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Qualche giorno fa, in un precedente post, ho riportato la notizia della sentenza del Tribunale di Genova che ha ordinato la revoca delle ordinanze dei comuni di Alassio e Carcare, perché ritenute discriminatorie. 



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Per analizzare il funzionamento delle masse telematiche, in particolare di quelle ospitate dai e attive nei social network, può esser utile riprendere la nota distinzione tra enunciato ed enunciazione. La ripropongo nei termini della teoria sociale di Niklas Luhmann.



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E’ noto che la qualità dell’informazione nostrana, specie quando tratta di argomenti “sensibili” o ritenuti tali per il grande pubblico (qualsiasi cosa che riguardi immigrazione e profughi, ad esempio) non brilla per etica né per deontologia professionale e che non pochi organi di informazione hanno una vera e propria linea editoriale tesa a dimostrare tesi precostituite, piuttosto che indagare i fenomeni ed offrirne una rappresentazione quanto più possibile corretta e depurata dalle proprie preesistenti opinioni.



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Quando mi è stato proposto di tenere una rubrica su POL.IT mi sono chiesto quali, tra le mie competenze professionali potessero essere utili dato il contesto prevalentemente psichiatrico nel quale il sito si colloca. E subito ho pensato di attingere alla mia ormai lunga esperienza in qualità di divulgatore ed orientatore.
 



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