che divenivano occasione per vere e proprie lezioni di psicopatologia e psicoanalisi nella costante ricerca del significato profondo del sintomo quale simbolo delle comunicazioni del paziente e nella sua storia.
Va detto, per onor del vero, che purtroppo la reificazione pratica del pensiero psicoanalitico nella pratica clinica non ha avuto gli sviluppi che quella situazione favorevole (almeno a Genova) avrebbe potuto avere: mi riferisco in particolare all’attività ambulatoriale e allo sviluppo di pratiche di psicoterapia istituzionale che se attuate avrebbero potuto cambiare il volto dell’assistenza pubblica cambiata profondamente, proprio in quegli anni, dalla promulgazione della Legge 180.
La psicoanalisi, in quegli anni, era, almeno a Genova e a Pavia, dentro l’Università ma non ha avuto “la forza” (che per esempio ha avuto altrove nel mondo) di affermarsi come parte integrante del curriculum studiorum in maniera ufficializzata e ora a distanza di tanti anni se ne sente purtroppo la mancanza, nella logica in cui la formazione poteva anche istituzionalizzarsi in questo senso senza affidarsi a una temperie favorevole che ho avuto la fortuna di vivere nei miei anni fondamentali di formazione professionale.
Nonostante tanti anni di DMS, che assai deve alla psicoanalisi e alla fenomenologia, in ogni caso, avverto una rinnovato interesse delle nuove generazioni di psichiatri verso un approccio olistico ma non riduzionistico della malattia mentale.
I progressi delle neuroscienze e una consapevolezza maggiore in un uso attento e di precisione dei supporti farmacologici di cui disponiamo non hanno diminuito il senso di necessità di una comprensione profonda del disagio mentale che solo, per me, una impostazione psicoanalitica può dare e i giovani sentono la necessità di formarsi anche in questa direzione per possedere tutti gli strumenti che il mestiere comporta.
La terapia integrata non può prescindere dalla terapia della parola e la comprensione non solo sintomatica dei pazienti è la via maestra per una buona pratica nella nostra professione che non può essere quella del mero distributore di pasticche ora che il riduzionismo neo-organicista ha mostrato, in maniera evidente, tutti i suoi limiti clinici e di efficacia.
È principalmente a loro, ai giovani psichiatri e psicologi in formazione, che queste pagine sono rivolte.
Le 24 lezioni coprono lo sviluppo del pensiero di Freud nei suoi anni fondamentali e rivoluzionari (“La scoperta dell’Incoscio” per dirla con Marthe Roberts) dai primi studi sull’isteria ai lavori degli anni venti che concludono la cosiddetta “prima topica”, ovvero la teorizzazione della struttura della mente suddivisa in Conscio, Preconscio e Inconscio fino al fondamentale Saggio “Al di là del Principio del piacere del 1920.
In quella che fu chiamata la “svolta del 20” Freud rivoluziona non solo la Psicoanalisi ma la stessa visione dell’Uomo, accoppiando al Principio del Piacere ( fino ad allora governatore della vita psichica) un principio contrario, la pulsione di morte, da cui deriva la teoria strutturale (o “seconda topica”) formata da Io, Es e SuperIo.
Le lezioni si concludono con la presentazione del Saggio “Psicologia delle masse e analisi dell’io” del 1921 che rappresenta la base dei successivi studi psicoanalitici sulle dinamiche di gruppo.
Le lezioni sono indirizzate, come detto, a giovani in formazione (come lo erano le lezioni che Rossi fece in clinica da cui il volume discende) ma lo sono anche per chi, non addetto ai lavori, voglia accostarsi al pensiero di Freud, mirabilmente “raccontato” qui con un taglio di divulgazione “alta” certo, ma stiamo parlando di psicoanalisi vera e non di “psicobanalisi” da “casalinghe di Voghera”, per poi affrontare, mi auguro, la lettura diretta dei testi freudiani così appassionanti nella loro bellezza anche estetica da farne un must anche nel XXI Secolo.
Le lezioni sono state prima pubblicate on line sulla Rivista Telematica Psychiatry On Line Italia (http://www.psychiatryonline.it), per precisa richiesta di Romolo Rossi che, dopo un iniziale scetticismo – erano gli anni pionieristici di Internet alcune ere geologiche fa, anche se stiamo parlando di 20 anni fa – aveva intuito le potenzialità della diffusione on line di contenuti di qualità come questi (negli anni queste lezioni hanno superato le 300.000 letture complessive da parte dei lettori della Rivista).
I testi, a suo tempo “sbobinati” e pubblicati “grezzi”, sono stati, per questa edizione cartacea, completamente e meticolosamente riveduti e corretti da Sabino Nanni, che ha curato anche una approfondita postfazione al testo e approvati da Prof. Rossi nella versione attuale che viene proposta ai lettori.
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