I MEDICI-GAY ed i pazienti LGBT di ogni medico!
Raccolta e analisi di casi personali, clinici, tra colleghi e di fantasie sull'omosessualità di medici e pazienti.
Quante Volte Dobbiamo Morire?
In passato la morte di una persona LGBTI era considerata al massimo con irrisione e comunque una giusta punizione, se non addirittura l’unico destino possibile oltre al suicidio e alla vergogna perpetua. Perfino Hollywood, nonostante le buone intenzioni, continua a premiare solo film in cui il gay muore (da Philadelphia a Brodeback Mountain), mentre abbiamo politici, medici e preti che dai loro rispettivi pulpiti esortano le masse a curare le nostre malattie immorali.
Questa volta le cose stanno andando diversamente. Nonostante alcuni meccanismi sclerotici della stampa e della televisione, nonostante le ossessioni sindacaliste di alcune associazioni LGBTI, abbiamo tutti gli atti di una tragedia nazionale ancora in corso, i cui confini non sono affatto netti tra vittime e colpevoli.
Maria Paola, Ciro e Michele sono i protagonisti di questa scena drammatica, di un omicidio preterintenzionale che scongiura un altro potenziale ed efferato omicidio.
Abbiamo due eroi che si contrappongono, entrambi con la stessa intenzione di salvare la principessa.
C’è Michele che vuole salvare la sorella dalla miseria di una vita con Ciro, maschio transgender, che lui descrive, in modo dispregiativo o per ignoranza, come una donna che l’ha infettata. Le rincorre, su mandato della famiglia, le sperona, assale Ciro per pestarlo, finché questi, nonostante le ferite, gli fa notare che Maria Paola non respira. L’eroe Michele è in Game Over. Ha fallito la missione eroica. Non si sentirà mai colpevole per avere inseguito la sorella e aggredito Ciro. Ha solo fallito la missione, ma a differenza di un videogioco ha gravi problemi a ricominciare a giocare e questo forse salva Ciro dalla morte per pestaggio toccata a Willy.
C’è Ciro, che è un ragazzo transgender, non una donna come erroneamente riportato dal Mattino, che aveva ricevuto i nomi anagrafici. E’ un cavaliere invisibile, perché dentro l’armatura ci sono ancora il corpo e soprattutto i documenti di una donna. Secondo le attuali conoscenze di neuroimaging tutto il suo corpo è quello di una donna tranne il cervello, che in modo notevole è diverso da quello atteso ed ha soprattutto connessioni di materia bianca che vanno nella direzione dell’essere maschio. Essere Transgender potrebbe essere solo una questione di software, ma ha invece una base di hardware che è già possibile dimostrare con sofisticati esami. Ciro sta portando via Maria Paola dalla casa dove la stanno maltrattando perché è innamorata di Ciro. Ciro non va bene, lo chiamano Cira, perché è nata donna ed ha ancora il corpo di una donna. Ma Ciro non è la fantasia transfobica della famiglia, del parroco o dei mass media. Ciro è una persona che ama e porta via, anche senza grandi mezzi economici, Maria Paola, per salvarla da un presente di umiliazioni patriarcali che purtroppo la inseguiranno e la uccideranno. Ciro nonostante il pestaggio di Michele pensa per prima cosa alla sua principessa. La principessa non respira. Ciro non è in Game Over. Chiede aiuto, si ribella, protesta, scrive lettere online all’amore spezzato dall’odio contro le persone LGBTI e contro l’emancipazione femminile.
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1053811920301002
Non sappiamo nulla della principessa, tranne che è bellissima, ama Ciro, che ha preferito una fuga senza nessuna sicurezza economica e che è morta, inseguita dal principe sbagliato: il fratello.
Abbiamo altri personaggi in scena, secondo la tecnica per circoli concentrici.
Le famiglie.
La madre di Ciro parla in prima persona. Ciro è un maschio transgender e va bene così, fatevene una ragione!
