Docenti

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“La produzione del Super-io è soltanto uno dei compiti assolti dalla famiglia come agenzia psicologica della società, e la produzione del Super-io non può essere disgiunta da quella della struttura pulsionale complessiva e dal carattere di un individuo, come viene formato nella famiglia” (Erik Fromm, p.82)
 


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(Parma, Relazione al Corso di aggiornamento:
"Funzioni dell’educatore nel lavoro individuale e di gruppo
con gli studenti disabili
, 9.6.2014)

1-Gruppi esterni e gruppi interni
 


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Quando ho cominciato a lavorare nel CIM di Reggio Emilia mi sono interessato, insieme ai miei colleghi dell’evolutiva, precipuamente dei gravi e dei disabili.
E te credo! Il nostro primo atto importante è stato la chiusura del De Sanctis, cioè del reparto infantile del manicomio di Reggio: la chiamavamo “deistituzionalizzazione”.


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1 – “Le idee non cascano dal cielo”: all’origine della ricerca sul maschile e femminile nella formazione
 
Le idee non cascano dal cielo” - diceva Antonio Labriola in un suo celebre scritto[1]. Ed è con uno spirito di ricerca a partire dalla prassi che qualche anno fa ho cercato di avviare una ricerca sul maschile e sul femminile nella formazione, ieri ed oggi in Italia.


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È uscito per Amazon un testo che racchiude i miei scritti sulla scuola degli ultimi 20 anni. In un primo tempo cercato di aggiornare "Affabulazione e formazione. Docenti e discenti come produttori e fruitori di testi" - un testo del 1998, ancora per molti versi centrato sull’analisi della vecchia scuola, che era il frutto di un processo formativo centrato sui legami affettivi impliciti nel fare educativo, e cioè sui rapporti che intercorrono fra tutti gli attori che fanno scuola.



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Scuola e ascolto

Il termine “ascolto”, con le sue ascendenze che riconducono al latino “auris” = ‘orecchio’, implica l’allenamento all’esercizio della facoltà auditiva, cioè all’affinamento della propensione all’uso di uno strumento sensoriale, l’orecchio, che immediatamente ci riconduce ad una situazione di passività e di ricettività.



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In altra occasione ho cercato di porre in evidenza come si è dipanato in Italia, a partire dal dopoguerra, il rapporto fra selezione di censo e selezione di merito[1]. In quella occasione però parlavo dei criteri di selezione in base ai quali l’istituzione scolastica italiana ha formato nel tempo le proprie classi dirigenti e più in generale la forza-lavoro.





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