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Comunicazione scritta (1977)

24 Giu 21

A cura di dinange

E' inutile continuare a far finta di niente:
anche questo re ormai è nudo.
Nel grigiore della quotidianità istituzionale
invano egli tenta di coprire il suo ridicolo fallo.
Nella ovvietà delle sue analisi paludate
invano tenta di guarnirsi di "decenti" cache-sex.
Nella desolazione del suo burocratico linguaggio
invano cerca un alibi credibile che -contemporaneamente-
lo renda accetto ai potenti ed ai dannati.
Nella frantumazione narcisistica e beota
degli orticelli secchi della scienza sociale invano, invano
INVANO ripete le solite giaculatorie della psicologia sociale.
E nella mente prosciugata dal potere, che non ha-
ma che vorrebbe avere, almeno in misura piccolissima-
invano cerca di rimpiazzare il vuoto con il rito.
 
Abbiamo imparato che un sindacalista può sostituire uno psichiatra
nell'inventare nuove vie di salvezza-integrazione:
il che dimostra l'interscambiabilità dei loro ruoli.
 
E le mummie incatramate abbiamo visto dentro i loro
sarcofagi di carta e sulle porte di classi non aperte
bestemmiare -si bestemmiare- e ricordarci
che la loro formazione (?) esclude la pulitura dei culetti.
 
E l'orso grande che fa tanta paura
abbiamo tollerato violentare i propri infanti
e gli davamo quasi sempre anche ragione:
in macchina poi con la collega
quando l'orso grande è già lontano
la nostra rabbia impotente e la coscienza
falsa del nostro agire connivente.
 
E adesso dovremmo anche dire a mamme e giovinette
dove riporre le fasce mestruali ed alle coppie
insegnare il kamasutra spurgato, per far piacere alla Diccì,
d'ogni riferimento "osèno", che altrimenti indurrebbe in tentazione.
 
(Tutto questo, come diceva un presidente,
visto come lavoro volontario
che tu faresti così, da militante che re-
alizza gli altri re-alizzando sè stesso
o all'incontrario).
 
Tutto questo ed altro abbiamo visto-sentito-digerito-fatto
fra qualche mugugno: ne val la pena, dicevamo, non è giusto
fare come la notte in cui tutte le vacche sono nere,
"Bologna non è Roma e Reggio non è Modena".
Ma adesso mi sembra ingiusto dare alla notte
più colpe di quelle che, in effetti, essa ha.
E poi furbescamente dicevamo
"ci son le cose scritte, i giuramenti
di cinque o sei o sette anni fa"
(vedi comma due, pagina taldeitàli del bollettino regionale,
non sapevamo che qualcuno né ha bisogno di esser furbo
né tampoco di non essere spergiuro:
ci scambiano così per dei nostalgici).
 
Per concludere:
guardiamoci perciò dalla genìa
degli onesti operatori sociali
al sacrificio di ogni Ifigenia
posti sono da chi guida le navi.
 
                 (D.A., 10 giugno 1977)

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