lacan

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Ospiti ufficiali Andrés Borderias e Riccardo Fanciullacci, l'istituto freudiano di psicanalisi (che in realtà è quello lacaniano



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Mi sono sempre chiesto, in questi anni di sconsolante grigiore culturale, se avesse ancora senso pubblicare Riviste, se valesse ancora la pena mettere insieme comitati scientifici per elaborare saggi, articoli e recensioni seguendo un tema, un filo logico, un sistema teorico di riferimento.

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Una via per pensare in termini meccanici – non romanzeschi né vitalisti – la storia evolutiva del soggetto potrebbe passare attraverso i teoremi di Ramsey (plurale!).

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Cos’è la scienza, se c’è il caos?

La prima formulazione del concetto di ripetizione dell’identico è per bocca del demone nell’aforisma 341 di La Gaia Scienza (1882):

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Diamanti grezzi è un film del 2019, dei fratelli Josh e Benny Safdie. Mi ha conquistata subito, con la scena del viaggio all’interno del minerale. Non vi dico come va a finire. Non il film, ci mancherebbe. Ma nemmeno come va a finire questa scena del 3° minuto. Perché questo è un lungometraggio sorprendente e io non vi tolgo nemmeno mezza sorpresa o quasi.
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Scrivere ancora. Intanto ancora alla parola. Parola mia. Parola che si rende scrittura quindi argine, diga, muratura; ma sono pareti scorrevoli, come quelle giapponesi, è una camera, ora è salotto.  Scrivere come facendo finta di suonare sulla tastiera, piccoli tasti tutti neri e bianche pause. “Solo nel silenzio la parola, solo nelle tenebre la luce”, come si cita all’inizio de I racconti di terramare di Miyazaki[1].

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Una teoria molto generale

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 La tesi che sostengo in questo post è apparentemente eterodossa, ma a ben vedere è empirica. La psicanalisi, che l’analista “ben formato” giunge con il tempo a praticare, è in generale lontana dagli schemi ideali che ha dovuto assimilare durante la cosiddetta formazione, perché è diventata il suo particolare e personale modo di fare psicanalisi.

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Freud mutuò il termine Massenpsychologie(“psicologia delle masse”) da Gustave Le Bon[1] e Gabriel Tarde,[2] con cui questi autori intendevano strutture sociali non ben definite, “movimenti sociali, considerati fenomeni di massa: minacciose entità in cui folle prive di una guida erano sospinte di qua e di là da impulsi primitivi e irrazionali”.[3] Privo di struttura propria, il concetto di massa umana era destinato a essere trattato in termini di psicologia individuale.

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