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INTERVISTA A RICHARD BARBROOK

18 Set 12

Di anna.fata@iol.it

Richard Barbrook portrait

Richard BarbrookInghilterra. Sociologo, membro dell' Hypermedia Research Centre presso la University of Westminster, Londra. Il Dr. Barbrook ha ricevuto una larga attenzione di interesse nel mondo digitale nel 1997 per il suo saggio "Californian Ideolgy" (che POL.it ha tradotto in questa stessa sezione della rivista). Nel saggio, costantemente aggiornato in questi anni, l'autore sostiene che l'èlite digitale della West Coast americana ha dominato nel bene o nel male il dibattito sullo sviluppo del cyberspazio. Brabook è sostenitore di una "via europea" più democratica per l'accesso al mondo digitale. Quella che segue è l'intervista fatta allo studioso inglese da Anna Fata, dopo il G8 di Genova. .

 

D: Lei è d'accordo con l'affermazione che le tecnologie sono neutrali? Perché?

R: Come una tecnologia – o qualsiasi altra forma di creatività umana – può essere socialmente neutra? Tutti noi siamo modellati dalle specifiche circostanze storiche e sociali in cui viviamo. Quando gli scienziati sviluppano delle tecnologie sperano di venire incontro ad alcuni bisogni reali – o immaginati – di se stessi e dei loro simili. Come dimostra la sponsorizzazione della Rete, da parte dell'esercito degli Stati Uniti, a volte le loro tecnologie soddisfano dei bisogni di cui i loro promotori non conoscono l'esistenza (e si sarebbero opposti se ne fossero stati consapevoli) …

D: Come pensa che Internet modificherà le relazioni umane?

R: La Rete sta già modificando le relazioni umane. Chieda ai leader del G8 che hanno avuto il loro summit distrutto dalle dimostrazioni anti-capitaliste! Qui c'è un esempio drammatico di come la Rete renda più semplice per le persone collaborare e lavorare tra loro a distanza. Certamente, molti di noi stanno facendo delle cose molto più banali ed ordinarie quando siamo on-line tuttavia, non è un caso che la rete abbia sostituito la fabbrica per diventare la metafora sociale dei nostri tempi …

D: Lei ha citato il G8 nella sua risposta: cosa pensa di ciò che è recentemente successo a Genova?

R: Alcuni anni fa, la maggior parte dei miei amici di sinistra non erano molto interessati alle istituzioni economiche internazionali come il G8 – o l'IMF, il WTO, la Banca Mondiale, etc., etc., .. La più grande conquista di queste proteste è stata il denunciare il ruolo distruttivo di queste forze di neo-liberalismo. I negoziati commerciali non possono più essere condotti in segreto tra i ricchi ed i potenti. Tuttavia, ciò che sta provocando più difficoltà è raggiungere il consenso su ciò che dovrebbe sostituire il neo-liberalismo. Non è un caso che i contestatori siano definiti da ciò a cui sono *contro* piuttosto che da ciò che *sostengono*: ad esempio, anti-globalizzazione, anti-capitalista, anarchico, anti-corporativo e così via. Negli anni '80, Thathcer era solita sostenere che ‘non ci sono alternative' al neo-liberalismo globale. Nel 2001, la Sinistra non può essere ancora d'accordo su una risposta a questa frase infame, che è credibile per la maggior parte della popolazione.

D: Secondo lei, quale è stato il ruolo delle comunicazione on-line per i movimenti di anti-globalizzazione?

R: Come molti altri che sono scettici sui media tradizionali, io ho fatto affidamento alla Rete per l'informazione sugli eventi di Genova. Durante il week-end, la Tv ed i quotidiani erano dominati dai servizi sui tumulti da parte di una piccola minoranza di anarchici: politica-come-spettacolo. Ciò che è stato affascinante è non solo che Indymedia e organizzazioni simili abbiano fornito un esteso sevizio di informazioni assai migliore delle proteste in quel momento, ma hanno anche dato le storie delle notizie che, successivamente, sono state prese dai media tradizionali: l'uccisione di un dimostrante, la brutalità della polizia, il coinvolgimento di provocatori fascisti e così via. Ancora una volta, la Rete ha dimostrato di essere un antidoto efficace alla politica-come-spettacolo. Ancora più importante è il modello sociale fornito dalla Rete. A metà del ventesimo secolo, sia la Sinistra, sia la Destra, credevano che la società dovesse essere costruita ad immagine della fabbrica: il Fordismo. Molti decenni più tardi, la Rete ha sostituito la fabbrica, come EPITONOMY della modernità. La Destra sostiene che la diffusione delle tecnologie dell'informazione significhi che ogni paese debba adottare delle politiche neo-liberali. Durante il boom delle ‘dotcom', questa ideologia veniva raramente messa in dubbio persino a sinistra. Tuttavia, come l'industria della musica ha recentemente scoperto, ora sta diventando ovvio che la Rete non può essere confinata nelle limitazioni dell'e-commerce. L'incisività di questa tecnologia non è semplicemente vendere più merci , ma anche incoraggiare lo scambio di regali: MP3s, software, comunità di rete e computer da pari a pari. Non solo il capitalismo delle dotcom, ma anche il cybercomunismo! Dal momento che la Rete non è l'espressione tecnologica del neo-liberalismo globale, il suo ruolo iconico nella società contemporanea offre speranza per il futuro. Così come essere contro le cose, così come essi sono, noi possiamo utilizzare il suo esempio per sostenere modi migliori di lavorare e di comunicare gli uni con gli altri. Soprattutto, come la Rete diventa parte integrale della vita quotidiana, sempre più persone faranno personale esperienza del nostro nuovo modello sociale. Ciò che una volta era utopistico presto diventerà di senso comune …

D: Il divario digitale è una questione importante che deve essere affrontata: secondo lei, quali sono i modi migliori per fare ciò?

