Fliess
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Il nostro pensiero si è riservato la libertà di rintracciare dipendenze e connessioni cui nella realtà effettuale non corrisponde nulla, e apprezza chiaramente questa dote al massimo grado, di cui usa copiosamente dentro e fuori della scienza.
S. Freud, L’uomo Mosè e la religione monoteista. Terzo saggio, 1938
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Si
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Sono in tema. Questo titolo è un aut aut. È come “o la borsa o la vita”: se scelgo la scienza, perdo il senso della vita; se scelgo la vita, resto ignorante per quel che mi resta da vivere. Cosa voglio dire? Voglio introdurre un discorso né accademico né popolare sul numero 379 di aut aut, intitolato “Il Freud che abbiamo rimosso”. La mia tesi è semplice: il Freud che abbiamo rimosso è in quel che Freud stesso ha rimosso. Sarò breve.
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Non ho mai notato che, mediante le dispute in uso nelle Scuole,
si sia mai scoperta una verità prima ignorata.
Cartesio, Discorso sul metodo. (Sesta parte)
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Non è facile per un freudiano prescindere dal freudismo. Non fu facile neppure per Freud dissociarsi dal proprio. Io che scrivo queste righe ci ho messo quarant’anni per uscire dal freudismo pur rimanendo freudiano. Al freudiano che mi legge auguro di metterci meno, pur sapendo che deve affrontare un discorso scabroso.
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Quando, nel settembre 1897, in una famosa lettera a Fliess ("non credo più ai miei neurotica") Freud giunge ad abbandonare la Teoria della Seduzione, lo fa spinto dalla propria incredulità di fronte al ripetersi di fenomeni incestuosi nelle famiglie dei suoi pazienti: una frequenza che gli appare irrealistica.