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A PROPOSITO DI “A PROPOSITO DI NIENTE” DI WOODY ALLEN

17 Giu 21

Di Redazione Psychiatry On Line Italia
Uno dei pregi di questa preziosa autobiografia è che è stata sicuramente scritta dallo stesso Allen: vi ritroviamo infatti lo stesso stile di scrittura dei suoi film e tutti i possibili dettagli sulla carriera del genio ebraico newyorkese e sulla realizzazione di tutti i suoi film fino al 2018. La narrazione del lavoro creativo è senza dubbio la parte più rilevante del testo, quella su cui Allen si espone più liberamente, ed in modo largamente indifferente a lodi e critiche, successi e flop, dispensando miriadi di informazione su tutte le persone conosciute e sulla schiera dei suoi spesso grandissimi collaboratori. Accanto e parallelamente, ovviamente, vengono narrate con discreto dettaglio, una encomiabile sincerità anche se ovviamente con qualche scusabile omissione, le vicende della sua vita, soprattutto i rapporti non facili con le donne, i cui riflessi sono divenuti via via i temi di molti suoi film, quando non i titoli dei tabloid. La storia della vita, spesso tramite la duplicazione analitica (tre sono le lunghe analisi cui Allen si è sottoposto), subiscono nell'opera quella trasformazione alchemica ironica e grottesca che rende Woody Allen principalmente un genio comico. Una parte non indifferente è poi dedicata, in modo molto ironico e autosvalutativo, alla carriera di clarinettista jazz che, solo grazie alla fama cinematografica, l'ha portato a suonare anche in tournée internazionali.

 

L'autobiografia fa venire voglia di rivedere le dozzine di film realizzati senza sosta con scadenza annuale e perfino semestrale, ad esempio quelli del periodo d'oro '80-'90, da Zelig a Harry a pezzi, alcuni capolavori dimenticati come Interiors e Mariti e mogli, per ripercorrere l'ossessione perfezionistica dell'autore, rivedere i dettagli, le interpretazioni, il contributo dei direttori della fotografia, le colonne sonore etc. sulla scorta delle indicazioni inedite del testo. Moltissimi sono i riferimenti sull'etica autoriale di Allen, improntata ad un'autonomia assoluta e all'indifferenza verso i compromessi dello star system (venute meno per causa di forza maggiore nelle ultime produzioni europee, molte delle quali le peggiori dell'opus magna).

Decine sono i piccoli, icastici ritratti di figure note e meno note o dimenticate del mondo dello spettacolo americano, ed anche molto accurati sono quelli delle mogli e delle numerose amanti di questo irresistibile libertino incappato inevitabilmente e a volte un po' ingenuamente in una serie di disavventure e, soprattutto, nei gravi ed onerosi scandali in gran parte creati per vendetta da Mia Farrow che, per anni, fino alla piena assoluzione in sede penale, hanno minato l'immagine di Allen, oltre ad avergli rovinato quasi completamente ogni gioia di una peraltro scarsa vocazione alla paternità.

Certamente non si può chiedere ad una autobiografia di entrare ulteriormente nell'intimità del protagonista, come fa sistematicamente l'Autore Allen nelle numerosissime scene in cui i personaggi si confessano dall'analista oppure con l'espediente di ascoltare da un appartamento adiacente i pazienti di un terapeuta nel film Un'altra donna.

 

La descrizione della vita con Soon Yi é, forse, quella più convenzionale e politicamente corretta, ma non poteva essere diversamente: credo che, dopo Mia, Allen abbia messo da parte ogni velleità di libertino, se non altro per paura, trasformandosi in un bravo e dipendente maritino di una donna, trentacinque anni più giovane, di cui è diventato l'adottatore buono rispetto alla cattiva adozione di Mia.

In epoca di Me too anche molti giudizi sulle attrici con le quali ha lavorato negli ultimi anni sembrano piuttosto corrette per motivi politici.

Forse nelle autobiografie non bisognerebbe parlare affatto delle proprie relazioni in generale, ed in effetti le parti sicuramente più interessanti di questo A proposito di niente sono, come si è detto, quelle dedicate all'attività autoriale, che rappresentano una vera enciclopedia dello spettacolo newyorkese e non solo, includendo una serie infinita di notizie utili per gli storici del cinema. Questa parti sono anche una testimonianza esemplare di cosa sia una vera passione, quella per il cinema e più in generale per la messa in scena, la scrittura creativa, l'arte del saper raccontare. Probabilmente in un futuro lontano Allen sarà ricordato anche come un grande scrittore teatrale (come gli adorati Tenesse Williams e Arthur Miller) e cinematografico (come gli osannati Ingmar Bermann e François Truffaut), che, se ha il dono della leggerezza, dell'ironia e dell'iperbole, non è mai superficiale ed ha costantemente le radici nel carattere tragico della vita, in quel nichilismo esistenzialista che rappresenta la sua cifra più autentica.

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