R: Le politiche del governo hanno bisogno di cambiamento. Per esempio, la regolazione delle telecomunicazioni dovrebbe focalizzarsi sull'assicurare l'accesso universale ai servizi, piuttosto che incoraggiare semplicemente la competizione del mercato tra i fornitori. Anche le iniziative della comunità sono importanti. Per esempio, la creazione di cybercafes locali e il cablaggio dei quartieri. Tuttavia la soluzione a lungo termine al divario digitale non può essere separata dal problema chiave della nostra epoca: le crescenti disparità di reddito, sia all'interno dei paesi industrializzati, sia tra Nord e Sud. Per avere un computer, telefono e la connessione alla Rete hai bisogno di denaro contante superfluo!

D: Secondo la sua opinione, per facilitare l'accesso alla Rete il ‘flat-rate' può essere utile? O potrebbe non essere realizzabile, perché non è sufficientemente redditizio?

R: I vantaggi delle connessioni telefoniche ‘non misurate' sono dimostrate dall'esempio americano. Questa forma di politica dei prezzi non sembra neppure avere danneggiato i profitti delle loro compagnie telefoniche.

D: In Italia, la legge sull'editoria prescrive la registrazione presso il tribunale e la firma di un giornalista dell'ordine professionale per tutti i siti (della Rete) che forniscono informazioni periodiche, anche se di un appassionato. Quale è la sua opinione circa questa prescrizione?

R: Questa è la sorta di legislazione che porta la legge al discredito. Nella pratica non si può rendere esecutiva, poiché gli Italiani possono facilmente avere i loro siti web ospitati in altri paesi. Essa, inoltre, contravviene alla promessa di libertà dei media nella Dichiarazione Europea dei Diritti Umani. Dal momento che Berlusconi ha fatto la sua fortuna dalle stazioni televisive pirata, sarebbe ipocrita per il governo criminalizzare le persone che creano siti web senza l'approvazione ufficiale!

D: In che modo lei pensa che il governo debba intervenire per salvaguardare i valori democratici nel cyberspazio?

R: L'obiettivo principale dei governi europei dovrebbe essere assicurare che tutti i cittadini abbiano accesso a comunicazioni a banda larga poco costose e non controllate. La libertà dei media sarà allora trasformata da un diritto formale promesso nella dichiarazione dei diritti in un'attività quotidiana esercitata da tutti.

D: Nel cyberspazio l'informazione deve essere protetta: gli autori devono avere un controllo sufficiente sulle loro opere, per essere incoraggiati a scrivere ed a pubblicare ed il pubblico deve utilizzare correttamente tali informazioni. Secondo lei, quale è il compito del governo in questo processo?

R: Non sono d'accordo con questa affermazione. Come ho dimostrato in "IL CONTROLLO DELLA LIBERTA' – Liberta' di parola, libero scambio, omaggi in Rete", penso che la definizione legislativa corrente del copywright non è solo tecnicamente obsoleta, ma anche socialmente indesiderabile nell'era della Rete. Dal momento che la maggioranza dell'informazione on-line non verrà mai comparata e venduta, i governi europei dovrebbero evitare di coinvolgersi nella invincibile guerra degli Stati Uniti contro la "pirateria" del copywright: l'imposizione legale della censura economica dei molti negli interessi dei pochi. Il tempo dei nostri politici sarebbe utilizzato molto meglio nella progettazione di altri metodi di ricompensa della creatività culturale.

D: Francesco Bollorino e Andrea Rubini, nel loro saggio "Ascesa e caduta del Terzo Stato Digitale", hanno affermato che esistono tre possibili scenari del futuro: un accesso libero ed incondizionato alle informazioni in Rete, in cui le persone saranno utilizzatori e creatori, un accesso libero ed incondizionato all'informazione, in cui i creatori delle informazioni devono rispettare delle regole predefinite e un accesso condizionato anche alla produzione delle informazioni. Quale è la sua opinione su tale questione?

R: Le media corporations vorrebbero imporre l'ultima alternativa: la chiusura della Rete. Essi sanno che questo è l'unico metodo per proteggere il loro monopolio sulla produzione e la distribuzione dell'informazione. Tuttavia, i possessori dei copywright SI STANNO SCAGLIANDO contro le abitudini sociali e contro la struttura della Rete. Alla fine, dovranno adeguare i loro modelli commerciali alla nuova situazione piuttosto che viceversa. La gente vuole crearsi i propri media così come usufruire dei media di altre persone. Essi rispetteranno le regole che li aiutano in tale compito e – come mostrato dalla popolarità dello scambio degli MP3 – ignoreranno quelle leggi che li ostacola. Un regalo *non* un crimine!

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