C’è l’anima vitale del Professor Romolo Rossi in “Rileggendo Freud. 24 lezioni di Psicoanalisi”
Per chi ha studiato come me, durante gli studi universitari, sul “Manuale di Psichiatria”, uno dei migliori mai editi in assoluto, il Professor Romolo Rossi è sempre apparso come una pietra angolare e una figura quasi iconica della psichiatria e della psicoanalisi moderna.
La prima volta che ebbi modo di ascoltarlo dal vivo fu, ormai tanti anni fa, a un corso romano della Fondazione Italiana per la Schizofrenia. Ascoltai rapito una sua lezione su arte, creatività e psicopatologia e ne rimasi profondamente colpito per la profondità delle riflessioni e per l’attualizzazione dell’argomento che recuperava, oltre alla psicopatologia classica, concetti di psichiatria moderni e centrali.
All’intervallo del congresso (che allora era un vero e proprio intervallo di discussione e non il glaciale “coffee break”), mi decisi ad avvicinarmi a Lui, vincendo la mia naturale ritrosia e timidezza, per fargli i complimenti. Abituato ad altri contesti, credevo non mi avrebbe neanche guardato in faccia, invece mi disse “Venga, prendiamo un caffè insieme”. Quel caffè, che avrei voluto fosse infinito, fu per me un momento unico straordinario di formazione e umanità che, ancora oggi, mi è rimasto impresso. Discusse con me della Sua relazione e volle sapere cosa io ne pensassi, in un approfondimento di quanto da Egli detto caratterizzato da scienza, psicopatologia ed ironia (tre intime caratteristiche del Professore). Fu un autentico dono, concessomi in modo assolutamente naturale da una Persona straordinaria.
Alla fine, prima di salutarmi, mi chiese “Ma lei è psicoanalista?” Alla mia risposta negativa (peraltro ero ancora specializzando) mi rispose con un sorriso “Bene, nessuno è perfetto, ma va bene così. Coltivi sempre la passione per la psicoanalisi e la psicopatologia perché anche nel passato hanno sempre rappresentato il futuro!”.
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L’ho incontrato altre volte il Professore e, anzi, confesso che spesso andavo praticamente per ascoltare Lui a un determinato congresso. Quando mi sono imbattuto nel libro “Rileggendo Freud. 24 lezioni di Psicoanalisi” non ho potuto evitare di trattenere un momento di sincera commozione. A distanza di tantissimo tempo avevo nuovamente l’onore e il piacere di leggere qualcosa del Professore, come se Egli fosse ancora in università o sul palco con la sua immensa conoscenza e la caratteristica pungente ironia.
Il volume comprende 24 lezioni che il Professor Romolo Rossi tenne tra il finire degli anni ’80 e i primi anni ’90. Queste lezioni sono state precedentemente presentate on line sulla Rivista Telematica Psychiatry On Line Italia (http://www.psychiatryonline.it), su istanza del Professore.
Leggendo il libro, ma soprattutto rileggendolo e leggendolo ancora in singole parti, si evince come non sia una semplice trattazione “storica” della vita e dell’opera di Freud, che già di per sé sarebbe un contributo straordinario di questi tempi a volte tristemente solo farmacologici “evidence-based”. Gestalticamente, direi che il valore del libro va al di là della somma delle sue singole parti.
A parte il tono narrativo fiammeggiante e piacevole delle lezioni (i miei complimenti anche al grande lavoro di adattamento di Sabino Nanni), ciò che evince in modo netto è la capacità del Professore di introdurre elementi solo apparentemente fuori contesto o anomali (i riferimenti all’opera, alla letteratura, all’arte, al cinema) che mirabilmente sono immessi per ulteriormente spiegare concetti della psicoanalisi o effettuare letture in tale ottica (“…se una persona parla della Carmen, bisogna pensare che cosa vuol dire Carmen…”, “Casa di bambola di Ibsen… …questa donna, rompendo tutte le tradizioni, dopo aver ballato una sfrenata tarantella, abbandona la casa e il marito, non piegandosi neppure alla minaccia, che questi le fa, di sottrarle i figli. Questo è il nucleo dell’opera, rivoluzionario per un racconto fatto nel 1890”, e potrei citare altri innumerevoli passaggi…).
In un mondo odierno nel quale la cultura classica a tutto campo non è più, ahimè, una priorità per espandere gli orizzonti di conoscenza e la crescita della mente a favore di un pragmatismo a volte vetero-illuminista che poco restituisce della realtà umana nella sua natura, la ricchezza dei riferimenti ai classici di ogni campo su un basamento incrollabile (“totemico”) come Sigmund Freud rappresenta una nigella preziosa che solo uno scienziato delle discipline umane come il Professor Romolo Rossi era in grado di offrirci.
Nelle lezioni che si susseguono fino alla ventiquattresima (e ultima, la Psicologia delle masse e analisi dell’io, per me molto significante sin dalle letture di Marcuse), si percorre un cammino che va di pari passo con la vita e le opere di Freud, ma che ha un ritmo e un dettaglio pari quasi a quello di un romanzo giallo (mi si perdoni la similitudine). Il Professor Romolo Rossi non tiene soltanto lezioni.
Egli scruta Freud, anche nelle sue umoralità e contraddizioni tipiche di ogni genio, gli conferisce a tratti un’aura di mito (“I miti sono fatti perché l’immaginazione li animi”, scriveva Camus), lo rispetta sempre, lo ammira dal profondo, ma al contempo lo “semplifica” e lo umanizza. Lo rende dunque fruibile anche a chi psicoanalista non è, ma semplice curioso o studente. E permettendo al lettore, qualunque egli sia (mi auguro anche e soprattutto psichiatri e specializzandi in psichiatria), di costruire anche le proprie private libere associazioni su quanto scritto. Non ammetterò mai quali, ma la lettura del libro mi ha reso finalmente comprensibili e attualizzabili alcune teorie di Freud che, per mia fallacia, mi erano ancora poco chiare.
In fondo, però, potrei quasi anche osare di affermare che un ennesimo aspetto sorprendente del volume è che Freud viene nondimeno a sua volta “analizzato” dal Professor Romolo Rossi. Lo fa non senza una punta di ironia, ma sempre con il rispetto che si deve al Maestro di tutti noi e con una “pietas” che è direttamente scaturita dall’empatia e dalla passione. Il padre della psicoanalisi che viene analizzato da uno dei suoi più bravi allievi moderni vale da solo il prezzo del libro.
È per tutto questo che “Rileggendo Freud. 24 lezioni di Psicoanalisi” non va solo letto, ma riletto, meditato, studiato, commentato e anche criticato, se ciò consentisse, mi auspico, di riaprire un dibattito su cosa è la psicoanalisi, cosa è la scienza, cosa è la psicopatologia, cosa è la psichiatria e, in fondo, cosa siamo noi stessi. Nella nostra vita quotidiana e quando assistiamo e cerchiamo di lenire la sofferenza mentale.