I parenti di Michele e Maria Paola preferiscono delegare Don Michele Patriciello, celebre parroco da strada:
La sua difesa d’ufficio è tutta a favore di Michele. Lui difende la famiglia di Michele e Maria Paola, ma solo Michele è vivo e può ancora essere salvato. Un prete che salva le persone vive… Originale… Il salvataggio prevede la negazione di ogni intenzione ostile. Come se inseguire e pestare a sangue, ignorando le condizioni della sorella morta a terra si possano descrivere in modo diverso dal concetto di Intenzione ostile. Il salvataggio prevede anche di negare il transgenderismo, ma di usare, per la prima volta nella sua storia la parola Omofobia in bocca a un prete in varie interviste pubbliche, rinnegando però ogni addebito. Tutto il mondo è omofobo, quindi Michele è innocente… Originale… Tutti i tedeschi sono nazisti, quindi Hitler è innocente… Il salvataggio prevede anche l’innocenza della famiglia stessa, che ha evidentemente istigato il fratello contro la sorella “infettata”. La famiglia non era preparata ad un simile amore… Originale… Non hanno mai visto neanche in televisione una coppia di donne, se vogliamo aderire al modello transfobico di Cira, oppure persone transgender, se vogliamo parlare della realtà di Ciro.
Questo è possibile.
Le persone Transgender in televisione sono quasi sempre Donne Transgender. Anche numericamente i maschi transgender sono molto meno delle donne transgender. La loro visibilità è molto limitata soprattutto dal loro bisogno di omologazione, mentre le donne transgender spesso sono usate in televisione e purtroppo per le strade, come farfalle o falene, per fare soldi e spettacolo. La loro visibilità è ancor meno limitata quando parliamo di partner. Avete mai visto Vladimir Luxuria con un partner? I partner delle persone Transgender sono sottoposti ad un doppio e feroce tabù, da parte della società che li nega e da parte delle stesse persone Transgender sempre per motivi di omologazione e protezione della propria vita privata da ulteriori maltrattamenti.
E’ possibile quindi che tutti i Pride in Italia tutti gli anni non abbiano mostrato a sufficienza maschi transgender con partner. E’ terribile che sia dovuta morire Maria Paola perché tutti ne venissero a conoscenza in modo chiaro e speriamo definitivo.
Esistono i partner di donne e maschi transgender, fatevene una ragione!
Tecnicamente è omicidio preterintenzionale della sorella e tentato omicidio di Ciro.
L'aggravante è misoginia ed omo-transfobia.
Allarghiamo il cerchio.
Tutte le associazioni LGBTI in cordoglio assumono due posizioni sindacali, tranne una, Arcilesbica, che con ferocia rivendica l’identità transfobica e femminile di Cira, imposta da Don Patriciello, dalla famiglia di Michele e dalla stampa che per ore ha continuato a parlare di due donne, invece che di una relazione con partner transgender.
Le due posizioni di cordoglio sono diverse.
Una è moderata, sensibile, attenta, disperata, aggressiva solo allo scopo di ottenere la legge ZAN contro l’omo-transfobia, visibilità rispetto alla realtà delle coppie LGBTI e i maltrattamenti familiari che subiamo.
L’altra è radicale e irrazionale. La morte di Maria Paola e il pestaggio di Ciro, le intenzioni e l’ignoranza presumibile di Michele e della famiglia sono in secondo piano. L’unico obiettivo è la stampa che continua a parlare di due donne o di Cira, ignorando Ciro, Maschio Transgender.
Anche questo è importante, ma è morta Maria Paola, per misoginia, omofobia (data la versione con Cira), e transfobia (data la negazione della versione reale con Ciro) e Ciro ha rischiato di essere ucciso per gli stessi identici motivi.
