freud

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Il post è di quelli ritenuti “freddi” dall’umanista. Perché non tratta i temi “caldi” della clinica – l’empatia, l’amore-odio, l’intersoggettività – di solito sviluppati in modo romanzesco in casi clinici; già nel 1895 Freud si lamentava che si leggessero “come novelle, senza il vero marchio della scientificità”.

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I have spoken of probability as being concerned with degrees of rational belief.
J.M. Keynes, A treatise on probability, 1920, cap. III

 

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        Questa è un’epoca di conflitti, a tutti i livelli; conflitti particolarmente aspri perché sono in gioco interessi vitali: la libertà, la salute, la vita. Particolarmente dolorosi e gravi sono quelli fra uomo e donna; soprattutto quando si tratta di padre e madre, e l’oggetto del contendere è l’interesse dei figli.


        Perché certa gente (sia individualmente, sia collettivamente) corre verso il baratro, e non c’è verso di fermarla? Perché alcune di queste persone si tappano le orecchie quando si cerca di comunicare loro le informazioni e gli argomenti logici che potrebbero dissuaderle? Perché, se si insiste, rispondono in modo aggressivo e spesso considerano come “nemici” coloro che potrebbero salvarle?


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Una via per pensare in termini meccanici – non romanzeschi né vitalisti – la storia evolutiva del soggetto potrebbe passare attraverso i teoremi di Ramsey (plurale!).

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