IL ROMANZO DELLA PSICHIATRIA
Dalla Letteratura a Internet 2.0
di Gerardo Favaretto

(Im)perfect days

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27 gennaio, 2024 - 00:41
di Gerardo Favaretto

Le discipline della mente e la comprensione delle emozioni sono come il vento, la polvere la luce ovvero si infiltrano dappertutto e differenziano ciò che toccano per avvolgerlo o lasciarlo oscurato nell’ombra. Così i professionisti della mente parlano un pò di tutto e, talvolta, quando in particolare vogliono fare discorsi che esulano dalle loro specificità, diciamocelo, sono stucchevoli, ma mi riesce difficile non scrivere poche righe su un film così puntualmente attuale. Ciò su cui non riesco a tacere è l’ultimo film di Wim Venders “Perfect days”.
 
L’ombra è una delle figure del film ambientato a Tokio, in un Giappone che regala una interpretazione molto particolare dell’occidente. La perfezione si affaccia dietro a ogni evento, ogni bisogno non ha necessità di essere pensato perché trova nel contesto l’occasione adatta a permettere che le persone non si fermino, che le cose non si arrestino, che nulla resti mai immobile.
 
Forse la perfezione sta nell'identico ripetersi di ogni cosa, nella previsione di tutto ciò che succederà perché non potrà mai essere diverso da ciò che è successo il giorno prima e quello prima e quello ancora prima. 
 
Lo spettatore e non solo quello cinematografico, ma lo spettatore di ogni vita, si aspetta l'evento, l’imprevisto, "l'evento trasformativo“ come lo chiamava Green ;  lo straordinario che meriti di essere ricordato, ma, in un meccanismo che solo uno psichiatra con i paraocchi definirebbe ossessivo, il ripetersi delle cose ha la virtù di renderle identiche anche in quei fatti che, magari, si erano immaginati imprevedibili. E in questo ripetersi le parole, davvero, hanno poco spazio.
 
Questo ciclo straordinario di giorno e notte, vita e morte, luce e ombra è esattamente il ciclo della vita che, apparentemente, si ripete nei medesimi eventi ma che, invece in modo straordinario, ritrova senso portando dentro questo ciclo qualsiasi cosa non gli appartenga generando emozioni: gioia e dolore , conferme e sorprese , gioco e lavoro .
 
Non si può raccontare la storia narrata in questo film anche perché non è una storia e non è narrata, è una sequenza di silenzi più che di parole e di eventi che hanno tutta l’intensità di essere vissuti attraverso lo sguardo del protagonista con cui è definitivamente difficile ogni identificazione. 
 
Si tratta di una persona e il suo mondo gli appartiene intimamente, completamente senza nessuna discussione. Lo spettatore deve stare al suo posto e non può appropriarsi in nessun modo del mondo che gli viene presentato. 
 
 La colonna sonora che accompagna queste” giorni perfetti” è deliziosamente retrò, composta di canzoni di una musica che al tempo in cui fu generata era giovane , tenera , attenta alle emozioni e alla speranza. Ed è una chicca cinematografica che la musica stia in cassette misteriosamente riesumate da un lettore installato su una modella autovettura. Il protagonista sceglie accuratamente il motivo musicale del giorno e  per ognuna di queste giornate la musica è l’incipit poetico di ciò che accadrà.
 
Questi giorni (im)perfetti son i giorni della nostra vita; le emozioni che nascono di fronte al previso e all’imprevisto (che è a sua volta previsto) la vita e la libertà sono ogni cosa. Ogni cosa è illuminata, diceva Foer nella sua autobiografia a sua volta oggetto di un noto film. Ogni cosa gli risponde Wim Venders assieme alla luce proietta sul mondo un pò di ombra , che insieme sono la vita.

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