L’associazione Arcilesbica e a ruota quella parte delle femministe italiane note come Terf (Trans Excludent Radical Feminists), attaccano le associazioni LGBTI e la stampa in cordoglio per rivendicare l’esistenza di un personaggio fittizio, nato dalle fantasie transfobiche. Per loro Ciro non esiste. Esiste solo Cira, che costretta da un ambiente patriarcale, ha rivendicato l’identità maschile per avere il diritto di amare una donna, Maria Paola. Un salto culturale indietro di oltre due secoli !!! Da parte di femministe e donne lesbiche !!! Cira è il nome offensivo con cui la chiama chi odia le persone transgender. La motivazione espressa è del tutto antiscientifica. La mole di conoscenze di psicologia nel merito viene ignorata a più pari, figuriamoci la realtà dimostrata scientificamente dal neuroimaging. Per loro chi nasce con un corpo femminile è e sarà sempre una donna. Inutile dire che per conseguenza le donne transgender non esistono e sono solo uomini pericolosi e pervertiti. L’assurdità di questa affermazione in parte corrisponde a realtà e questo rende ancora più pernicioso il loro messaggio. E’ vero che essendo adolescente Ciro ha ancora il corpo di una donna (ma non il cervello) perché non ha mai iniziato, secondo la stampa, il percorso ormonale (il cervello non ne ha bisogno… ma il corpo sì). E’ vero anche che in alcuni Paesi come l’India o l’Iran essere Transgender è meglio che essere gay o lesbiche perché in Iran c’è la pena di morte ed in India la lapidazione da parte dei familiari. In India esiste invece la casta degli Hijras che hanno comunque un loro diritto all’esistenza, anche se molto maltrattati e costrette spesso alla prostituzione. In Iran fu Khomeini in persona a permettere il cambio di sesso in modo che l’equilibrio uomo-donna non fosse alterato, ma solo invertito, ammettendo insomma che Allah aveva messo l’anima di una donna nel corpo di un uomo o viceversa.
https://www.nature.com/articles/s41598-017-17563-z
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4699258/
Inutile dire che è pura follia ragionare così in Italia, dove essere gay e lesbiche o bisessuali è oggi decisamente molto meglio che essere persone transgender (purtroppo).
Preso atto della loro posizione allarghiamo un altro po’ il cerchio e arriviamo alle reazioni politiche.
Siamo in campagna elettorale, sono inevitabili.
Tutti i partiti di sinistra e centro, tutti i candidati alle regionali di sinistra e centro si sperticano a fare comunicati a sostegno di Ciro e Maria Paola, dell’ingiusta morte e della ferocia della negazione dell’identità e quindi dell’amore per una persona transgender.
All’improvviso arriva Meloni, che sovrasta il silenzio strategico della destra estrema e omo-transfobica, e annuncia che è inaccettabile che si muoia perché omosessuali. A me è venuto il dubbio che intendesse che quindi sarebbe stato giusto che morisse Ciro, che è invece transgender. L’effetto Dissonanza Cognitiva ha funzionato perfettamente. Tutte le associazioni LGBTI in cordoglio, soprattutto quelle radicali, e alcuni rappresentanti del centro e della sinistra hanno immediatamente fatto notare la violenta incongruenza tra le parole della Meloni contro la Misoginia e l’Omofobia, rispetto a tutte le volte in cui il suo partito o lei stessa non solo hanno parlato a favore dei maltrattamenti, o negato che esistano maltrattamenti, ma soprattutto votato contro ogni forma di sostegno alle persone LGBTI a difesa dei Diritti Civili oppure contro l’Omo-Transfobia.
L’effetto Dissonanza Cognitiva porta voti. Nasconde un messaggio perfido di sfida, per poi lamentarsi delle aggressioni subite dalle persone LGBTI e dalla solita sinistra italiana. E’ un trucco da circo che non porterà neanche un voto in più all’approvazione della legge ZAN contro l’omo-transfobia in discussione in Parlamento. Solo dolore per chi è ancora vittime delle campagne d’odio e dei provvedimenti deleteri delle destre estreme in Italia, in Europa e nel mondo.
E poi c'è Salvini, incredibile. No...scusate, parla solo di un fratello che uccide la sorella... omettendo il movente, la presenza di una terza persona, aggredita, perché tanto si sa, poteva anche morire Ciro.
Adesso all’ultimo anello più largo ci siete voi, miei pazienti lettori.
Siate liberamente chi siete. Amate liberamente chi merita il vostro amore. Agite per proteggere tutte le persone LGBTI, nelle nostre complesse sfumature di arcobaleno, perché abbiamo bisogno di voi, ogni giorno.