PSICHIATRIA E RAZZISMI
Storie e documenti
I mulattini - 2
1 luglio, 2022 - 08:30
Sergio Piro e C. Serra nel loro , Prime osservazioni elettroencefalografiche sui fanciulli mulatti[1], dichiarano il proprio interesse allo studio “psicologico, etnologico e sociale” di un gruppo di mulattini, ossia dei “figli della guerra” nati da un padre di colore appartenente alle truppe alleate, e costituenti un campione di 20 soggetti (11 bambine e 9 bambini) inviati dall’ENPMF [2]della sede di Napoli, omogeneo rispetto all’età (10-13 anni) e alla condizione sociale.
Dal punto di vista psicologico sono rilevati gli effetti negativi dell’”inevitabile reazione dell’ambiente” e dei coetanei a produrre “marcato senso di inferiorità”, disadattamento affettivo anche grave, e una condizione di inferiorità sociale e frustrazione affettiva. Sono quasi sempre presenti anomalie del comportamento fino a nevrosi infantili con reazioni angosciose, di dimissione, opposizione e turbe della condotta anche a tipo “dissociale”.
Questi i risultati delle indagini:
Dal punto di vista psicologico sono rilevati gli effetti negativi dell’”inevitabile reazione dell’ambiente” e dei coetanei a produrre “marcato senso di inferiorità”, disadattamento affettivo anche grave, e una condizione di inferiorità sociale e frustrazione affettiva. Sono quasi sempre presenti anomalie del comportamento fino a nevrosi infantili con reazioni angosciose, di dimissione, opposizione e turbe della condotta anche a tipo “dissociale”.
Questi i risultati delle indagini:
- Dal punto di vista clinico, 3 i soggetti risultati normali, 11 quelli con sintomatologia nevrotica di tipo ansioso o depressivo, 1 con instabilità psicomotoria, 2 con caratteropatie di tipo impulsivo, 3 con debilità mentale.
- All’EEG, 7 presentavano un quadro bioelettrico normale, 9 un quadro bioelettrico di base normale con elementi patologici nelle prove di attivazione, 4 anomalie distrettuali o diffuse.
- Le correlazioni elettrocliniche indicavano nei soggetti normali reperti di normalità; in quelli nevrotici una prevalenza di reperti patologici; nei soggetti oligofrenici reperti di tipo “immaturativo”.
Non si trattava comunque di dati conclusivi ed erano necessari ulteriori studi. Intanto si poteva affermare:
- Che i mulatti presentavano alterazioni dinamiche riferibili alle particolari condizioni di funzionamento nervoso in soggetti continuamente sottoposti a traumi emotivi e che hanno sviluppato una forma particolare di reattività nevrotica;
- Risultati simili dal punto di vista nosologico erano stati rilevati in due gruppi di soggetti bianchi (33 in una ricerca e 137 in un’ altra) della stessa età e che vivevano nelle stesse condizioni ambientali.
Ciò confermava l’osservazione che le situazioni di particolare disadattamento affettivo e di conflitto sfociano in situazioni biopsicologiche di reattività nevrotica, quando hanno superato le soglie di una semplice reazione psicologica ambientale coinvolgendo dinamicamente l’attività del Sistema nervoso e dei sistemi di integrazione cortico-sottocorticale.
Sergio Piro cita nell’articolo la sua ricerca[3] su 73 casi ” nella quale “vengono sottolineate le particolari condizioni ambientali e sociali e vengono descritti gli aspetti fondamentali della personalità di tali soggetti”, la grandissime frequenza delle sintomatologie nevrotiche, l’iperemotività e l’instabilità affettiva , la tendenza a reazioni ansiose, a slittamenti iponoici e ipobulici, a fasi disforiche, a non infrequenti sviluppi sensitivi larvati. Ancora, aveva rilevato “il convergere di fattori psicotraumatizzanti, inerenti alla particolare situazione di inferiorità razziale e sociale (corsivo del redattore) che portano a disadattamenti affettivi e costituiscono una notevole spinta verso la nevrosi, e di fattori strutturali della personalità e del temperamento che possono essere anche riportate in parte a caratteristiche etnologiche”.
Sergio Piro cita nell’articolo la sua ricerca[3] su 73 casi ” nella quale “vengono sottolineate le particolari condizioni ambientali e sociali e vengono descritti gli aspetti fondamentali della personalità di tali soggetti”, la grandissime frequenza delle sintomatologie nevrotiche, l’iperemotività e l’instabilità affettiva , la tendenza a reazioni ansiose, a slittamenti iponoici e ipobulici, a fasi disforiche, a non infrequenti sviluppi sensitivi larvati. Ancora, aveva rilevato “il convergere di fattori psicotraumatizzanti, inerenti alla particolare situazione di inferiorità razziale e sociale (corsivo del redattore) che portano a disadattamenti affettivi e costituiscono una notevole spinta verso la nevrosi, e di fattori strutturali della personalità e del temperamento che possono essere anche riportate in parte a caratteristiche etnologiche”.
[1] «Acta Neurologica» XII, 5, sett-ott. 1957, pp. 957-970.
[2] Ente Nazionale Protezione Morale del Fanciullo, fondato nel 1946, nell’immediato dopoguerra su iniziativa di Benigno di Tullio, criminologo dell’Università di Roma, riconosciuto “ente morale” nel 1949. Fu il più importante fornitore di assistenza ai giovani vulnerabili (figli di detenuti, bambini-pastori, mulattini- Fruì di importanti finanziamenti statali. Pubblicò la rivista Ragazzi di oggi. Era strutturato in Uffici provinciali presso cui operavano i Centri medici-psico-pedagogici (CMPP). (v. Silvana Patriarca, Il colore della Repubblica- “figli della guerra” e razzismo nell’Italia post-fascista, Einaudi, 2022).
[3] Sergio Piro, Studio psicologico e psicopatologico sui fanciulli mulatti, Acta Neurologica, XIII, 1958.